Delitto di Garlasco, spunta un nuovo testimone: lo scontrino di Andrea Sempio sarebbe falso

  • Postato il 22 ottobre 2025
  • Di Panorama
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C’è un nuovo nome nel fascicolo del delitto di Garlasco, e la sua testimonianza rischia di riscrivere una parte importante della storia. Gli inquirenti della Procura di Pavia avrebbero infatti ascoltato una persona “informata sui fatti” che avrebbe smentito la versione sullo scontrino di Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi tornato di recente al centro dell’indagine.
Secondo quanto emerso, il testimone avrebbe fornito elementi tali da mettere in discussione l’autenticità del ticket del parcheggio di Vigevano, datato 13 agosto 2007, lo stesso giorno dell’omicidio. Quel biglietto — consegnato ai carabinieri il 4 ottobre 2008, oltre un anno dopo i fatti — era stato a lungo ritenuto una prova decisiva in favore di Sempio, contribuendo all’archiviazione del 2017 firmata dal gip Fabio Lambertucci.

L’alibi che non regge più

Nell’interrogatorio del 10 febbraio 2017 davanti ai pm Mario Venditti e Giulia Pezzino, Sempio aveva raccontato che lo scontrino era stato ritrovato dai genitori nella sua auto “qualche giorno dopo il fatto” e poi conservato “per sicurezza”. Solo durante la seconda audizione, aveva aggiunto, i carabinieri gli avrebbero chiesto di recuperarlo e portarlo in caserma.
Ma proprio su quel dettaglio si concentrano ora i magistrati. Il documento che attesta la consegna del biglietto, redatto nel 2008, non riporta alcuna interruzione dell’interrogatorio, una circostanza ritenuta “anomale” dagli investigatori. Inoltre, a gettare altre ombre è stato un episodio recente: la madre di Sempio si è sentita male durante un’audizione a Milano, mentre rispondeva alle domande sul ticket e su un vigile del fuoco di Vigevano con cui era in contatto all’epoca dei fatti.

Le ombre sull’alibi e il “supertestimone”

Nei mesi scorsi anche Fabrizio Gallo, avvocato del legale di Sempio, Massimo Lovati, aveva sollevato dubbi pubblicamente. Intervistato dal programma di La7 Ignoto X, aveva affermato: «Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino è falso. Chi è innocente non ha bisogno di inventarsi un alibi».
Ora la nuova testimonianza sembrerebbe confermare questa ipotesi. Per i magistrati, infatti, quanto riferito dal testimone rappresenterebbe un tassello capace di smontare definitivamente l’alibi di Sempio e riaprire la discussione su una delle prove più controverse del caso Garlasco.
La sensazione, tra gli inquirenti, è che l’affaire scontrino — per anni considerato un dettaglio marginale — possa diventare la chiave per dare una svolta a un mistero che, dopo diciotto anni, continua a pesare come un macigno su Vigevano e sull’Italia intera.

Autore
Panorama

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