Delitto di Garlasco, l’ex Ris Garofalo: “La verità già c’è, ed è la responsabilità di Alberto Stasi”
- Postato il 26 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. “La verità già c’è, e la verità è la responsabilità di Alberto Stasi”: a parlare è il generale Luciano Garofalo, ex comandante del Ris di Parma, consulente della difesa di Andrea Sempio nell’ambito delle nuove indagini del delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi.
Delitto di Garlasco, parla Garofalo: “Sorpreso dall’immediata diffusione dei dati”
Garofalo era a Genova giovedì mattina per la nomina come consulente della pm Patrizia Petruzziello nel caso del delitto del trapano. Interpellato a margine del conferimento dell’incarico, si è detto “sorpreso di questa immediata diffusione di dati, perché sono le prime analisi, quindi non capisco come possano essere filtrati”. Il riferimento è alle notizie trapelate relative all’assenza di impronte di Sempio, iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio Poggi, sui rifiuti trovati nella spazzatura della villetta di via Pascoli dopo il delitto.

“Il dna è molto potente e molto sensibile, quindi anche reperti a distanza di 18 anni danno delle risposte – ha sottolineato Garofalo – e le risposte per noi erano scontate, perché, valutando bene la scena del crimine e gli incontri che c’erano stati precedentemente tra Alberto Stasi e Chiara Poggi, quei pochi oggetti trovati nella spazzatura non potevano che essere qualche cosa legato alla loro vita. Quindi i risultati hanno confermato tutto questo, senza nessun’altra presenza. Però quei risultati devono essere completati, e quindi aspettiamo sempre con molto rispetto per queste indagini eventuali altri risultati”.
“Mai sospettato che potesse esserci dna di Sempio a casa Poggi”
Garofalo ha quindi ribadito di non essersi mai aspettato, né lui né gli avvocati di Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia, di trovare presenza di dna del 37enne a casa di Chiara Poggi, “a meno che non fosse una contaminazione legata alla frequentazione di quella casa. Ma quegli oggetti credo che per logica erano legati a quella coppia, tant’è vero che furono sequestrati ma non furono analizzati, perché quando si fa un sopralluogo si valuta da un punto investigativo la valenza dei reperti. I risultati vanno sempre interpretati nel contesto in cui l’evento è maturato, altrimenti, come ho letto in questi giorni, siamo pieni di fantasie, siamo pieni di suggestioni che non fanno bene né all’opinione pubblica né alla giustizia”.
“Meno male, sono felicissimo che siano venuti fuori dei risultati che, ripeto, vanno confermati – ha concluso l’ex comandante del Ris – Almeno qualcuno non si divertirà a dire ‘Ecco, li avete fatti rovinare e non possiamo scoprire una verità’. La verità già c’è e la verità è la responsabilità di Alberto Stasi”.