Delitto di Garlasco, dalla scarpa al killer allo specchio e i misteri del Santuario della Bozzola

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco continua a essere al centro di nuove indagini. Un elemento cruciale che sta emergendo è l’accertamento di una scarpa Frau taglia 42. Questa impronta a pallini, rinvenuta sul pavimento della villetta di via Pascoli, era già stata oggetto di discussione e, secondo le sentenze precedenti, attribuita ad Alberto Stasi, poi condannato per l’omicidio. Tuttavia, la difesa di Stasi, tramite l’esperto Oscar Ghizzoni, aveva tentato di contestarne la certezza, presentando una consulenza tecnica che, sebbene inizialmente bocciata, è stata poi accolta dalla Cassazione. Ora, questa consulenza dovrà essere ripetuta, rappresentando un passaggio fondamentale per la nuova fase investigativa.

Gli inquirenti, guidati dal procuratore di Pavia Fabio Napoleone e dalle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, insieme all’aggiunto Stefano Civardi, sembrano concentrarsi su una nuova ricostruzione della dinamica dell’aggressione, partendo proprio dall’analisi di questa impronta e dall’orario del delitto. Le sentenze precedenti collocavano l’omicidio tra le 9:12 (quando Chiara disattiva l’allarme) e le 9:32. Tuttavia, la Procura sta valutando di ampliare questa finestra temporale fino alle 9:46. Questa estensione si baserebbe su quanto dichiarato dallo stesso Stasi, il quale ha affermato di aver inviato uno “squillino” senza ricevere risposta proprio a quell’ora. Questo lasso di tempo allargato potrebbe offrire nuove prospettive sulla sequenza degli eventi che hanno portato alla morte di Chiara.

L’assassino, lo specchio e le impronte inquietanti

La nuova ricostruzione degli investigatori ipotizza una scena macabra successiva all’omicidio: quella del killer che si ferma a guardarsi allo specchio del bagno di Chiara. Questa immagine, se confermata, aggiungerebbe un dettaglio agghiacciante alla vicenda. Secondo la sentenza, Stasi si sarebbe lavato le mani nel lavandino del piano terra, lasciando l’impronta di due anulari sul dispenser. Tuttavia, la nuova ipotesi suggerisce che il gesto di fermarsi davanti al lavandino potesse essere motivato dalla necessità di controllare eventuali tracce di sangue su di sé.

Non meno inquietante è l’impronta ancora insanguinata trovata sulla porta di casa, identificata come “impronta 33”. L’ipotesi è che sia stata lasciata dal killer sporgendosi verso il fondo della scala, dove giaceva il corpo di Chiara. La Procura sta cercando di accertare la compatibilità dell’impronta della scarpa con diverse misure (41-42-43), un dettaglio che potrebbe ulteriormente chiarire l’identità dell’assassino o quantomeno escludere alcuni profili. Queste nuove analisi sulle impronte, unite all’ipotetica scena allo specchio, suggeriscono un tentativo di approfondire la psicologia e le azioni del killer subito dopo il crimine.

andrea sempio
Delitto di Garlasco, dalla scarpa al killer allo specchio e i misteri del Santuario della Bozzola (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Il pc di Chiara e i misteri del Santuario della Bozzola

Parallelamente alle indagini sulle impronte, l’attenzione si sta concentrando anche sul computer di Chiara Poggi, dal quale emergono circostanze inedite. L’ingegner Roberto Porta, consulente del gup Stefano Vitelli ai tempi del processo Stasi, ha rivelato a Repubblica dettagli significativi. Similmente a quanto accaduto con il PC di Stasi, anche sul computer di Chiara sono stati effettuati accessi “ripetuti e devastanti” fino al 28 agosto. Recenti “carving”, ossia ricerche di file ancora leggibili, hanno rivelato la presenza di un file chiamato “Abusati500.doc” sulla chiavetta USB di Chiara. Questo documento, salvato l’8 giugno e modificato quattro giorni dopo, conteneva un articolo di Concita De Gregorio intitolato “La mala educacion”, che trattava di abusi sessuali da parte di preti statunitensi.

Ma la scoperta più enigmatica riguarda due ricerche sul Santuario della Bozzola effettuate sul computer di Chiara. Un’immagine del Santuario è stata scaricata dalla sezione turismo del sito della provincia di Pavia alle 11:06 del 26 luglio 2007, e un’altra alle 15:41 del 1 agosto. Questi orari sono significativi, poiché Chiara di solito era al lavoro a Milano. Lo scandalo relativo a presunti abusi e estorsioni legati al Santuario è emerso tra il 2012 e il 2014. Un verbale d’inchiesta riporta la testimonianza di un sacerdote della Diocesi di Vigevano, il quale nel settembre 2006 era venuto a conoscenza di “incontri sessuali” presso il Santuario, all’epoca retto da Padre Gregorio. Un giovane rom milanese ha testimoniato che un suo amico maggiorenne si recava spesso al Santuario ricevendo denaro in cambio di prestazioni sessuali. Nonostante queste testimonianze, il vescovo dell’epoca non avrebbe attivato alcun accertamento. Sebbene la pista delle gemelle Cappa, emersa dopo l’intervista del “supertestimone” Gianni Bruscagin a Le Iene, non sembri essere la priorità attuale della Procura, le ricerche di Chiara sul Santuario della Bozzola aprono nuovi interrogativi sul contesto e sulle possibili motivazioni dietro l’omicidio.

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Autore
Blitz

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