Delitto del trapano, gli psichiatri sulla personalità di Verduci: “Tratti del carattere già formati all’epoca dell’omicidio”

  • Postato il 23 settembre 2024
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delitto del trapano, luigia borrelli, vico indoratori

Genova. C’è anche una nuova nota dello psichiatra Pietro Pietrini e allo psicologo forense Marcello Garofano tra gli atti depositati in vista dell’udienza del Riesame dalla pm Patrizia Petruzziello per chiedere che Fortunato Verduci, altamente indiziato di essere l’autore del cosiddetto delitto del trapano, venga arrestato.

Gli specialisti, che avevano già redatto una corposa consulenza tecnica per analizzare la personalità dell’assassino, hanno integrato la loro relazione per rispondere all’ipotesi del gip Alberto Lippini che aveva negato l’arresto sostenendo in sostanza che dopo trent’anni Verduci potrebbe essere oggi una “persona diversa” e quindi che per questo non ci sono le esigenze cautelari.

Secondo gli psichiatri tuttavia i “tratti della personalità di un individuo” si formano nella fase del “giovane adulto”. Quando Verduci avrebbe commesso il delitto insomma aveva 36 anni: quei tratti – che denotano secondo gli specialisti denotano “un’aggressività reattiva” – erano pienamente formati. E molto difficilmente con l’avanzare dell’età – oggi Verduci ha 65 anni – quei tratti della personalità possono venir meno, anzi.

Per questo, sostiene la pm Petruzziello, Verduci è ancora pericoloso e potrebbe essere capace di uccidere ancora. Stamattina Verduci non è comparso davanti al tribunale del Riesame e la giudice relatrice Marina Orsini ha rilevato come se fosse stato presente avrebbe potuto essere interrogato e quindi difendersi dall’accusa del terribile delitto. 

Nella consulenza chiesta dall’accusa per analizzare le modalità comportamentali dell’assassino Pietrini e Garofano avevano parlato di un “un reato d’impeto, scaturito improvvisamente da uno stato emotivo o passionale che ha innescato la messa in atto di agiti etero distruttivi repentini e di crescente intensità violenta”. La relazione parla di una “aggressività reattiva” poiché “i numerosi colpi inferti alla vittima denotano l’incapacità dello stesso di fermarsi a seguito dell’esplosione di una rabbia improvvisa, impulsiva e incontrollata”. Un assassino che “ha oltrepassato l’obiettivo insito nell’azione criminale, ovvero quello di uccidere”, poiché ha “dapprima aggredito la vittima e le ha infitto con lo sgabello numerosi colpi sula resta e il corpo che le hanno causato gravissime lesioni. compresa la frattura della base cranica, e l’hanno resa completamente inerme, non responsiva e agonizzante”. A questo punto, “si è impadronito di un trapano elettrico (non è dato sapere se fosse già fuori della scatola e “pronto all’uso o se l’assassino sia andato a cercarlo in casa) e con questo attrezzo ha continuato ad infliggere sul corpo inerme e agonizzante della vittima ben 15 fori. come se volesse sfigurare, rovinare e oltraggiare l’integrità fisica della Borrelli, lasciando poi il trapano conficcato nel collo della stessa”.

Nel ribadire la non sussistenza delle esigenze cautelari gli avvocati Nicola Scodnik e Giovanni Ricco hanno depositato la busta paga per dimostrare che il carrozziere guadagna a sufficienza e ha una rete famigliare di supporto. E secondo i legali non avrebbe grossi debiti come sostiene invece l’accusa che da parte sua ha sostiene che ci siano invece debiti ingenti e attuali dovuti alla patologia del gioco.

Il tribunale del Riesame ora ha 30 giorni di tempo per decidere se Verduci debba o meno essere arrestato. Gli avvocati in caso di ordinanza di custodia cautelare faranno ricorso in Cassazione. Verduci quindi rimarrebbe libero nel frattempo per essere arrestato solo se anche la Cassazione ritenesse che ci sono le esigenze cautelari.

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Genova24

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