Delitto Aloisio: inflitti altri due ergastoli
- Postato il 4 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Delitto Aloisio: inflitti altri due ergastoli
Nel processo d’appello bis per il delitto Aloisio disposti altri due ergastoli dopo i tre passati in giudicato per i mandanti.
CIRÒMARINA – Altre due condanne all’ergastolo nel processo d’appello bis celebratosi per individuare i complici del capo del “locale” di ‘ndrangheta Legnano e Lonate Pozzolo, Vincenzo Rispoli, nell’omicidio di Cataldo Aloisio, il 34enne imprenditore edile originario di Cirò Marina il cui cadavere fu rinvenuto la mattina del 27 settembre del 2008 nei pressi del cimitero di San Giorgio su Legnano. Le ha disposte la Corte d’assise d’Appello di Milano dopo un precedente annullamento con rinvio da parte della Cassazione.
DELITTO ALOISIO, LA SENTENZA: EMESSI DUE ERGASTOLI
I vertici della cosca di Cirò Marina, Cataldo Marincola e Silvio Farao, erano già stati entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo, insieme a Rispoli, quali mandanti dell’agguato mortale al genero del boss Giuseppe Farao. Massima pena, dunque, anche per Vincenzo Farao, cognato della vittima, e Francesco Cicino, legnanese originario di Guardavalle, indicato come uomo di fiducia di Alessio Novella, il figlio di Carmelo, boss della ‘ndrangheta lombarda assassinato nel luglio 2008 a San Vittore Olona. Accolte le richieste della pm della Dda di Milano Cecilia Vassena e della sostituta procuratrice generale Daniela Meliota.
LE RIVELAZIONI
L’input per ridare impulso alle indagini era giunto dalle rivelazioni del pentito Francesco Farao, altro cognato della vittima, che saltò il fosso dopo la mega operazione Stige del gennaio 2018, ed è fratello di uno degli imputati nonché figlio del capo supremo del clan. Fu lui a fare i nomi di presunti mandanti ed esecutori. Aloisio era intenzionato a vendicare la morte dello zio Vincenzo Pirillo, assassinato a Cirò Marina nell’agosto 2007 mentre cenava in un ristorante con i familiari (e lo conferma anche il pentito Gaetano Aloe, che si autoaccusa del delitto Pirillo).
Il movente è legato al fatto che Aloisio era diventato troppo scomodo per i vertici del clan, sia per i rapporti di collaborazione avviati con i carabinieri, sia per i propositi di vendetta dell’omicidio dello zio. Rappresentava sotto diversi profili una minaccia per gli equilibri interni del gruppo criminale e, sebbene fosse coniugato con la figlia del capo storico della cosca, i reggenti del sodalizio decisero di eliminarlo.
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NUOVO RICORSO
Aloisio era stato ucciso a bordo di un’auto guidata da Rispoli. Sarebbe stato raggiunto da un colpo di pistola esploso da Vincenzo Farao, che occupava il sedile posteriore (mentre Aloisio era seduto al lato del passeggero). I difensori, avvocati Letterio Rositano e Gianni Russano, hanno annunciato un nuovo ricorso contro una decisione che ritengono ingiusta.
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