Lo Schmidt Ocean Institute è uno degli enti di ricerca no profit più importanti del mondo quando si tratta di esplorazioni sottomarine: la loro nave di ricerca, R/V Falkor (too), ha mappato nel corso degli anni migliaia di chilometri quadrati di fondali oceanici, spesso scoprendo veri e propri mondi sconosciuti negli abissi oceanici. È successo anche durante la sua ultima missione, quando R/V Falkor (too) ha esplorato i fondali al largo del Cile, scoprendo un ricchissimo ecosistema che ospita una sessantina di specie mai osservate prima.
. A caccia nei canyon. Innanzitutto, una curiosità: la nave dello Schmidt Ocean Institute si chiama Falkor (too) perché è l'"erede" del precedente Falkor, andato in pensione nel 2021. Attiva dal 2023, a bordo ospita otto diversi laboratori e un ROV, un veicolo teleguidato usato per esplorare in sicurezza le profondità marine che si chiama SuBastian. L'ultima missione del Falkor (too) si è svolta nelle acque del Cile meridionale nel dicembre 2024.
La spedizione aveva lo scopo di mappare quattro canyon sottomarini e, soprattutto, 20 diversi ecosistemi locali sorti intorno a "fughe" di metano che fuoriescono dal fondale e creano un ambiente ideale per la vita oceanica, anche quella costretta a vivere dove la luce del sole non arriva: il canyon più profondo tra quelli mappati copre 2.000 km2 e raggiunge profondità di oltre 3.000 metri.
. Decine di nuove specie. In questo ambiente ostile alla vita come la intendiamo noi prosperano in realtà ricchissime comunità biologiche, che comprendono animali di ogni genere, dalle spugne ai coralli, dalle stelle marine ai polpi. Non è la prima volta che osserviamo direttamente una di queste comunità, ma quelle scoperte in Cile, dicono gli esperti dell'equipaggio della Falkor, sono molto diverse da quelle che la stessa nave aveva già studiato in Nord America.
In totale, la spedizione ha osservato e catalogato una sessantina di specie diverse, ancora sconosciute e quindi senza un nome scientifico ufficiale. In questa pagina vedete alcune delle foto scattate a questo mondo sommerso, ennesima dimostrazione che la biodiversità dei fondali marini è molto più ricca di quello che un ambiente così ostile potrebbe far pensare..