Dazi Usa, Volkswagen blocca i prezzi sino a fine maggio

  • Postato il 22 aprile 2025
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L’industria dell’automotive sta continuando a vivere in uno stato di incertezza con pochi precedenti storici. Il Gruppo Volkswagen ha scelto di lasciare invariato il listino prezzi negli Stati Uniti almeno fino alla fine di maggio. Una decisione dettata anche dalla politica schizofrenica del Presidente Donald Trump sui dazi. Washington ha confermato la stretta sugli oneri portuali ai competitor cinesi, ma ha ampliato le esenzioni dopo le proteste dell’industria europea.

La tariffa che ha colpito, maggiormente, il gruppo tedesco è stata l’introduzione di un dazio del 27,5% sui veicoli assemblati al di fuori del territorio statunitense. Il carico fiscale è costituito da un 25%, determinato dalla stretta di Trump, e in un 2,5% previsto dagli accordi del trattato USMCA, il patto commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada siglato durante il primo mandato del tycoon newyorkese e ancora oggi in vigore. In una fase già piuttosto complessa per la Casa tedesca le tariffe hanno colpito uno dei modelli di maggiore successo della gamma.

Trump mette nei guai la Volkswagen

Il brand di Wolfsburg, sulla base comune delle Volkswagen Golf e Touran, ha presentato la Tiguan nel Salone di Francoforte del 2015. Per 10 anni è stato un successo planetario. Il nome della vettura è la fusione tra i nomi Tigre e Iguana. Il SUV compatto è amatissimo negli Stati Uniti, ma è prodotto nello stabilimento messicano di Puebla, il che lo rende soggetto all’intera tariffa doganale, con ripercussioni inevitabili sul prezzo finale.

Si vociferava che Volkswagen potesse compensare l’impatto dei dazi, trasferendo i costi sui consumatori attraverso un aumento della cosiddetta “destination fee”, ossia la tassa di destinazione associata all’acquisto del mezzo. Sarebbe stato un serio problema per concessionari e clienti. Sulla vicenda è intervenuto Kjell Gruner, presidente di Volkswagen Group of America, che ha spiegato che c’era stata una interpretazione sbagliata. “La situazione è in costante evoluzione, e non abbiamo alcuna certezza su quale sarà l’assetto tariffario nemmeno nel breve periodo – ha annunciato Gruner in un’intervista a Bloomberg – In un contesto così instabile, la priorità è offrire un minimo di certezze a clienti e dealer, evitando scossoni nei prossimi mesi. Da qui la decisione di congelare i prezzi fino a fine maggio“.

Decisione in itinere

Se i dazi perdureranno sino alla fine del prossimo mese, Volkswagen ha già preso in considerazione una possibile redistribuzione dei costi lungo l’intera catena del valore. In tal caso fornitori, concessionari e clienti finali, potrebbero seguire a ruota il modello che proporranno anche i diretti competitor. Per ora sono diversi i colossi che hanno preferito cautelarsi con un blocco temporaneo dei prezzi per i propri marchi, incluso il Gruppo Hyundai con il brand premium Genesis, fino al 2 giugno. Ford e Stellantis hanno preferito, per ora, garantire al pubblico gli sconti solitamente riservati ai dipendenti, allo scopo di non subire un contraccolpo.

Volkswagen non può escludere la possibilità di spostare parte della produzione negli Usa. I costruttori stanno provando a assorbire il colpo di una politica che rischia di avere un forte impatto sul prezzo delle vetture di nuova generazione. L’attuale prudenza di Volkswagen potrebbe durare sino alla fine di maggio, poi tutto dipenderà dalla reazione di Trump davanti ai primi risultati tangibili della sua politica.

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