Dazi Usa su acciaio e alluminio, l’Ue verso contromisure da 26 miliardi. Colpiti l’export degli Stati repubblicani, le Harley e il whiskey

  • Postato il 12 marzo 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ci sono prodotti “iconici” e “dall’alto valore simbolico” nella lista, presentata dalla Commissione europea e ancora oggetto di consultazioni, con la quale Bruxelles risponde all’imposizione di dazi su acciaio e alluminio da parte degli Stati Uniti. Ma è anche evidente la volontà di colpire soprattutto (non solo) Stati e distretti elettorali a maggioranza repubblicana, in modo da massimizzare il danno inflitto all’attuale amministrazione e spingerla al negoziato. Si va dalla soia, prodotta in modo significativo in Louisiana, roccaforte dello speaker della Camera Mike Johnson, a prodotti a base di carne come manzo e pollame (tacchini compresi) importanti per stati come il Nebraska e il Kansas, entrambi conquistati dai Repubblicani nel 2024. Poi i prodotti in legno, importanti per molti altri Stati repubblicani, come la Georgia e l’Alabama, ma anche la Virginia, dove hanno prevalso i Democratici. Alcune misure riguardano poi un bastione democratico come la California.

La ritorsione dovrebbe entrare in vigore in due fasi: il primo aprile scadrà e non verrà rinnovata la sospensione delle contromisure adottate nel 2018 e 2020 contro i dazi della prima amministrazione Trump: saranno quindi colpite le Harley Davidson, il whiskey, i jeans, il burro d’arachidi e altri prodotti iconici degli Usa, per un valore di 8 miliardi. Poi, entro metà aprile, “dopo la consultazione degli Stati membri e delle parti interessate” viene proposto un pacchetto di nuove contromisure da 18 miliardi nei confronti di prodotti caseari, carni, vini, abbigliamento, arredamento, elettrodomestici.

“Le nostre misure – fa sapere una fonte europea – non sono coordinate con Canada e Regno Unito, ma evidentemente siamo in contatto e ci parliamo. In questa fase non c’è coordinamento formale sul livello delle misure adottate” con Londra e Ottawa. Oggi “stiamo reagendo a misure inique” adottate dagli Usa. “Non prendiamo di mira i servizi“, ma “tutte le opzioni sono sul tavolo. Non escludiamo risposte maggiori e più creative tramite servizi, diritti di proprietà intellettuale ed altro, ma oggi quello che adottiamo” sono misure commerciali. Al momento “nessuna decisione è stata presa” e il fatto che le contromisure vadano a regime dal 13 aprile “significa che ora di fatto disponiamo di un’ulteriore finestra per i negoziati, che stiamo sfruttando”.

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Il Fatto Quotidiano

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