Dazi Usa, brusco risveglio per la Ue colta di sorpresa da Trump: “Credevamo entrassero in vigore venerdì”. Caos esenzioni
- Postato il 7 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La Commissione europea, già nel mirino di molte capitali per l’accordo politico con gli Usa sui dazi al 15% chiuso da Ursula von der Leyen con Donald Trump, è incappata in un misunderstanding non da poco che rischia di far apparire dilettantistica la gestione del dossier. All’ora di pranzo di giovedì, durante il consueto punto stampa, i portavoce dell’esecutivo Ue hanno infatti manifestato sorpresa per l’entrata in vigore, alla mezzanotte ora di Washington, delle nuove tariffe reciproche. Ribadendo che secondo Bruxelles l’ordine esecutivo emesso il 1° agosto dalla Casa Bianca diceva che sarebbero scattate “a mezzanotte e un minuto dell’8 agosto. Quindi, alle 6 del mattino, ora di Bruxelles, dell’8 agosto”. Venerdì, insomma.
Possibile che le istituzioni comunitarie non si aspettassero che le dogane avrebbero iniziato da questa mattina ad applicare dazi al 15% su tutte le merci in arrivo dal Vecchio Continente? La spiegazione del portavoce della Commissione per il Commercio, Olof Gill, lascia senza parole: “Abbiamo esaminato l’ordine esecutivo emesso il 1° agosto”, ha spiegato ai giornalisti. “Diceva che i dazi entreranno in vigore tra sette giorni. Uno più sette fa otto. La nostra interpretazione è che l’ordine esecutivo entrerà in vigore a mezzanotte e un minuto dell’8 agosto. Quindi, alle 6 del mattino, ora di Bruxelles, dell’8 agosto”. Ma il documento a cui fa riferimento, pubblicato sul sito della Casa Bianca, riporta la data del 31 luglio. Più 7, fa 7 agosto.
La portavoce Arianna Podestà, per andare sul sicuro, ha aggiunto che “ovviamente saranno le autorità statunitensi ad applicare i dazi, quindi sono nella posizione migliore per confermare cosa dice e cosa significa il loro ordine esecutivo”. E, nella notte italiana, l’amministrazione Usa ha suonato il fischietto annunciando che a partire dalla mezzanotte i prodotti provenienti da oltre 60 paesi e dall’Unione Europea sarebbero stati soggetti ai dazi concordati o imposti nelle scorse settimane. Con alcune deroghe, come quelle per le merci caricate su una nave e in viaggio prima delle 6 di oggi e sdoganate entro il 5 ottobre.
Bruxelles naviga nel buio anche sulle eventuali esenzioni settoriali: “Gli Stati Uniti si sono impegnati con l’Ue affinché il tetto tariffario generale del 15% includa le esportazioni Ue di prodotti farmaceutici, automobili e semiconduttori“, ha detto Gill, e “attendiamo con ansia che tale impegno venga attuato il prima possibile”. La dichiarazione congiunta con gli Stati Uniti non è ancora stata pubblicata e non c’è una tempistica “precisa” in merito. Tradotto: al momento l’esecutivo Ue è convinto che anche per quei beni valga l’aliquota generale. Nonostante quelli sulle auto siano tuttora, ufficialmente, a un pesantissimo 27,5%. E Trump abbia appena annunciato che sui chip prodotti fuori dagli Stati Uniti verrà applicato il 100%. Il risveglio europeo rischia di essere brusco. Come quello di questa mattina, con la “sorpresa” dei nuovi dazi.
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