Dazi, Trump suggerisce una riduzione delle tariffe alla Cina

  • Postato il 9 maggio 2025
  • Di Panorama
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«Dopo Dio, religione e amore, dazi è la parola che amo di più». Si può pensare ciò che si vuole del Presidente americano Donald Trump, ma non che non sia un uomo di parola. Anche ieri, dopo aver annunciato il primo «grande accordo commerciale» relativo ai dazi dallo Studio Ovale, siglato con il Regno Unito, una tariffa del 10% sulla maggior parte dei beni britannici importati è comunque rimasta in vigore.

Qualcosa, però, il Primo ministro britannico Kier Starmer l’ha ottenuta. L’intesa prevede infatti l’azzeramento dei dazi del 25% su acciaio e alluminio britannici e la riduzione al 10% per le auto (con una quota annuale di 100.000 veicoli esenti). In cambio, Londra aprirà il mercato a carne bovina, etanolo e farmaci statunitensi, con un potenziale guadagno di 5 miliardi di dollari per gli export USA.

Trump ha sottolineato che sui beni importati dal Regno Unito resterà comunque il dazio universale del 10%, generando entrate stimate in 6 miliardi per Washington. il Presidente americano ha anche sottolineato come quello firmato da Londra sia probabilmente l’accordo alle migliori condizioni possibili, come a dire che per gli altri Paesi le tariffe saranno più alte.

Il Presidente americano ha parlato anche di Cina, esprimendo ottimismo sul negoziato che si terrà domani fra il segretario del Tesoro americano, Scott Bessent, e il Vicepremier cinese, He Lifeng, esperto di economia. Il colloquio, che si terrà domani a Ginevra, in Svizzera, sarà solamente un primo approccio, atto a verificare le condizioni preliminari per un possibile accordo futuro, e, in caso di riscontro positivo, ad abbassare le tariffe ora in vigore (del 145% per i beni cinesi importati negli Usa e del 125% per i beni americani importati in Cina).

Oggi Trump ha nuovamente ventilato una possibile riduzione dei dazi sulla Cina, affermando sul suo social network Truth che «una tariffa dell’80% sembra giusta» e lasciando la decisione al segretario del Tesoro Scott Bessent. Prima però, il tycoon ha voluto chiarire che «La Cina deve aprire il suo mercato agli Stati Uniti! Sarebbe una mossa eccellente per loro!!».

Pechino, pur avendo sostanzialmente aperto al dialogo, insiste che gli Usa devono «rimuovere i dazi unilaterali» e rispettare «uguaglianza e reciprocità». Intanto, i dati di aprile sul commercio cinese mostrano una crescita complessiva dell’8,1% rispetto all’anno scorso, ma certificano anche un crollo del 17% dell’export verso gli Stati Uniti, con un surplus bilaterale ridotto a 20,46 miliardi di dollari.

La Banca Centrale cinese, nel frattempo, ha reagito con tagli dei tassi d’interesse per mitigare l’impatto economico e stimolare la crescita economica, una misura che ormai da qualche mese Trump continua a chiedere in tono colorito al capo della Federal Reserve, Jerome Powell, non trovando però riscontro positivo.

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Panorama

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