Dazi, scattano le nuove tariffe Usa. Stangata su Brasile e India. Trump: “Ora aliquote del 100% su microchip e semiconduttori”
- Postato il 7 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La nuova era è cominciata. Alla mezzanotte ora di Washington (le 6 di oggi in Italia) sono entrati in vigore i nuovi dazi statunitensi sui prodotti provenienti da oltre 60 paesi e dall’Unione Europea, delineando il nuovo ordine commerciale auspicato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Miliardi di dollari, provenienti in gran parte da paesi che hanno tratto profitto dagli Stati Uniti con entusiasmo, inizieranno ad affluire negli Usa”, ha dichiarato il capo della Casa Bianca sul suo social Truth pochi minuti prima della scadenza.
Queste tariffe sostituiscono per le economie interessate i dazi del 10% applicati da aprile su praticamente tutti i prodotti in ingresso negli Stati Uniti. Secondo Trump l’obiettivo è riequilibrare gli scambi commerciali tra gli Usa e i suoi partner, che a suo dire “beneficiano” della principale potenza economica mondiale. Le tariffe scattate oggi rientrano in un ampio intervallo, compreso tra il 15% e il 41%. L’Ue, il Giappone e la Corea del Sud, che sono tra i principali partner commerciali degli Usa e dai quali il tycoon si aspetta investimenti per centinaia di miliardi di dollari negli Stati Uniti, sono ora soggetti a un’aliquota di almeno il 15%, mentre le importazioni da Taiwan, Vietnam e Bangladesh saranno tassate al 20%. Nonostante l’incertezza, la Casa Bianca è fiduciosa che l’introduzione dei suoi dazi generalizzati chiarirà il percorso della più grande economia mondiale. Ora che le aziende hanno compreso la direzione intrapresa dagli Usa, Washington ritiene che potranno aumentare i nuovi investimenti e dare impulso alle assunzioni in modo da riequilibrare l’economia statunitense come potenza manifatturiera.
Parlando alla Casa Bianca in occasione dell’annuncio di un nuovo investimento da 100 miliardi di dollari da parte di Apple, Trump ha inoltre ha annunciato che gli Stati Uniti introdurranno dazi del 100% sui microchip e i semiconduttori importati. Tuttavia, ha aggiunto, se le aziende si impegneranno a realizzare i loro prodotti negli Usa, i dazi non scatteranno, anche in attesa che inizi la produzione.
Il gigante taiwanese della produzione di chip Tsmc ha subito dichiarato di essere “esente” dalla tariffa del 100% sui semiconduttori. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company è il più grande produttore di chip a contratto al mondo e annovera tra i suoi clienti Nvidia e Apple. Essendo il principale esportatore di Taiwan e “avendo stabilimenti negli Stati Uniti, Tsmc è esente”, ha dichiarato Liu Chin-ching, capo del Consiglio nazionale per lo sviluppo, in una conferenza stampa in Parlamento.
In assenza di un canale di negoziazione aperto con gli Stati Uniti, il governo del Brasile ha presentato oggi una richiesta di consultazione alla missione degli Stati Uniti presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), con sede a Ginevra , in Svizzera, in merito all’aumento dei dazi fino al 50% imposto da Trump. Si tratta del primo passo verso un’azione del Wto contro i sovrapprezzi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti brasiliani. Protesta anche l’altro grande paese colpito dalle tariffe al 50, l’India. Il governo di New Delhi ha definito “deplorevoli” le tariffe aggiuntive imposti al Paese da Trump come punizione per l’acquisto di petrolio dalla Russia.
“Per noi, gli interessi degli agricoltori sono una priorità assoluta. So che dovrò pagare personalmente un prezzo elevato per questo, ma sono pronto”, ha affermato il premier indiano Narendra Modi durante una conferenza in quello che è stato interpretato come un messaggio all’amministrazione statunitense, che sta cercando di ottenere un maggiore accesso ai settori agricolo e lattiero-caseario indiani. L’India e gli Stati Uniti hanno tenuto cinque round di negoziati su un accordo commerciale bilaterale, ma finora non sono riusciti a concluderne uno.
Anche la Svizzera tenta di correre ai ripari. Il governo federale terrà una sessione straordinaria oggi, in seguito al ritorno di una delegazione dagli Stati Uniti che ha tentato di convincere l’amministrazione Trump ad abbandonare l’imposizione di dazi punitivi del 39% sui prodotti svizzeri importati negli Usa. “Il Consiglio federale terrà una seduta straordinaria nel primo pomeriggio. Comunicherà in seguito”, si legge in breve messaggio pubblicato su X, mentre non sono trapelati dettagli sugli incontri della delegazione guidata dalla presidente e ministra delle Finanze svizzera Karin Keller-Sutter.
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