Dazi, ecco tutto quello che non torna nell’accordo Usa-Ue
- Postato il 29 luglio 2025
- Di Panorama
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L’annuncio di domenica relativo all’accordo commerciale raggiunto fra Unione Europea e Stati Uniti pare essere più un punto di partenza che un punto di arrivo. Mettendo da parte i giudizi politici, fra ieri e oggi Washington e Bruxelles hanno pubblicato le rispettive dichiarazioni riepilogative, e sorgono numerosi quesiti.
Il primo dei quali è capire se i dazi del 15% concordati in Scozia si aggiungano a quelli già esistenti su uno specifico settore o se semplicemente li sostituiscano. Dai testi pubblicati non appare chiaro, per l’Europa il nuovo tetto massimo generale sembra essere quello negoziato del 15%, salvo precise eccezioni, mentre la nota americana sorvola completamente sull’argomento.
Altro problema è quello relativo all’implementazione dell’accordo stesso, per la quale però, la Commissione europea ha diffuso una nota in cui afferma: «L’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Oltre a intraprendere le azioni immediate impegnate, l’Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente, in linea con le rispettive procedure interne, per attuare pienamente l’accordo politico».
Per la Commissione quello di domenica è quindi un “accordo-quadro”, un’intesa di massima che va limata prima di entrare in vigore. Ma torniamo alle dichiarazioni riepilogative. Raffrontando i due testi, appare chiaro che ci siano alcune discrepanze nelle interpretazioni che Ue e Usa danno dell’accordo raggiunto il 27 luglio in Scozia. Partiamo dal tema relativo alla Web Tax, l’ipotesi di tassa per i fornitori di servizi in rete come Meta, Google e Amazon.
Web Tax
Secondo il comunicato diffuso dalla Casa Bianca, «gli Stati Uniti e l’Unione europea intendono affrontare le barriere commerciali digitali ingiustificate. A tale riguardo, l’Unione europea conferma che non adotterà né manterrà tariffe di utilizzo della rete». Parole nette, che chiudono definitivamente la porta alla proposta europea di tassare le Big Tech americane per l’uso delle infrastrutture e del mercato europeo. Questo impegno è però del tutto assente nella nota pubblicata da Bruxelles.
Farmaceutica e semiconduttori
L’Ue, fa sapere che «il limite massimo del 15% si applicherà anche a eventuali dazi futuri sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori. Fino a quando gli Stati Uniti non decideranno se imporre dazi aggiuntivi su questi prodotti, essi rimarranno soggetti solo ai normali dazi statunitensi», e non alla tariffa del 15% stabilita in Scozia. Per gli Stati Uniti, invece, i dazi negoziati domenica verranno applicati anche su tali prodotti, e viene altresì dato per acquisito il rincaro del 50% sul rame europeo.
Acciaio e alluminio
Passando all’acciaio europeo, il testo diffuso da Bruxelles afferma che «l’Unione europea e gli Stati Uniti stabiliranno contingenti tariffari per le esportazioni dell’Ue a livelli storici, riducendo le attuali tariffe del 50% e garantendo congiuntamente una concorrenza globale equa», tradotto vorrebbe dire che Ue e Usa stabiliranno un meccanismo di esportazioni a tariffe ridotte, oltre il quale l’export di acciaio europeo subirà dazi del 50%.
Questo impegno è però del tutto assente per la Casa Bianca, secondo cui: «le tariffe settoriali su acciaio, alluminio e rame rimarranno invariate: l’Ue continuerà a pagare il 50% e le parti discuteranno della sicurezza delle catene di approvvigionamento per questi prodotti».
Armi americane
Infine, se l’impegno ad acquistare 750 miliardi di energia americana nei prossimi 3 anni è stato confermato da entrambe le parti, non c’è invece chiarezza per quanto riguarda gli acquisti di armamenti statunitensi per un valore non definito con certezza, ma da Trump individuato in «centinaia di miliardi». Per Bruxelles tale impegno non rientra nell’accordo scozzese, mentre la Casa Bianca lo include all’interno.
I settori esentati
Nel testo diffuso dalla Commissione si legge che «a partire dal 1° agosto 2025, i dazi statunitensi sugli aeromobili e sui componenti aeronautici dell’UE, su determinati prodotti chimici, su alcuni farmaci generici e sulle risorse naturali torneranno ai livelli precedenti a gennaio. Ciò garantirà un immediato alleggerimento dei dazi per le industrie chiave dell’UE, mentre l’UE e gli Stati Uniti hanno concordato di continuare a lavorare per aggiungere altri prodotti a questo elenco». Al momento, quindi, questi sono gli unici settori salvi dalla scure daziaria americana.