Dazi, continuano i colloqui tra Cina-Usa a Madrid. TikTok tra i nodi da sciogliere
- Postato il 15 settembre 2025
- Di Panorama
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L’epopea dei dazi è tutt’altro che giunta al termine. A Madrid, infatti, è in corso di svolgimento il secondo giorno di colloqui fra Cina e Stati Uniti per prolungare la tregua in vigore da mesi relativa alle tariffe doganali e trovare la quadra per un possibile accordo commerciale.
Come nei precedenti appuntamenti, le due delegazioni sono guidate dal segretario del Tesoro americano Scott Bessent e dal Vice-primo ministro cinese He Lifeng. Sul tavolo, oltre al prolungamento della tregua daziaria, c’è il bando di TikTok, l’app cinese bandita da Washington, il cui divieto entrerà in vigore il prossimo 17 settembre.
Il primo giorno di trattative
La prima giornata di colloqui tra le delegazioni americana e cinese a Madrid si è conclusa domenica sera dopo sei ore di intensi negoziati presso il Palacio de Santa Cruz. I lavori, come confermato da Bessent ai giornalisti all’uscita dal palazzo governativo, sarebbero ripresi lunedì mattina con l’obiettivo di trovare una soluzione alle principali controversie bilaterali.
Durante la prima sessione, secondo quanto riferito da un funzionario dell’amministrazione americana, i colloqui si sono concentrati su tre ambiti principali: la questione TikTok, le tariffe doganali e i temi economici generali.
Questo quarto round di negoziati in quattro mesi (dopo i precedenti incontri di Londra, Ginevra e Stoccolma) rappresenta il tentativo più strutturato finora di evitare il collasso definitivo delle relazioni commerciali tra le due superpotenze.
TikTok al centro della tempesta negoziale
La questione legata al social network cinese è senza dubbio uno dei nodi più critici delle trattative madrilene, con la scadenza del divieto che incombe sui negoziatori.
Bessent, intervenendo oggi sui progressi della seconda giornata, ha sottolineato che «la risoluzione del caso TikTok rimane centrale per qualsiasi accordo complessivo che vogliamo raggiungere con Pechino».
Il segretario al Tesoro ha inoltre precisato che gli Stati Uniti mantengono la posizione secondo cui ByteDance deve cedere la sua partecipazione di controllo nell’app, ma ha lasciato intendere che potrebbero essere valutate «soluzioni alternative che garantiscano comunque la sicurezza nazionale americana».
La pressione temporale si fa sentire, considerando che il presidente Trump ha già esteso più volte la scadenza originale del bando, l’ultima delle quali risale al mese scorso. Nel frattempo, TikTok continua a operare negli Stati Uniti con i suoi 170 milioni di utenti, mentre ByteDance ha finora respinto qualsiasi proposta di cessione.
I democratici premono per un accordo vincolante
Secondo quanto appreso da Reuters, intanto, venerdì i membri democratici della commissione della Camera dedicata alla Cina avrebbero inviato una lettera all’amministrazione Trump in merito ai negoziati.
Nel documento i parlamentari dell’opposizione sollecitano l’amministrazione Trump a includere «requisiti vincolanti» per costringere Pechino a ridurre quella che definiscono «sovraccapacità industriale strutturale».
La richiesta democratica si concentra sulla necessità di una revisione radicale del modello economico cinese, che secondo Washington produce «molti più beni manifatturieri di quanti ne possa consumare internamente, alimentando enormi esportazioni all’estero e guerre dei prezzi sul mercato interno».
I firmatari della lettera, indirizzata a Bessent e ad altri alti funzionari commerciali, sostengono che qualsiasi accordo bilaterale deve andare oltre la semplice riduzione dei dazi per affrontare le cause strutturali degli squilibri commerciali.
Va detto che difficilmente Pechino accetterà vincoli imposti dall’esterno relativi alla sua capacità di esportare, anche se il cambio di paradigma da economia esportatrice a economia basata maggiormente sui consumi interni è stato più volte dichiarato dalla leadership cinese, sinora con risultati poco soddisfacenti.