Dazi, Confindustria: “Fino a 450 milioni l’impatto negativo sull’economia genovese”
- Postato il 18 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Secondo il centro studi di Confindustria Genova i dazi Usa potrebbero pesare sull’export della Liguria tra i 178 e i 450 milioni di euro: una stima sui generis, con un minimo e un massimo attesi molto distanti tra loro, e che si basa sull’ipotesi che Donald Trump imponga dazi non oltre il 10% per i paesi Europei, quindi per l’Italia, quindi per Genova e la Liguria.
Il direttore del centro studi Giacomo Franceschini, che oggi insieme al presidente di Confindustria Genova uscente Umberto Risso ha presentato il report sull’andamento dell’economia cittadina nei primi sei mesi del 2025, spiega: “Questa cifra è molto difficile da prevedere perché su quelli che saranno gli effetti dei dazi pesano tante incognite, a partire da quello che sarà il comportamento degli operatori”.
Per quanto riguarda lo specifico dell’economia genovese, i settori che più sarebbero esposti a un impatto negativo dei dazi sono quelli legati alla produzione di mezzi di trasporto, alle lavorazioni di metalli, ai macchinari, ai prodotti alimentari e a quelli chimico-farmaceutici.
Il presidente di Confindustria Genova Risso osserva: “E poi bisognerà vedere cosa succederà – dice – i dazi introdotti da Trump, se dovessero portare a un crollo delle importazioni porterebbero anche un crollo dell’introito dei dazi stessi, quindi non credo che potranno viaggiare nell’ordine del 30% o del 50% come si era prospettato in alcune fasi, ma vedremo…”
La politica commerciale Usa e la questione dazi ha già influenzato l’economia genovese ma, paradossalmente, portando dei “segni più”. Nei primi sei mesi del 2025 è stato registrato, secondo il centro studi di Confindustria Genova, un +2% negli ordini da parte dei clienti esteri. “Si tratta di front loading – spiega Giacomo Franceschini – un gioco d’anticipo delle vendite verso gli Usa dove i compratori hanno cercato di farsi consegnare la merce prima delle decisioni di Trump, ed ecco quindi un aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti, ma attenzione, si tratta di una domanda rubata al domani che dovremo scontare nei prossimi mesi”.
Il front loading riguarda solo uno degli aspetti che in questo semestre hanno caratterizzato l’economia genovese. In generale c’è stato un progresso economico, ma con differenze tra servizi e industria: nei servizi sono andati bene quelli più inseriti nelle catene del manifatturiero, servizi a imprese, servizi portuali, o i servizi puri come sanità privata, finanza e gran parte del terziario avanzato.
“Nel turismo, che fa parte di quest’ultimo agglomerato, i livelli non progrediscono ma si mantengono”, rilevano da Confindustria – il rovescio della medaglia riguarda l’industria, che continua a contrarsi, con un -1%, e negativa è stata la performance sul mercato italiano”.
Il buon andamento dell’export in questi ultimi sei mesi non è dovuto solo al “gioco d’anticipo” sui dazi ma anche alle performance della cantieristica navale e alle contrattualizzazioni raggiunte da alcune grandi aziende del nostro territorio.
Anche i settori dei trasporti, della distribuzione e della logistica hanno riportato a consuntivo un aumento del giro d’affari. Continua a registrare una crescita di fatturato (+5,8%) e margini il settore della sanità privata, e anche le prestazioni (1,5%) hanno avuto un aumento.
E in futuro? “Per la seconda parte del 2025 le previsioni delle aziende genovesi sono prudentemente positive – continua Giacomo Franceschini del centro studi Confindustria Genova – ma grava l’incertezza sui dazi e i possibili effetti della svalutazioni del dollaro, passato da gennaio a giugno da 1,04 a 1,16 euro, un andamento spiegato dalla diffidenza degli investitori per la politica commerciale americana. A patire sono le aziende italiane e genovesi esportatrici che sarebbero invece avvantaggiate da un cambio diverso”.