Dazi al via. Trump: «Finalmente miliardi di dollari affluiranno negli Stati Uniti»

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Di Panorama
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È scattato alla mezzanotte di Washington (le 6 in Italia) del 7 agosto il nuovo pacchetto tariffario deciso dall’amministrazione statunitense. Un cambio di rotta radicale per il commercio internazionale, che ricalibra i rapporti tra gli Stati Uniti e decine di economie nel mondo, a partire dai suoi principali partner. Il presidente Donald Trump, come da copione, ha celebrato l’iniziativa pochi minuti prima dell’entrata in vigore, annunciando su Truth: «Miliardi di dollari cominceranno ad affluire negli Stati Uniti, provenienti da Paesi che hanno approfittato di noi per troppo tempo».

Tariffe tra il 15% e il 41%: l’Europa ottiene un “tetto”

Le nuove aliquote sostituiscono i precedenti dazi del 10% applicati dallo scorso aprile su quasi tutti i beni importati. Il nuovo schema prevede una forchetta compresa tra il 15% e il 41%, con un impatto significativo su settori industriali, manifatturieri e tecnologici.

Unione Europea, Giappone e Corea del Sud, partner storici di Washington, rientrano tra le economie colpite. Per l’Ue, però, è stato negoziato un tetto tariffario fisso al 15% per tutti i prodotti. Un compromesso ottenuto, come riferito dal portavoce della Commissione per il Commercio, Olof Gill, sulla base di «intenzioni aggregate di spesa energetica e investimenti industriali» presentate dagli Stati membri.
«Si tratta di impegni non vincolanti, ma condivisi in buona fede», ha precisato.

L’accordo, siglato il 27 luglio, include anche l’esenzione da ulteriori sovrattasse su farmaci e semiconduttori, due settori strategici per entrambi i blocchi.

La Svizzera penalizzata: dazi al 39%

Meno fortunata la Svizzera, che si ritrova soggetta a tariffe fino al 39%. Nonostante l’intervento diplomatico della presidente elvetica, in visita a Washington alla vigilia dell’entrata in vigore del provvedimento, la Casa Bianca ha tirato dritto. Il governo svizzero è ora costretto a valutare contromisure o nuove aperture negoziali.

Borse in rialzo su speranze di distensione

Nonostante la stretta commerciale, i mercati europei reagiscono con moderato ottimismo. A trainare l’andamento positivo è anche l’annuncio di un possibile vertice tra Trump e Vladimir Putin, che alimenta le speranze di una de-escalation nel conflitto ucraino.

A Francoforte, il Dax rimbalza dopo un avvio negativo (complice il calo dell’1,9% della produzione industriale tedesca) e chiude a +1,4%. Bene anche Parigi (+1,1%), Zurigo (+1%) e Mosca, dove il Moex vola +4,7%. Più cauta Milano, che avanza +0,5%, sostenuta da Interpump (+6%), Buzzi Unicem (+5,1%), Prysmian (+3,8%) e Stellantis (+2,95%). In rosso Leonardo (-5,98%) e Bper (-1,4%).

Materie prime e valute: stabile l’euro, sale il petrolio

Sul fronte delle materie prime, il petrolio prosegue la sua corsa: il WTI si attesta a 64,8 dollari al barile (+0,7%), mentre il Brent supera i 67,3 dollari (+0,73%). Leggero calo per il gas europeo, che perde lo 0,85%, restando però vicino ai 33 euro/MWh.

L’euro è stabile e scambia a 1,1665 sul dollaro, mentre lo spread Btp-Bund resta fermo a 79 punti base, con il rendimento del decennale italiano appena sotto il 3,44%.

Lula mobilita i BRICS: telefonate con Modi e Xi

Nel frattempo, il Brasile si muove sul fronte geopolitico. Il consigliere speciale della Presidenza, Celso Amorim, ha confermato che il presidente Luiz Inácio Lula da Silva si metterà in contatto con il premier indiano Narendra Modi per discutere una possibile risposta comune ai nuovi dazi Usa.

Nelle prossime ore dovrebbe seguire un colloquio anche con il presidente cinese Xi Jinping. L’obiettivo? Coordinare una reazione a livello BRICS, tema già emerso durante il recente vertice di luglio a Rio de Janeiro.

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Panorama

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