Dazi al 20%, Donald Trump annuncia l’accordo e “fa pace” con il Vietnam

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Di Panorama
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Il giorno dell’entrata in vigore dei dazi imposti nel “Liberation day” si fa sempre più vicina, mentre il tempo per trovare un accordo con l’amministrazione americana si assottiglia. Oggi, però, Donald Trump ha annunciato un nuovo accordo con un altro Paese asiatico, dopo quello raggiunto con Il Regno Unito e la tregua siglata con la Cina. Sul suo social network Truth il Presidente americano ha scritto: «È per me un grande onore annunciare che ho appena concluso un accordo commerciale con la Repubblica Socialista del Vietnam dopo aver parlato con To Lam, lo stimato Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam».

A fornire i dettagli dell’accordo è lo stesso Trump: «Sarà un grande accordo di cooperazione tra i nostri due Paesi. Le condizioni sono che il Vietnam pagherà agli Stati Uniti un dazio del 20% su tutte le merci inviate nel nostro territorio e un dazio del 40% su qualsiasi trasbordo». Il Vietnam si mette così al riparo dalla tariffa del 46% che sarebbe altrimenti subentrata a partire dal 9 luglio.

Per il Paese asiatico, ex nemico giurato degli Stati Uniti, il 20% è sembrato un dazio accettabile, esportando infatti principalmente prodotti a basso valore aggiunto, le tariffe da pagare saranno verosimilmente finanziate da leggeri aumenti di prezzo per i consumatori finali americani. Da notare anche la tariffa del 40% per le merci portate in Vietnam per la riesportazione, chiaramente pensata per i prodotti cinesi esportati in Vietnam per essere poi spediti negli Stati Uniti. Non a caso le aziende cinesi stanno infatti investendo nella produzione direttamente in loco.

Ma non finisce qui, «In cambio, il Vietnam farà qualcosa che non ha mai fatto prima, concedendo agli Stati Uniti d’America l’ACCESSO TOTALE ai loro mercati per il commercio. In altre parole, “apriranno il loro mercato agli Stati Uniti”, il che significa che potremo vendere i nostri prodotti in Vietnam a tariffa zero».

Secondo il Presidente americano questo aprirà nuove opportunità per le aziende americane, in particolare per il settore automotive: «Ritengo che il SUV o, come viene talvolta definito, il veicolo di grossa cilindrata, che va così bene negli Stati Uniti, sarà un’ottima aggiunta alle varie linee di prodotti del Vietnam».

Ma per un accordo concluso, ce ne sono molti altri in attesa di essere conclusi, sempre che vengano conclusi. Uno di questi è quello con l’Unione Europea, per il quale è arrivato oggi negli Stati Uniti il Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, il quale, prima di partire, si è limitato a dire che «vogliamo ottenere il massimo possibile, qualcosa che sia equo per entrambe le parti».

Nell’ultimo consiglio europeo di settimana scorsa Italia e Germania si erano dette a favore di un rapido accordo, magari simile a quello britannico, mentre la Francia era sembrata più cauta e orientata a trovare la giusta quadra, anche a costo di incorre nella reintroduzione della tariffa del 20% imposta ad aprile.

Se così dovesse essere, è molto probabile che l’Ue sia in buona compagnia. Se un accordo è stato infatti raggiunto con Regno Unito e Vietnam (oltre alla “tregua” con la Cina), mentre quello con Canada e India sembra essere in dirittura d’arrivo, è molto probabile che questo non accada con il Giappone, visto che nei giorni scorsi Trump si era lamentato pubblicamente delle difficoltà a raggiungere un accordo con il Paese del Sol Levante, minacciando di mettere un dazio del 30 o 35% per tutti i prodotti importati dal Giappone. Il tempo stringe, e la “guerra dei dazi” potrebbe presto ricominciare.

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Panorama

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