Dazi, 11 Paesi Ue scrivono a Ursula von der Leyen: “Subito scudo commerciale sull’acciaio”

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La protesta verbale è diventata un atto formale a tutti gli effetti. Dopo le pesanti critiche dei big dell’Europa nei confronti di Ursula von der Leyen, rea di aver raggiunto con Donald Trump un accordo sui dazi molto sfavorevole per l’Unione, oggi è il giorno delle contromosse ufficiali degli Stati. Undici Paesi Ue, infatti, hanno scritto un documento-appello per chiedere una protezione efficace per l’industria dell’acciaio: uno scudo, insomma. E nel minor tempo possibile.

Il testo – “Chiediamo alla Commissione europea di presentare al più presto una proposta per un nuovo quadro di protezione commerciale contro gli effetti dannosi della sovraccapacità siderurgica. In ogni caso, questo futuro quadro dovrà essere attuato il prima possibile, a partire dal 1° gennaio 2026″: è quanto hanno scritto da 11 Paesi europei, tra cui l’Italia, nel non paper, compilato su iniziativa della Francia, sul nuovo quadro di protezione commerciale per l’industria siderurgica. “L’ambizione, dichiarata nel Piano d’azione per l’acciaio e i metalli, di un livello di protezione altamente efficace deve tradursi in un’ambizione rafforzata rispetto alle attuali misure di salvaguardia. Deve creare – si legge ancora – le condizioni affinché l’industria siderurgica europea possa tornare a tassi di utilizzo sostenibili, prossimi all’obiettivo dell’85% individuato dalla Commissione nel suo piano d’azione. Un modo efficace sarebbe quello di limitare, per un dato livello di consumo europeo di acciaio, la quota di mercato destinata alle importazioni”. Il documento in questione è stato firmato da Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna.

L’attuale misura di salvaguardia del settore, è stato ricordato nel non paper, scadrà a giugno 2026 e “non è più sufficiente a proteggere l’industria siderurgica europea”. La graduale liberalizzazione delle misure “ne ha ridotto l’efficacia: i contingenti esenti da dazi sono diventati troppo elevati rispetto alla domanda interna europea, che da allora è diminuita significativamente. Mentre le importazioni di acciaio nell’Ue sono rimaste sostanzialmente stabili nel periodo, l’intero calo della domanda interna è ricaduto sulla produzione interna dell’Ue. Accogliamo con favore l’ultima revisione funzionale, entrata in vigore nell’aprile 2025 e condotta in modo rapido ed efficace su richiesta congiunta di 13 Stati membri; tuttavia – è scritto nel documento – è necessario un meccanismo più efficace e ambizioso per garantire la sostenibilità dell’industria siderurgica europea”. Il nuovo quadro di protezione dell’industria dell’acciaio “dovrebbe mirare a riportare la quota delle importazioni agli stessi livelli del 2012-2013”, ossia, per ogni segmento di prodotto: 15% per l’acciaio piatto, 5% per l’acciaio lungo e 15% per l’acciaio inossidabile” rispetto alla domanda in Ue.

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Il Fatto Quotidiano

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