Dati Istat sull’occupazione, i sindacati: “In Liguria continuano a calare i dipendenti, boom di autonomi. Penalizzati i giovani”
- Postato il 14 marzo 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Continuiamo ad essere campioni nel lavoro part time e a scoraggiare i nostri giovani”. così Maurizio Calà, segretario generale di Cgil Liguria, commenta i dati Istat sull’occupazione in Liguria.
Aggiunge: “Dietro alla stagnazione dell’economia ligure si nasconde un appiattimento dei livelli occupazionali con un arretramento dei settori a più alto contenuto tecnologico e produttivo come l’industria”. I dati Istat 2024 sull’occupazione in Liguria indicano l’aumento degli occupati part time e del tasso di inattività. Alla fotografia generale si aggiunge poi il dato del quarto trimestre 2024 che registra il crollo degli occupati dipendenti dovuto soprattutto ad una forte contrazione dell’occupazione nell’industria”.
“Purtroppo viene confermata la conversione del tessuto produttivo ligure verso i settori che producono meno valore aggiunto, verso la precarizzazione e il lavoro povero – commenta ancora Calà – avremmo necessità di una Europa forte che investe in ricerca e sviluppo e non nelle armi, di un Governo che invece di precarizzare il lavoro sostenga quello di qualità investendo nella scuola e ricerca e nella tecnologia, e di una politica regionale che si occupi realmente di queste questioni e che sia in grado di fare analisi con le parti sociali per intervenire concretamente nei punti di debolezza” conclude Calà.
I dati, elaborati da Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio Economico di Cgil Genova e Liguria, indicano come “nel 2024, a fronte di un risibile aumento del + 0,14% (contro il ben più robusto +1,3% del nord-ovest e +1,5% della media nazionale) registrato dall’occupazione in Liguria, sia aumentata dal 21,2 al 21,5% l’incidenza dell’occupazione part-time, mentre la stessa cala nel nord-ovest dal 17,4 al 16,5% e nella media nazionale dal 18 al 17,1%; l’occupazione cala tra gli occupati dipendenti, soprattutto nelle fasce di età più giovani (-11,6% tra i 15 – 24enni e -3% tra i 15 -34enni). Ma non è tutto; gli occupati per titolo di studio vedono calare quelli in possesso di laurea dello -0,3%, mentre nel nord-ovest aumentano del +2,4% e a livello nazionale del +3,7%.
In aumento il tasso di inattività che sale al 28,8% dal 28,1%, dato legato a doppio filo ai dati sui Neet che, nella fascia tra i 15 – 29 anni, solo in Liguria tornano ad aumentare dall’11,3 al 12,4% mentre nel nord-ovest calano dall’11 al 10,2% così come nella media nazionale (dal 16,1 al 15,2%).
Infine, i dati del quarto trimestre 2024, in linea con il progressivo rallentamento iniziato nei trimestri precedenti, registrano un calo dell’occupazione del -0,7% concentrato totalmente nell’occupazione dipendente (-16.096 mila occupati, pari al -3,3%) ascrivibili soprattutto all’industria in senso stretto (-14.503 unità, pari ad un catastrofico -17,1%).
Luca Maestripieri, segretario regionale della Cisl Liguria, sottolinea: “Nel 2024, in Liguria, il numero degli occupati ha raggiunto 634mila, registrando un lieve aumento rispetto ai 633mila del 2023. Tuttavia, il dato negativo emerge nell’ultimo trimestre dell’anno: mentre il lavoro indipendente è cresciuto da 154mila a 166mila unità, quello dipendente è diminuito da 489mila a 473mila. Qquesti dati devono essere interpretati con grande cautela”.
“Sebbene l’incremento complessivo degli occupati sia positivo, emergono difficoltà che il territorio deve ancora affrontare, Attualmente, il tasso di occupazione in Liguria si attesta al 67,3%, in calo rispetto al 68,3% di dieci anni fa, posizionando la regione all’ultimo posto tra quelle del nord Italia. In controtendenza, significativo l’aumento dei lavoratori dipendenti e il calo di quelli indipendenti nel settore del commercio, degli alberghi e dei ristoranti: nel 2024 si è registrato un incremento dei dipendenti, da 92mila a 101mila, mentre il numero degli indipendenti è calato da 53mila a 45mila”.
Maestripieri aggiunge che “i Patti per il lavoro, che, come sindacati, abbiamo fortemente voluto e che sono stati sottoscritti con la Regione, confermano l’importanza della strada intrapresa. I risultati stanno cominciando a vedersi, a dimostrazione di quanto sia cruciale il dialogo tra il mondo del lavoro, le imprese e le istituzioni per creare strumenti concreti che favoriscano un’occupazione di qualità”.