Danni alla base di Baikonour, ISS in difficoltà?

  • Postato il 1 dicembre 2025
  • Di Focus.it
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Giovedì 27 novembre 2025 un razzo Soyuz è decollato dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, portando in orbita i cosmonauti russi Sergei Kud-Sverchkov e Sergei Mikayev insieme all'astronauta statunitense Christopher Williams della NASA (foto sotto). I tre hanno raggiunto senza problemi la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove resteranno per una missione di circa otto mesi. Dietro il successo del lancio, però, si nasconde un serio incidente a terra. Subito dopo il decollo, al Sito 31 — l'unica rampa russa oggi configurata per supportare i lanci di veicoli Soyuz con equipaggio e navette cargo Progress — sono emersi danni rilevanti alle strutture di servizio.. Piattaforma da 20 tonnellate sbalzata via In un comunicato minimale diffuso su Telegram, Roscosmos ha parlato di "danni a diversi componenti della rampa", osservati durante una normale ispezione post-lancio. Ma i video circolati nelle ore successive mostrano una scena diversa: una massiccia piattaforma di servizio, dal peso stimato di 20 tonnellate, è precipitata nella trincea di deflusso dei gas sotto la piattaforma di lancio. Secondo diverse fonti tecniche citate da esperti del settore, quella piattaforma permette l'accesso degli operatori alla base del razzo nelle ore prima del decollo. Sembra che non fosse adeguatamente fissata e che la spinta del Soyuz l'abbia letteralmente scagliata nella fossa di scarico. «La piattaforma presenta danni significativi», ha confermato la stessa fonte. La criticità è elevata: oggi la Russia dispone di una sola rampa operativa in grado di supportare i lanci con equipaggio e quelli delle Progress, proprio il Sito 31. Il "Sito 1", la storica piattaforma da cui nel 1961 partì Yuri Gagarin, è stato chiuso e trasformato in un museo. Esistono altre rampe Soyuz sul territorio russo, come ricordato dall'analista Anatoly Zak, ma nessuna può essere rapidamente adattata per le missioni verso la ISS con Soyuz e Progress. Roscosmos ha assicurato che la riparazione sarà rapida: «Tutti i componenti di ricambio necessari sono disponibili e i danni saranno riparati a breve», si legge nella nota.. Test per l'impegno russo sulla ISS Fino a pochi anni fa, una frase del genere non avrebbe sollevato dubbi. Ma dopo l'invasione dell'Ucraina, una parte crescente delle risorse del Paese è stata assorbita dall'apparato militare, e diversi osservatori statunitensi hanno notato un indebolimento delle capacità civili del programma spaziale russo. Il guasto al Sito 31 costringe ora Mosca a dimostrare quanto voglia davvero continuare a investire nella Stazione Spaziale Internazionale. La Russia aveva accettato di prolungare la collaborazione con la NASA fino al 2030, ma senza impegni finanziari significativi, riducendo le missioni con equipaggio da quattro a tre ogni due anni per contenere i costi. «Questo incidente metterà alla prova la resilienza e le priorità della leadership russa», ha affermato Jeff Manber, dirigente di Voyager Technologies ed ex CEO di Nanoracks (azienda aerospaziale privata statunitense che fornisce servizi e hardware commerciali per attività spaziali, come il lancio di satelliti). La NASA, in coincidenza con la festività del Ringraziamento, non ha commentato immediatamente l'accaduto, ma secondo una fonte vicina ai rapporti tra le due agenzie, le preoccupazioni sono notevoli. Il nodo centrale è il veicolo cargo Progress. Oltre a trasportare rifornimenti al segmento russo, è essenziale per funzioni critiche: dal rialzare l'orbita della Stazione (la ISS perde regolarmente quota a causa dell'attrito) al gestire l'assetto, grazie ai propulsori che lavorano insieme ai giroscopi americani. Teoricamente queste operazioni possono essere svolte anche tramite altri veicoli, ma con un consumo di carburante molto più elevato. Dragon di SpaceX e Cygnus di Northrop Grumman hanno dimostrato capacità di reboost, ma non è chiaro se possano sostituire interamente le Progress nel lungo periodo. Secondo il programma attuale, tra oggi e luglio 2027 sono previsti altri due lanci Progress e, nell'estate prossima, una nuova missione Soyuz con equipaggio. Con il Sito 31 fuori uso — anche solo temporaneamente — il sistema logistico della ISS diventa ancora più dipendente dagli Stati Uniti. SpaceX, in particolare, si ritrova a sostenere quasi da sola l'intero flusso operativo: il Crew Dragon è oggi l'unico veicolo NASA capace di portare equipaggio sulla ISS; il Boeing Starliner dovrà volare di nuovo in modalità non abitata prima di ritrasportare astronauti. Falcon 9 è attualmente l'unico vettore in grado di lanciare sia le navette Dragon sia le Cygnus, dopo le difficoltà di altri razzi statunitensi. In uno scenario paradossale, almeno per un certo periodo, SpaceX potrebbe trovarsi a dover sostenere indirettamente anche le funzioni logistiche della componente russa della Stazione. E se dovesse verificarsi un'emergenza simile a quella sperimentata di recente sulla stazione spaziale cinese — dove la capsula destinata al rientro dell'equipaggio è stata dichiarata inutilizzabile dopo l'impatto con micrometeoriti — come potrebbe essere gestita una situazione del genere senza la piena operatività delle Soyuz e dei veicoli Progress?.
Autore
Focus.it

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