“Danni al fegato”: allerta per il prodotto diffusissimo, rischi il ricovero immediato

  • Postato il 18 agosto 2025
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Il Centro di Farmacovigilanza dei Paesi Bassi ha segnalato danni epatici associati all’uso di prodotti contenenti un tipo di pianta.

Nel settembre 2023, Lareb aveva già ricevuto le prime segnalazioni di epatotossicità legate alla somministrazione di prodotti erboristici contenenti ashwagandha. A giugno 2025, l’ente ha integrato tali dati con nuove notifiche fino a quella data, confermando la presenza di eventi avversi clinicamente significativi al fegato. I casi riportati includono alterazioni degli enzimi epatici e danni epatici evidenti, anche se la frequenza di questi eventi rimane bassa e il nesso causale diretto con l’ashwagandha non è sempre univoco.

Lareb sottolinea che, nonostante l’ashwagandha sia classificata come integratore alimentare nei Paesi Bassi e in Italia e quindi non soggetta a rigorose autorizzazioni come i medicinali, è cruciale prestare attenzione e segnalare tempestivamente eventuali reazioni avverse gravi. La complessità dei prodotti a base di erbe, spesso contenenti mix di diverse sostanze vegetali o contaminazioni, complica l’attribuzione diretta del danno epatico esclusivamente alla Withania somnifera.

Ashwagandha: proprietà, usi tradizionali e moderni

L’ashwagandha è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Solanacee, originario del bacino del Mediterraneo, dell’Asia sud-occidentale e dell’India, dove è impiegato da millenni nella medicina ayurvedica. Le sue radici essiccate e gli estratti concentrati sono apprezzati per le proprietà adattogene e toniche, in grado di modulare la risposta dell’organismo allo stress psicofisico.

I principali composti bioattivi sono i withanolidi, lattoni steroidei come la withaferina A e il withanone, responsabili sia degli effetti terapeutici che potenzialmente tossici. Questi principi attivi agiscono sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, contribuendo a ridurre il cortisolo, l’ormone dello stress, e migliorando la qualità del sonno, l’ansia e il benessere mentale.

L’ashwagandha è utilizzata in Occidente soprattutto come integratore per contrastare stress, ansia e insonnia, e vari studi clinici ne hanno confermato l’efficacia nel ridurre i livelli di cortisolo e migliorare i parametri del sonno, come la durata e l’efficienza.

Sebbene generalmente considerata sicura, l’assunzione di ashwagandha può comportare effetti collaterali quali diarrea, nausea,
Rischi e precauzioni nell’uso dell’ (www.blitzquotidiano.it)

Sebbene generalmente considerata sicura, l’assunzione di ashwagandha può comportare effetti collaterali quali diarrea, nausea, vomito e dolori addominali. I casi di tossicità epatica sono stati riportati sporadicamente e non sono stati documentati in modo sistematico nei trial clinici, ma alcuni report suggeriscono una possibile correlazione, soprattutto in presenza di bassi livelli dell’antiossidante cellulare glutatione (GSH), fondamentale nella protezione epatica.

Inoltre, la presenza di altri componenti o contaminanti nei prodotti erboristici può aver contribuito a tali eventi avversi, rendendo difficile l’attribuzione diretta all’ashwagandha. È importante anche considerare le interazioni con farmaci antidiabetici, ormoni tiroidei e immunosoppressori, che possono aumentare il rischio di effetti indesiderati.

L’uso è sconsigliato nei bambini, nelle donne in gravidanza e in allattamento, in mancanza di dati sufficienti sulla sicurezza in queste categorie. Per chi soffre di patologie epatiche o assume terapie concomitanti, è fondamentale consultare un medico prima di iniziare l’integratore.

Consigli per un uso consapevole e sicuro

In Italia, come nei Paesi Bassi, i prodotti a base di ashwagandha sono disponibili come integratori alimentari, spesso commercializzati per favorire il rilassamento, migliorare la qualità del sonno e supportare le difese naturali dell’organismo. Gli estratti utilizzati negli studi clinici sono generalmente titolati e standardizzati (ad esempio KSM-66, Shoden, Sensoril), per garantire una composizione stabile e replicabile degli attivi.

Alla luce delle segnalazioni di danni epatici, l’attenzione verso la qualità del prodotto e la trasparenza degli ingredienti diventa cruciale. La scelta di integratori certificati, con controlli rigorosi su contaminazioni e purezza, è essenziale per minimizzare i rischi.

Il monitoraggio post-marketing da parte delle autorità sanitarie, come Lareb, rimane un elemento fondamentale per identificare tempestivamente eventuali problemi di sicurezza e aggiornare le raccomandazioni d’uso. Gli utenti sono invitati a segnalare qualunque reazione avversa per contribuire al sistema di farmacovigilanza.

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Blitz

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