Danilo Gallinari annuncia il ritiro: "Caro basket, il nostro viaggio non finisce qui, cambia solo la destinazione"

  • Postato il 2 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Avrebbe meritato un finale differente, ma in fondo a Danilo Gallinari le cose belle, semplici e lineari non sono mai piaciute. Ma chissà quanti avrebbero voluto essere come lui: a 37 anni e 4 mesi, il nativo di Graffignana, nonché figlio di Vittorio (ex colonna dell’Olimpia Milano) ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica. Un annuncio che non ha sorpreso più di tanto, perché già dopo EuroBasket si era intuito quanto il Gallo avesse voglia di concedere un po’ più tempo agli affetti (è da poco diventato padre per la terza volta) piuttosto che al campo. Con le sirene di Puerto Rico e dell’amico Arroyo rispedite al mittente, ma con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che c’era da fare.

Una carriera di altissimo livello, frenata solo dagli infortuni

Che potesse esserci nell’aria un addio definitivo lo si era intuito da tempo, anche perché il telefono è rimasto in silenzio in queste ultime settimane, con l’NBA che non ha più deciso di riaprire le porte al giocatore che nel campionato dei sogni c’era sbarcato nel 2008, selezionato al draft come scelta numero 6 dai New York Knicks. La sua carriera NBA racconterà di oltre 800 gare tra regular season (777) e play-off (51), con Denver, Los Angeles (sponda Clippers), Oklahoma City, Atlanta, Washington, Detroit e Milwaukee come destinazioni toccate.

Ce ne sarebbe stata un’altra, quella più desiderata: la chiamata di Boston nell’estate del 2022, vanificata da uno dei tanti infortuni rimediati in carriera (il crociato rotto nell’amichevole tra Italia-Georgia di quell’agosto, partita in preparazione a EuroBasket) e chiusa con la delusione di vedersi scambiato prima ancora di debuttare con la casacca dei Celtics, la squadra per cui tifava da bambino.

La scelta poi di andare a giocare a Puerto Rico, in una lega “compressa” in soli 4 mesi, era figlia della volontà di provare a tenere aperto un canale con l’NBA, oltre che per coronare l’ultimo desiderio di un torneo con la maglia della nazionale, chiuso con l’eliminazione contro la Slovenia negli ottavi di finale di EuroBasket (Danilo fu commovente quel giorno, ma non bastò a ribaltare l’inerzia della partita, segnata da un pessimo avvio azzurro).

L’ultima gioia: il primo titolo a Puerto Rico (a 37 anni)

Cresciuto in una famiglia dove il basket era la regola, Gallinari è stato in qualche modo uno dei giocatori capaci di raggiungere le vette più alte dell’universo cestistico. Tanto che non si spiega come la generazione sua, dei Belinelli, dei Bargnani, dei Datome e compagnia cantante non sia riuscita a portare nulla nella bacheca azzurra.

In America Danilo ha pagato dazio spesso agli infortuni, poi quando avrebbe potuto giocarsi qualcosa di veramente importante è finito per ritrovarsi fuori tempo massimo (vedi ai Bucks 2024), riuscendo comunque a conquistare un trofeo proprio nell’ultimo campionato disputato, quello con i Vaqueros de Bayamon (eletto anche MVP delle finali).

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Difficile convincersi che per lui non ci fosse ancora un posto nel basket che conta: di sicuro avrebbe potuto far comodo anche da quest’altra parte dell’Oceano, ma con l’Olimpia Milano le voci di un possibile ritorno (ipotesi a lui gradita da sempre, ripensando agli inizi di carriera passato in casa Armani) sono sempre naufragate di fronte a un rapporto pressoché inesistente con l’attuale dirigenza meneghina, con evidente disappunto mai nascosto dal Gallo.

Un futuro da scrivere: Danilo vorrebbe fare il dirigente

Per annunciare il ritiro, come fatto da molti suoi colleghi in passato, Gallinari ha scelto di consegnare una lettera al mondo del basket, ringraziandolo per quanto fatto nel corso dei suoi 20 anni e passa di carriera. Che adesso potrebbe comunque battere altre strade, ma sempre legate al mondo della pallacanestro: negli Stati Uniti negli ultimi anni Danilo ha seguito corsi di formazione per diventare dirigente, e non è escluso che quello possa essere il passo successivo, con l’obiettivo di diventare un manager di qualche franchigia o comunque un uomo deputato a stare nel board di alcuni club.

Difficile che possa farlo in Italia, perché per ora ha fatto capire di voler restare dall’altra parte dell’oceano. E se sentirà la nostalgia del campo, gli basterà andare in spiaggia o al parco e lì troverà di sicuro un campetto pronto ad accoglierlo.

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Virgilio.it

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