Damasco-Ankara-Bruxelles. Tutte le richieste di Erdogan a von der Leyen

  • Postato il 17 dicembre 2024
  • Esteri
  • Di Formiche
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Ankara è l’unico membro della Nato ad aver sconfitto sul campo Isis e Pkk. Bisogna partire da questa rivendicazione, avanzata con decisione dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, per capire sia come evolveranno le politiche europee in Siria, sia come procederà il nuovo corso della commissione Ue per quanto riguarda le relazioni con chi si affaccia su due mari: il Mediterraneo in prospezione euroatlantica e il Mar Nero in quella caucasica e mediorientale. Il sunto dell’incontro sul Bosforo è circoscritto a questa traccia (con nel mezzo le interlocuzioni sull’Ucraina e sul Golfo) e soprattutto con una novità tutta europea: Von der Leyen apre al dialogo europeo con Erdogan, che conferma come l’adesione sia un obiettivo strategico.

Ankara e Damasco

Il presidente turco non si è nascosto in questo incontro, anche per ricordare a Bruxelles che è Ankara a dare le carte a Damasco (anche con riferimento al dossier energetico). Per cui il primo elemento di dibattito si ritrova alla voce risorse: dall’Unione Europea la Turchia riceverà un ulteriore miliardo di euro per il 2024 al fine di sostenere l’assistenza ai rifugiati siriani lì sono ospitati. Denari che serviranno “alla gestione delle migrazioni e delle frontiere, compresi i rimpatri volontari dei rifugiati siriani”. Un elemento di indubbia rilevanza, dal momento che proprio la polemica sui fondi dell’accordo risalente al 2016 tra Ue e Turchia era stata al centro di molteplici controversie tra i due leader, compreso lo sgarbo che Erdogan aveva riservato a von der Leyen nell’aprile 2021, quando l’aveva lasciata in piedi e senza una sedia in occasione della visita ad Ankara assieme a Charles Michel. Fatti che sembrano scavalcati, ora, sia a causa della contingenza di emergenze belliche a risolvere assieme, sia in virtù dell’ultima curva imboccata dal sultano che, per sua stessa ammissione, ha dichiarato che questo sarà il mandato presidenziale che chiuderà la sua esperienza politica.

Le richieste di Erdogan

Le richieste di Erdogan non sono finite lì: ha chiesto all’Unione europea di fare pressione su Netanyahu per fermare la guerra nella Striscia di Gaza e giungere così ad un cessate il fuoco che sia permanente. “Quello che sta andando avanti è un massacro, la maggior parte dei circa 50 mila palestinesi che hanno perso la vita sono bambini, donne e anziani”. La risposta europea è stata diplomatica, dal momento che von der Leyen ha puntato su un oggetto del desiderio della Turchia, come il dialogo ad alto livello sull’economia che verrà avviato tra Bruxelles e Ankara.

”Il rapporto tra Turchia e Ue è tanto ricco quanto è complesso, ma una cosa è chiara: sta andando avanti”, ha osservato il presidente della Commissione Ue, e il fatto di voler ravvivare la relazione tra i due soggetti è chiaramente anticamera all’ammissione della Turchia come membro dell’Ue. Il numero uno della Commissione non fa mistero della rilevanza strategica che a Turchia riveste per l’Ue, sia per il livello delle relazioni economiche (gli scambi commerciali hanno raggiunto il livello record di 206 miliardi di euro nel 2024), sia per spianare la strada ad impegno diretto della Banca europea degli investimenti in Turchia.

Dalla finanza alla programmazione: von der Leyen si aspetta una collaborazione da Erdogan sulla questione dell’elusione delle sanzioni europee contro la Russia e su una buona volontà da parte turca in sede Onu per l’atavica questione dell’occupazione Cipro.

Futuro europeo?

Il collante di questo vero e proprio tavolo diplomatico si ritrova all’adesione all’Ue, che per la Turchia resta un obiettivo strategico. ”È chiaro che la nostra adesione darà un contributo significativo al Paese e all’Unione”, aggiunge, sottolineando che i recenti sviluppi in Siria ”hanno rafforzato il ruolo della Turchia come Paese chiave, ci aspettiamo dall’Ue una visione più forte per rafforzare l’interesse comune’, che non può essere ostaggio della volontà di alcuni Stati membri”. Che la strada imboccata da von der Leyen sia questa volta verso il Bosforo lo dimostra la partecipazione per la prima volta del ministro degli Esteri turco Hakan Fidan alla recente riunione informale con i suoi omologhi Ue, in precedenza Erdogan era stato presente al vertice della Comunità politica dell’Ue a Budapest.

In sostanza Erdogan bussa con insistenza alle porte dell’Ue, questa volta più convintamene rispetto al passato anche per via della volontà di chiudere la sua carriera politica con questo traguardo, ma senza dimenticare che la situazione economica del Paese gli impone senza indugi di allargare il paniere di alleati. E al contempo potrebbe portare in dono all’Ue una sorta di impegno non scritto, per favorire una pax siriana che allontani il rischio di un’opa dei terroristi sul nuovo corso di al-Jolani a Damasco.

Autore
Formiche

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