Dama: il centrodestra crede nel miracolo in Emilia Romagna
- Postato il 12 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Dama: il centrodestra crede nel miracolo in Emilia Romagna
Il centrodestra e il sogno proibito di prendere l'Emilia Romagna, regione «rossa» per antonomasia ma comunque contendibile, secondo la coalizione di governo. Che chiude la campagna elettorale della candidata Elena Ugolini schierando i suoi pesi massimi: Meloni in collegamento video, Salvini e Tajani in presenza. «Stravolgeremo i pronostici», dice la premier. Il leader di Forza Italia è il primo dei leader a parlare. Dice che l'Emilia Romagna ha bisogno di «alternanza», a maggior ragione dopo le violenze di Bologna, perché «non possono spadroneggiare i violenti, i vigliacchi e i delinquenti», che «aggrediscono la polizia» in «trecento contro cinque», con il sostegno - ci va giù duro «dell'amministrazione comunale». Il sindaco Lepore, che ha accusato il governo di aver mandato i neofascisti nella sua città, «sapeva tutto», sostiene il ministro degli Esteri, «camicie nere o camicie rosse, l'importante è che ci siano le autorizzazioni e si rispettino le regole».
Il Pd, prosegue, «non ha avuto il coraggio di prendere le distanze» e questo è un problema: «Mi stupisce che la sinistra preferisca i figli di papà ai figli del popolo». Dove i primi, ricorda Tajani citando Pasolini, «sono gli studenti mantenuti che bivaccano nei centri sociali» e i secondi «sono i poliziotti che per 1.200 euro al mese difendono la legalità e lo Stato». Il leader di Forza Italia poi mette nel mirino i giudici: «Alcuni magistrati stanno cercando di imporre la loro linea al governo e questo è veramente inaccettabile». Il riferimento è alla decisione del Tribunale di Roma che, di nuovo, non ha autorizzato il trattenimento dei migranti in Albania. «Non è un magistrato che decide qual è il paese sicuro, non lo sa, non si occupa di queste cose». Il tema delle violenze di piazza ritorna anche nell'intervento di Matteo Salvini. C
hiederà un encomio per il reparto mobile che «ha rischiato la propria vita» per salvarne altre. Prima del comizio il leader leghista ha incontrato in Questura alcuni agenti: «Il ragazzo che comandava quel reparto, in dieci contro trecento criminali rossi armati di bastoni e mazze, è un padre di famiglia con tre figli». Le uniche camicie nere, attacca Salvini, «erano sotto le camicie rosse. Gli unici fascisti rimasti sono nei centri sociali». E, a proposito di colori, il ministro delle Infrastrutture rivendica il rosso trumpiano della sua cravatta: «Me la tengo fino alle prossime elezioni americane. C'è stato troppo gusto martedì notte a guardare le facce che dal sorriso sono passate alla depressione. Immagino che in alcuni circoli rossi dell'Emilia siano entrati con il Lambrusco e usciti con Maalox e Coca Cola». Salvini accusa Bonaccini e Schein di aver cambiato bandiera sul tema dell'autonomia («Sono diventati centralisti, non si fidano dei cittadini»), poi attacca anche lui i magistrati: «È arrivato il momento di approvare la separazione delle carriere e la responsabilità civile personale dei giudici che sbagliano, ma pagando di tasca propria». La conseguenza della decisione del tribunale romano, che ha negato il trattenimento in Albania, secondo Salvini sarà questa: quei migranti «torneranno in Italia liberi di camminare». Poi «se uno di questi sette la settimana prossima compie un reato, spaccia, stupra, scippa o ammazza, chi ne dovrebbe rispondere?». Infine tocca a Giorgia Meloni che, causa vertice con i sindacati, si collega da Roma. L'Emilia Romagna è «giocabile», sostiene la premier. Lo testimonia il nervosismo della sinistra: «Quando hanno paura di perdere il loro potere, il clima si surriscalda». Meloni torna sui temi della manovra economica, e in particolare, sulla sanità: «Non serve una calcolatrice per dimostrare che nessun governo della storia ha messo tante risorse in campo». Ma l'Emilia Romagna è anche la Regione recentemente colpita da una nuova alluvione. E la prevenzione, attacca la leader di Fratelli d'Italia, è un tema su cui la sinistra ha fallito: «Schlein da vice presidente della Regione lanciò un patto contro il dissesto, ma non ha mai concretizzato il piano. E ora provano a scaricare la responsabilità sul governo». Se qualcuno vuole usare l'alluvione per sperare di ottenere un vantaggio politico, «non lo farà con il nostro contributo». Espugnare la terra più rossa? Meloni ci spera: «I pronostici possono essere stravolti. Come in Liguria, come in altre dieci regioni, anche qui possiamo scrivere una storia diversa».
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