Dallo Spazio alla strategia. L’Italia punta in alto con 7,5 miliardi di investimenti
- Postato il 31 ottobre 2025
- Spazio
- Di Formiche
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Milano ha chiuso la seconda edizione degli Stati generali della Space economy con una giornata densa di contenuti e significati. Nell’HangarBicocca si sono riuniti rappresentanti di governo, industria e ricerca per tracciare le prossime traiettorie della filiera spaziale italiana, in un anno cruciale segnato dall’entrata in vigore della legge sullo spazio e dall’avvicinarsi della ministeriale Esa.
L’iniziativa, promossa dall’Intergruppo parlamentare per la Space economy presieduto da Andrea Mascaretti, ha riunito istituzioni e stakeholder in un confronto che ha intrecciato tecnologia e politica industriale, talento e sovranità, visione nazionale e integrazione europea.
Nella mattinata si sono svolti sette tavoli tematici su normativa, finanza, territori, capitale umano e sicurezza. Quello dedicato alla Difesa, alla cybersicurezza e all’intelligence è stato moderato da Flavia Giacobbe, direttrice di Formiche e Airpress, a conferma del legame crescente tra spazio e sicurezza nazionale. Il pomeriggio ha ospitato la plenaria conclusiva, momento politico e di sintesi della giornata.
L’analisi dei dati presentata dal See lab della Sda Bocconi ha mostrato una filiera in espansione, con oltre 400 imprese, 13.500 addetti e più di 4 miliardi di euro di fatturato, a conferma di un comparto sempre più interconnesso con l’economia reale.
“Lo Spazio è un dominio strategico”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio inviato ai partecipanti. “È una priorità difendere i nostri asset, in orbita e a terra, senza rinunciare all’autonomia di giudizio e di azione. Sovranità tecnologica vuol dire anche questo: capacità di decidere, proteggere e reagire”. La premier ha ricordato che “Abbiamo già destinato oltre 7,5 miliardi di euro al settore spaziale, un investimento senza precedenti che conferma la volontà del governo di rendere l’Italia protagonista in Europa e nel mondo.”
Per il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, “Lo Spazio è una delle frontiere più promettenti dell’economia globale. L’Italia è tra i pochi Paesi a disporre di un ecosistema completo, dalla manifattura al lancio, fino alla gestione dei dati satellitari”. Un indirizzo politico che ha incontrato l’attenzione dell’industria e delle istituzioni, consapevoli della portata economica e geopolitica della space economy.
Il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago ha ribadito che “lo Spazio non è più un dominio lontano” e che l’Italia dispone “di una filiera aerospaziale completa”. Ha aggiunto che “questi investimenti non solo rafforzeranno la capacità operativa e decisionale della Difesa, ma sosterranno la rete delle piccole e medie imprese italiane”.
Nel pomeriggio la plenaria ha restituito una visione condivisa, orientata alla crescita sostenibile e all’autonomia industriale. Il tema del capitale umano è emerso come asse strategico, con la premier che ha ricordato come “il futuro si costruisce con il capitale umano”, rilanciando la necessità di percorsi formativi mirati e investimenti nella ricerca.
In questo quadro è emersa anche la dimensione internazionale della strategia spaziale italiana, che guarda al rafforzamento delle infrastrutture all’estero. Tra queste, il Centro spaziale Luigi Broglio di Malindi, in Kenya, è tornato al centro dell’attenzione come simbolo di cooperazione bilaterale e presidio tecnologico nel continente africano. L’infrastruttura, gestita dall’Agenzia spaziale italiana, supporta il tracciamento e il controllo dei lanci satellitari, confermando il ruolo dell’Italia come partner affidabile in ambito Esa e nelle missioni globali.
Come ha ricordato Perego, la valorizzazione di Malindi “rientra nella visione di un’Italia protagonista anche fuori dai propri confini, in un’ottica di sicurezza condivisa e diplomazia dello spazio”.
Urso ha sottolineato che “con la legge sulla Space economy abbiamo definito un quadro che consente alle imprese di investire con certezza, favorendo sinergie tra pubblico e privato e rafforzando la competitività del nostro Paese nel contesto europeo.”
Milano ha così chiuso un percorso cominciato a Roma e proseguito a Torino, trasformando la riflessione in metodo. Dati misurabili, visione comune e responsabilità condivise. La giornata ha dimostrato che lo Spazio, per l’Italia, non è più soltanto una frontiera scientifica, ma un terreno di politica industriale e strategica. Da qui parte una nuova stagione della space economy nazionale, dove sovranità e cooperazione, tecnologia e competitività diventano facce della stessa ambizione.