Dall’incubo di Khamenei alle nozze da fiaba di Bezos, viviamo in un mondo da mille e una notte
- Postato il 27 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Non sappiamo quale incubo avrà avuto l’altra notte Khamenei, certo deve aver fatto un brutto sogno.
Perché quando si è svegliato dal torpore, ha detto forte al suo popolo: “Abbiamo distrutto i sionisti e gli americani. Non hanno raggiunto nessun risultato, malgrado le bombe sui nostri siti nucleari lanciate dai B2”.
Mentire spudoratamente alla gente è un ritornello assai caro ai dittatori, di esempi se ne potrebbero fare a decine. Fino a che punto chi ti ascolta ti crederà? Gli iraniani sono intelligenti e subiscono con pazienza tutti i maltrattamenti di chi è oggi al potere, ma hanno gli occhi per vedere e gli orecchi per sentire.
Se pace c’è stata, se le armi hanno potuto finalmente tacere è perché “l’onnipotente despota” di Teheran ha capito che andando avanti così la capitale e il resto del Paese potevano essere distrutti.
Khamenei ha l’acqua alla gola

D’accordo, dunque, che Khamenei abbia l’acqua alla gola, ma, suvvia, non ingoiamo anche le previsioni fin troppo ottimistiche di Trump, il quale, tronfio per le vittorie ottenute nel conflitto e al convegno dell’Aja, ora possa vantarsi di risultati che sono ancora di là da venire. “Sarà presto pace pure nella striscia di Gaza. Fra un paio di settimane potremo confermare che la guerra sarà solo un brutto ricordo”.
Beh, talmente brutto che i morti si contano a decine di migliaia, che una folla di donne e bambini ha lasciato questa terra per la vendetta di Netanyahu. Pure se il conflitto finirà, quale prezzo è stato pagato da chi nemmeno voleva sentir pronunciare la parola guerra?
Il mondo sta vivendo un periodo disastroso, qualsiasi previsione diventa impossibile ed azzardarne una, pure la più sicura, non ha tutte le chances di diventare certezza.
L’Europa non è immune: gli equilibri di oggi sembrano non essere quelli di domani. L’attuale maggioranza traballa, il partito popolare diventa ondivago e non è escluso che ci possa essere un rovesciamento di fondo.
La destra che avanza
“Precedenza a destra”, titola stamane a tutta pagina Il Manifesto. Ora, faziosità dell’ideologia a parte, non c’è dubbio che spira un vento diverso nel vecchio continente. Tutti i 31 paesi hanno approvato l’iniziativa di Trump, il cinque per cento del Pil per il riarmo. Con una eccezione, quella della Spagna che pur avendo detto si e firmato l’accordo ha aggiunto che mai butterà dalla finestra tanti soldi che potrebbero servire per sanare i bilanci e venire incontro ai problemi di milioni di persone.
È l’epoca dei grandi incontri, si susseguono per trovare un denominatore comune, ma è già difficile trovarne uno a Bruxelles come a Roma e dintorni. Le forze politiche si dividono un giorno si e l’altro pure. Destra e sinistra si fronteggiano, non si rendono conto che la linea da seguire dovrebbe essere un’altra.
La telefonata fra Meloni e Schlein è stata solo una illusione, perchè subito dopo sono ricominciati i dibattiti, le liti, i pro e i contro. Non solo fra fazioni opposte, anche fra esponenti di uno stesso partito. L’Oscar va assegnato in questo caso alla sinistra che non ha un attimo di tregua.
Giuseppe Conte è il primo a dire la sua: “Giorgia Meloni sta sbagliando su tutto, io non l’avrei mai chiamata al telefono come ha fatto Elly”. Migranti, disoccupazione, fuga dei giovani, salari troppo bassi, milioni di poveri. Un disastro.
A destra si risponde sorridendo: “Mai visto un governo così antidemocratico avere tanti consensi. Se continua così le legislature a favore dell’attuale maggioranza saranno due”.
I riformisti del Pd sbraitano, non ne possono più della segretaria che continua a predicare sempre le stesse cose senza mai una novità, un progetto che possa riscaldare l’animo della gente. La politica perde consensi, non se ne può più di questi continui battibecchi che non danno risultati.
Così, chi compra i giornali o guarda la tv si interessa d’altro: ad esempio dello stramiliardario Jeff Bezos che per le sue nozze con Lauren Sanchez ha “affittato” più di mezza Venezia. Le coppie giovani e vecchie guardano l’evento sbalordendo, magari pensando al loro di matrimonio che, dopo la cerimonia in chiesa, finiva con un pranzo a cui non potevano essere invitate più di dieci persone. Si pensava allo stipendio e a come arrivare alla fine del mese.
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