Dalle cantine al Vascello, il mezzo secolo di Kustermann

  • Postato il 4 ottobre 2024
  • Di Agi.it
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Dalle cantine al Vascello, il mezzo secolo di Kustermann

AGI - Cinquant'anni di Fabbrica dell'attore, 25 di Teatro del Vascello, ma molti di più di ricerca teatrale, creatività, invenzioni, successi e problemi economici: Manuela Kustermann, accompagnata sulla scena dai colleghi "storici" Massimo Fedele e Paolo Lorimer e da Gaia Benassi, che ha collaborato al progetto e alla drammaturgia, ripercorre sul palcoscenico di Monteverde più di mezzo secolo di attività.

 

Lo spettacolo 'La fabbrica dell'attore, 50 anni di (R)esistenza', al Teatro Vascello, è dedicato a Giancarlo Nanni, che di Kustermann fu compagno di palcoscenico e di vita dai tempi delle cantine romane fino alla sua scomparsa nel 2010. Tutto comincia negli anni '60, epoca di sperimentazioni rivoluzionarie e di provocazioni, in un contesto di teatro d'avanguardia che nella capitale dà vita alla cosiddetta Scuola romana, quella delle "cantine", appunto.

 

In un capannone di via Portuense 78 a Porta Portese, pochi gradini in discesa dopo aver superato una porta verniciata di un giallo vivace e in assenza di camerini e altre comodità, al teatro La Fede ("diverse suorine di passaggio ci chiesero quali opere religiose avremmo rappresentato") esplode la carriera di attrice della giovanissima Kustermann, proveniente da una prima esperienza con Carmelo Bene (era stata Ofelia nel suo Amleto nel 1964).

 

Musa ispiratrice di Nanni, interpreta d'ora in poi tutte le sue creazioni e messe in scena provocatorie. Alcuni dei disegni preparatori dell'autore e regista, pittore di formazione, vengono mostrati in questa rievocazione "immersiva" con immagini, foto, video e registrazioni. Nel 1968, ricorda Kustermann, per acquistare lo spazio a Porta Portese la giovane coppia deve vendere la casa romana a due piani in cui vive, e in cui ha trascorso alcuni periodi, fra gli altri giovani artisti alternativi, anche un imberbe Bob Dylan con la sua chitarra.

 

Il primo successo del teatro la Fede è A come Alice, scritto e rappresentato nel 1970, seguito dal Risveglio di primavera nel 1972. Di quest'ultimo si possono vedere le immagini in bianco e nero girate dall'artista Mario Schifano, all'epoca grande frequentatore dello spazio di via Portuense. Gli spettacoli sono, come sempre nell'avanguardia, un insieme di improvvisazione, cinema, teatro, musica e arti visive: non c'erano prove tradizionali o un progetto preciso. Kustermann e Fedele raccontano che i disegni di Nanni venivano tenuti nascosti agli attori, per non limitarne il contributo creativo.

 

L'esperienza diventa poi anche internazionale grazie alle molte collaborazioni: con il Living Theatre, John Cage, Steve Lacy. Qualche anno dopo lo sfratto da via Portuense, per far posto a nuovi quartieri residenziali, il teatro si trasferisce a Monteverde, nell'ex cinema Vascello a due passi da Villa Sciarra: stava fallendo, e la Fabbrica dell'attore si indebita per acquistarlo e ristrutturarlo.

 

Il debutto, il 4 maggio 1989, è con una rappresentazione di Qui non ci torno più, del Teatro Cricot di Varsavia, con la presenza dello stesso regista Tadeusz Kantor. Kustermann, molto onesta nel riconoscere i fallimenti oltre ai successi, ricorda che Kantor disse che quel teatro Vascello, ancora un cantiere, non era degno del Cricot. "Non aveva capito le nostre difficoltà", ricorda scuotendo la testa. La compagnia del Vascello ha recitato nei teatri d'avanguardia di tutto il mondo, e Giancarlo Nanni è stato, nel 2001, il primo italiano a insegnare all'Actor's Studio di New York. "Siamo ancora qui - conclude Kustermann prima di essere travolta dagli applausi del pubblico - e il teatro non morirà mai".

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Autore
Agi.it

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