Dall’addestramento all’invio di armi: ecco l’accordo dei ‘Volenterosi’ per il sostegno all’Ucraina. Ma sull’invio di truppe Italia e Polonia già si sfilano
- Postato il 5 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Tre livelli di sostegno, resta da capire però in quanti si prenderanno l’impegno di inviare i propri militari in Ucraina una volta finita la guerra. Il presidente francese, Emmanuel Macron, parla con toni entusiastici di una “intesa tra 26 Paesi membri per offrire garanzie di sicurezza a Kiev“, pur dicendo di non voler fornire particolari. La Gran Bretagna parla invece di intesa per “l’invio di missili a lungo raggio“. Ma a fornire più indicazioni su quello che viene presentato come un primo passo in avanti per offrire supporto al Paese di Volodymyr Zelensky è Ursula von der Leyen che ha parlato di tre gradi di sostegno possibili. Uno contempla anche l’invio di truppe di terra, aria e mare. Ma su questo, già due big come Italia e Polonia si sfilano.
“Oggi sono stata a Parigi, dove si è appena tenuta la riunione della Coalizione dei Volenterosi. Abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina – ha esordito la presidente della Commissione al termine del summit di Parigi – Ed è stato un incontro cruciale perché sappiamo tutti che la posta in gioco è il futuro e la sicurezza dell’intero continente. Quindi oggi c’è stata determinazione, ma anche risultati concreti. I leader hanno approvato il lavoro dei loro capi di stato maggiore e dei ministri della Difesa. Saremo implacabili nei nostri sforzi per mantenere l’Ucraina forte, l’Europa sicura e raggiungere la pace”.
Il sostegno offerto dai 26 Paesi che hanno aderito si suddivide, ha spiegato la capa di Palazzo Berlaymont, in tre diversi livelli. Il primo, già in essere in diversi Paesi europei, riguarda l’addestramento costante delle truppe ucraine al fine non solo di rafforzare un esercito ridotto allo stremo da quasi tre anni e mezzo, ma di dargli anche le capacità di utilizzare autonomamente le tecnologie militari fornite dai Paesi Ue: “La prima e più solida linea di garanzie di sicurezza – ha spiegato l’ex ministra tedesca – è rappresentata da forze armate ucraine forti e senza restrizioni. Dobbiamo trasformare l’Ucraina in un porcospino d’acciaio, indigesto per gli aggressori presenti e futuri. Ciò significa forze armate permanenti, forti, ben equipaggiate e moderne. Le nostre industrie della difesa stanno accelerando la cooperazione per raggiungere questo obiettivo. L’Europa continuerà ad addestrare i soldati ucraini. Quasi 90mila sono già stati addestrati. E ci siamo impegnati a fare di più”.
Il secondo livello è quello che ha creato infinite spaccature in questi mesi all’interno dei cosiddetti Volenterosi: l’invio di truppe europee in territorio ucraino. Dapprima si era parlato di un intervento immediato, poi solo dopo la fine della guerra, successivamente solo come forze di deterrenza non in prima linea, infine si è ipotizzato un supporto aereo e marittimo, oltre all’invio di sminatori. Risultato: per adesso Italia e Polonia si sono affrettate a chiarire che mai i loro militari metteranno piede in Ucraina, nemmeno quando le armi cesseranno di sparare. Ma von der Leyen parla di intesa anche su questo punto: “Il secondo livello della garanzia di sicurezza è costituito dalle forze di rassicurazione, incluso il supporto degli Stati Uniti (anche loro molto freddi su un possibile coinvolgimento militare, come più volte ribadito da Donald Trump, ndr). Oggi, 26 paesi si sono impegnati a costituire tale forza di rassicurazione, nel contesto di un cessate il fuoco o di un accordo di pace. Ventisei Paesi disposti a schierare forze terrestri, aeree o marittime. Ciò dovrebbe contribuire a garantire una pace duratura e a scoraggiare future aggressioni”.
Infine la terza garanzia, quella che più di tutte sta a cuore alla presidente della Commissione e a gran parte dei governi Ue perché permetterà all’industria della Difesa, e non solo, di ottenere importanti guadagni che, sperano i leader, daranno una spinta alle varie economie nazionali. “La terza garanzia di sicurezza è una posizione di difesa europea forte e credibile. Abbiamo bisogno di un’impennata degli investimenti nella difesa. Pertanto, è una buona notizia che SAFE, il nostro fondo per la difesa da 150 miliardi di euro, sia interamente sottoscritto con la partecipazione di 19 Stati membri. La maggior parte di essi investirà non solo nelle proprie basi industriali di difesa, ma anche in quelle dell’Ucraina. Questo crea posti di lavoro in Europa. La nostra risposta strutturale a lungo termine agli investimenti nella difesa è il nostro nuovo bilancio europeo. Abbiamo gli occhi puntati sul 2030. Questo è il nostro orizzonte di preparazione”. E infine aggiunge che anche la “massima pressione” sulla Russia non potrà essere allentata: “Il mio ultimo punto riguarda la fine dello spargimento di sangue. Le nostre sanzioni sono un forte incentivo per la Russia a lasciare il campo di battaglia e a sedersi al tavolo dei negoziati. Vogliamo la pace per l’Ucraina”.
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