Dall’accoglienza a Putin al ‘no’ sul cessate il fuoco: la linea di Trump alla quale Zelensky si sta rassegnando
- Postato il 18 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Insieme a Donald Trump è il protagonista dei colloqui a Washington per la pace in Ucraina, ma sulla faccia di Volodymyr Zelensky, nel corso della mezz’ora di conferenza stampa nello Studio Ovale, non compare l’ottimismo che ci si potrebbe aspettare. Sguardo basso, occhiate al cielo, sospironi, con la tenuta total black che contribuisce a sottolinearne la cupezza. Il presidente americano si lancia nel suo solito show nel quale passa dai ringraziamenti a Putin all’annuncio di un cessate il fuoco che non si farà, dall’ironia sulle elezioni ucraine in stand-by agli attacchi a Joe Biden per la gestione del dossier ucraino. Ma questa volta a cambiare è l’atteggiamento del leader di Kiev, visibilmente infastidito dallo spettacolo messo in piedi dall’omologo Usa ma troppo impegnato a ingoiare rospi per evitare che questo nuovo summit finisse in rissa come quello del marzo scorso.
Per fargli capire che l’atteggiamento sarebbe dovuto essere diverso, Trump aveva inviato all’omologo un messaggio già prima del vertice: “Sarebbe bello se indossasse un abito” è quanto filtrato in mattinata dalla Casa Bianca. Richiesta esaudita, ma la scelta dei colori è indicativa dell’umore del capo dello Stato ucraino: pantaloni, giacca e camicia neri. Forse aveva previsto ciò che sarebbe successo di lì a poco perché la conferenza stampa è presto diventata un monologo di Trump che ha spaziato dalla guerra alla sicurezza a Washington, fino alle “elezioni truccate” dal voto per corrispondenza. Con diverse frasi che non saranno piaciute affatto all’omologo ucraino, impegnato a ringraziare puntualmente il tycoon ogni volta (poche) che ha potuto prendere la parola e soprattutto a nascondere la propria insofferenza.
L’occasione per mettere in difficoltà Zelensky arriva quando Trump dà la parola al giornalista di destra Brian Glenn, capo corrispondente dalla Casa Bianca per Real America’s Voice, lo stesso che nel corso dell’incontro di marzo finito con una rottura tra i due leader aveva schernito il presidente ucraino per essersi presentato in tenuta militare. “Che bell’abito che ha stasera”, ha esordito questa volta. “Gliel’ho detto anche io”, ha risposto Trump. Zelensky ha replicato con un’altra battuta: “Mi sono cambiato – ha detto al reporter – Tu invece sei sempre vestito allo stesso modo”. Glenn ha poi posto la sua domanda, riprendendo uno dei punti più volte sottolineato da Putin: “Se si arrivasse alla pace aprirebbe a elezioni nel suo Paese?”. Immediata la risposta di Zelensky: “Assolutamente, ma durante una guerra è impossibile. Dobbiamo garantire pieno accesso alle persone per avere elezioni democratiche, aperte e legali”. È a questo punto che è arrivata la prima frecciata di Trump: “Quindi mi stai dicendo che non si può votare durante elezioni? Quindi se tra tre anni e mezzo (il riferimento è alle prossime Presidenziali americane, ndr) entriamo in guerra con qualcuno non ci saranno elezioni?”. “Ti piacerebbe?”, si è limitato a dire Zelensky sorridendo.
Era soltanto l’antipasto perché pochi minuti dopo, criticando la stampa, Trump ha citato il recente incontro in Alaska con Vladimir Putin. E lo ha fatto guardando negli occhi Zelensky: “Hanno detto che accogliere Putin è stata una tremenda sconfitta per Donald Trump – ha continuato ribaltando la lettura di Kiev secondo la quale si è trattato di un’impropria legittimazione della figura del leader russo – Io invece credo che se non fosse venuto sarebbe stata una sconfitta per me”. Mentre parlava, Zelensky ha evitato di incrociare lo sguardo di Trump.
Quando al presidente Usa è stato chiesto del cessate il fuoco, tema carissimo a Zelensky e ai leader Ue, il capo della Casa Bianca è sembrato rimanere sulle posizioni di Putin. Il leader di Mosca ha posto il veto su questa opzione: si sente forte, vede l’avversario all’angolo e non ha alcuna intenzione di concedergli una pausa. Sembra averlo capito anche Trump: “Non credo che ci sarà un cessate il fuoco – ha detto con Zelensky che è rimasto impassibile – L’idea mi piace, ma si può mettere fine alle guerre anche con un accordo di pace solido e duraturo, senza un cessate il fuoco immediato”.
Sul finire dell’incontro non è mancata la stoccata a Joe Biden, “un politico corrotto” che, a suo dire, “ha permesso che questa guerra iniziasse, mandando lui (pacca sulla gamba a Zelensky, ndr) e il suo Paese all’inferno”. Il presidente ucraino si è limitato a stringere forte le labbra, magari ripensando alle forniture di armi che durante il mandato di Biden arrivavano con regolarità e non erano costantemente messe in discussione. Ma non ha replicato.
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