Dalla Basilica a Torino alle isole di Venezia: beni pubblici in vendita. “Inaccettabile non coinvolgere gli enti pubblici”
- Postato il 2 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’Agenzia del demanio ha deciso di rendere disponibili 383 immobili statali, disseminati per il Paese. Dalla Sicilia, con 61 al Molise con 3. Passando dalla Lombardia con 49, il Veneto e il Lazio con 35, alla Basilicata con 4 e l’Abruzzo con 5. Le uniche Regioni assenti sono la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige.
Si chiama “Crea valore, investi con noi” l’operazione che mira alla valorizzazione, riqualificazione e rifunzionalizzazione di beni pubblici, “in collaborazione con gli investitori privati, per attivare forme innovative di partenariato pubblico-privato”. Beni pubblici, che al momento risultano improduttivi oppure non sufficientemente produttivi. Così da “creare valore economico, sociale, culturale e ambientale sui territori”, si spiega sul portale dell’ente pubblico economico istituito nel 1999. Aggiungendo che “gli immobili sono rappresentati su una piattaforma cartografica, descritti in funzione della loro possibile destinazione d’uso e corredati da schede informative, immagini e dati sulla tipologia, dimensione, ubicazione, stato manutentivo”.
Le occasioni, numerosissime. Tra le tipologie prescelte “Student housing” ne offre 29, “Social/senior housing”, 33 e le “Destinazioni miste”, 115. A prevalere, in maniera incontrastata, quella “Culturale-Turistico”, con 206. Una schiera quasi infinita di “ex” qualcosa. Tra i quali ex aereoporti e forti. Ex conventi e oratori. Ex fortezze ed ex chiese. Ex colonie ed osservatori. Palazzi ed ex carceri. Villini e Case del fascio. Ex caselli ferroviari e Caserme. Cascine e stabilimenti termali. Parchi e ex rifugi antiaerei. Castelli e ex fari. Abbazie ed anse morte di fiumi. Compendi militari ed ex stazione radio costiera. Ex cantieri navali e saline. Archivi di Stato e ex Pretura. Ex azienda agricola e ex manifatture tabacchi. Ex depositi munizioni e ex edificio detentivo per dissidenti.
L’iniziativa che prevede frequentemente per il bene una destinazione recettiva, che ne potrebbe mettere a repentaglio le caratteristiche, ha raccolto diverse critiche. Riproponendo un dilemma “antico”. Possibile che l’unica alternativa all’abbandono sia il riutilizzo con una funzione diametralmente diversa da quella originaria? “Potremmo persino non essere entusiasti ma accettare un percorso di passaggio a privati se non ci fosse un ultimo dettaglio che svela tutti i limiti dell’azione. Le destinazioni future previste sono in ordine: terziaria/direzionale/commerciale. Con questo livello di intenti e di sensibilità, per il patrimonio culturale c’è poco da sperare”, scrive in una lettera a ilgiornaledell’architettura.com Rosario Nobile, professore ordinario di Storia dell’architettura all’Università di Palermo a proposito dell’ex carcere di Modica. “Siamo molto preoccupati per le operazioni di valorizzazione, recupero e rifunzionalizzazione che il Demanio vuole far partire in città – ammette Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale a Venezia di Tutta la città insieme, che ricorda l’impegno contro la creazione di una struttura ricettiva alla caserma Sanguinetti nel 2023.
In un’interrogazione parlamentare al ministro Giorgetti, Enrico Cappelletti del M5s spiega come nella lista “sono presenti anche beni storico-identitari di valore assoluto per la storia della Serenissima, dove l’unica destinazione d’uso può essere quella di museo di sé stesso”. In aggiunta c’è una questione giuridica che riguarda la Sardegna. “Non possiamo accettare – ha dichiarato Francesco Spinedda, assessore regionale agli Enti Locali e all’Urbanistica-, che immobili dismessi da anni vengano offerti al mercato privato senza alcun coinvolgimento della Regione o degli enti locali. È tempo che lo Stato rispetti lo Statuto in maniera coerente e non parziale”. La Giunta regionale accusa lo Stato di voler aggirare l’articolo 14 dello Statuto Speciale della Sardegna, secondo cui i beni statali non più utilizzati per fini governativi devono essere trasferiti gratuitamente alla Regione.
Ma intanto il 383 luoghi sono “a disposizione”. Spostandosi da una Regione all’altra, provincia per provincia, comune per comune, si scoprono luoghi che fanno rimanere senza parole. Per le storie che raccontano. Per quel che continuano a rappresentare, nonostante in molti casi l’abbandono prolungato ne abbiano messo a repentaglio la conservazione, integrale.
In Veneto, nella Laguna di Venezia, tre isole. Quella di Sant’Andrea con il Forte della metà del ‘500. Quella delle Trezze, tra il centro storico veneziano e la terraferma. Ma soprattutto il piccolo arcipelago di Poveglia, lungo il Canal Orfano che collega la bocca di porto di Malamocco al centro storico di Venezia. Oltre 7,2 ettari suddivisi in tre isolotti ravvicinati a formare un tronco di cono. Al centro il più grande, esteso su circa 39mila metri quadri, con costruzioni di diversa tipologia e dimensioni. E’ abitata a partire dal V secolo, ma è con la fine del XVIII secolo che assume la funzione sanitaria con la realizzazione del Lazzaretto, l’ospedale per arginare l’epidemia di peste. Le demolizioni e le ristrutturazioni tra il periodo napoleonico e la seconda guerra mondiale non hanno risparmiato nulla delle precedenti costruzioni religiose e militari. Rimangono i padiglioni ospedalieri realizzati tra il 1900 e il 1945. Per le isole prive di fabbricati si prevede la destinazione “a verde pubblico e/o agricolo, mentre per l’isola centrale “turismo sostenibile, ospitalità, cultura, sport, mobilità dolce, wellness, scoperta del territorio, eventi e attività sociali”.
Il Piemonte, a Torino, offre addirittura una Basilica. Quella di Superga. Con relativo territorio circostante di quasi 14mila mq. Appartenente alla Riserva della Biosfera MAB Unesco CollinaPo ed inserito nel Parco Naturale Regionale della Collina di Superga. Il complesso, un simbolo per la città. La Basilica, fatta costruire da Vittorio Amedeo II, il progetto di Filippo Juvarra, del 1715. Estesa su circa 12.500 metri quadri suddivisi in cinque livelli, costituiti dalla chiesa a tutt’altezza e dalle maniche laterali destinate a convento, appartamenti reali e zone museali. Destinazioni previste “Punto accoglienza per i fedeli e pellegrini – Sviluppo funzioni culturali e museali”.
In Lombardia, a Milano, nel quartiere Porta Venezia, c’è il Palazzo del Senato. Che occupa un intero isolato, con la monumentale facciata concava, sviluppato attorno alle due grandi corti porticate. Realizzato all’inizio del XVII secolo e danneggiato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, presenta il fianco sinistro completamente ricostruito. Attualmente è sede dell’Archivio di Stato Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia. Destinazioni previste, “Ristorazione, caffetteria, eventi, spazio di aggregazione”.
In Emilia, a Sassuolo, nel modenese, ecco il Palazzo Ducale, affacciato sulla piazza principale del centro. Residenza estiva dei duchi di Modena, venne edificata su disegno di Bartolomeo Avanzini nel 1634. Decorato all’interno con pitture e fregi di Jean Boulanger. E’ in consegna in uso governativo al Ministero della Cultura-Gallerie Estensi. Se ne propone l’utilizzo come “spazi per cultura, scoperta del territorio, eventi e attività sociali”.
A Montelupo fiorentino, c’è la Villa medicea dell’Ambrogiana, una grande dimora storica del 1500 appartenente al demanio storico-artistico. E’ caratterizzata da un grande complesso perimetrato da mura all’interno delle quali si trovano la villa vera e propria, oltre la prima, la seconda e la terza sezione di detenzione dell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Come destinazioni si prevede “Turismo accessibile – ricettività senior / turismo sostenibile e attività connesse-ospitalità, cultura, sport, mobilità dolce, wellness, scoperta del territorio, eventi ed attività sociali”.
Nelle Marche, a Camerino, nel maceratese, ecco la ex Chiesa di S. Francesco, realizzata nel 1400. In Umbria, a Narni, nel ternano, l’Abbazia di San Cassiano, della seconda metà del X secolo.
In Campania, a Napoli c’è la sede dell’Archivio di Stato, negli ambienti dell’ex convento benedettino dei SS. Severino e Sossio, dal 1835. Caratterizzata da una pianta pressoché trapezoidale, con alcuni chiostri interni e da giardini, si eleva per cinque piani catastali. Risaltano, la Biblioteca e la Sala Diplomatica, il Salone degli Archivi gentilizi e il Salone della Regia Camera della Sommaria, oltre alla sede della Scuola di Paleografia, Archivistica e Diplomatica. Come destinazione si prevede “Percorso museale con gestione degli spazi del Museo e dei servizi ad esso connessi.
In Sicilia, a Brucoli, frazione di Augusta, nel siracusano, il Castello aragonese. Realizzato tra il 1400 e il 1699 per contrastare l’espansione turca sulle coste del Mediterraneo, ma anche per controllare i commerci marittimi e custodirne le riserve di grano. Esteso su oltre 1500 mq. Mancano riferimenti alle sue possibili destinazioni. C’è moltissimo altro. Da sognare. Nell’attesa che i privati facciano quel che allo Stato non riesce, se non occasionalmente. Soccorrere il Patrimonio storico italiano.
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