D’Alema in Cina alla corte di Xi, grande polemica, la replica: “Celebro la resistenza cinese contro il Giappone“
- Postato il 4 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
- 2 Visualizzazioni

Prove di democrazia all’italiana. A Pechino, la Cina mostra tutta la sua forza con una sfilata di truppe, carri armati e missili balistici.
Siamo nella storica piazza Tienanmen, e il leader di quel Paese urla al popolo che applaude: “Noi siamo per la pace, nessun bullo ci fermerà”.
Sapete chi c’era a quella oceanica manifestazione? Massimo D’Alema, si proprio lui, il nostro ex presidente del consiglio che per mesi ha occupato la poltrona di Palazzo Chigi. È sorridente ed euforico il politico che fu del Pci e in un momento in cui forse si distrae per la bellezza di quell’evento sostiene: “Oggi si celebra l’eroica resistenza cinese contro il Giappone così importante per tutta l’umanità”.
Qualcuno, all’inizio, leggendo la notizia ritiene che sia una fake news inventata dall’intelligenza artificiale. No, è tutto vero perché c’è chi ritiene (a torto o a ragione?) che l’amore della sinistra per i dittatori non muore mai. Carlo Calenda è quasi incredulo: “È grave che un uomo che ha guidato per mesi l’Italia vada a Pechino per celebrare la nascita del fronte anti occidentale”.
Alessandro Cattaneo di Forza Italia aggiunge: “Capiamo che il cuore batta sempre lì, ma siamo sconcertati e senza parole”.
D’Alema in Cina provoca il diluvio

È un diluvio che si abbatte sul protagonista di questa storia: in via del Nazareno, le bocche sono cucite, gli ordini sono chiari: “Non si risponde alle provocazioni”. Di quali provocazioni si tratta? È un interrogativo di gran parte del mondo politico ed è giusto che se ne discuta e si voglia sapere quale sia il pensiero di chi è ancora alleato di Massimo D’Alema.
Forse è dalla sua parte un sindaco in gonnella di un paese del Salento (di cui preferiamo non fare il nome, meglio per lei). La ridente cittadina si chiama Collepasso, è situata in uno dei posti più belli del Mezzogiorno, il Salento, ed anche lì, come in tutti i paesi che vogliono la democrazia, si riunisce il consiglio comunale. Si affronta un delicato problema in cui maggioranza e opposizione sono agli antipodi. Uno la pensa in bianco, l’altro in nero. Il dibattito si accende finchè il sindaco in persona non afferra il microfono ed urla centellinando le parole:” Oggi il sindaco (grillino) sono io, quindi sono io che parlo”.
I principi democratici dove sono andati a finire, forse si sono nascosti, perché il primo cittadino del paese sostiene senza alcun dubbio: “Chi perde sta sotto, parla chi vince”.
Chi perde deve tacere
Bene, ora che abbiamo imparato a memoria la lezione la riportiamo in Parlamento per conoscere le reazioni di chi scorre quel bell’intervento del sindaco che non ha proprio il savoir faire di una gentil donna.
Speriamo non siano episodi che dilaghino e prendano il sopravvento, perchè in Italia non abbiamo proprio bisogno di questi insegnamenti.
Già, mentre le guerre imperversano impaurendo milioni di persone, nel nostro allegro Paese si continua a litigare per questa o quella poltrona non solo tra avversari (il che sarebbe pure comprensibile), ma fra esponenti di una stessa forza o, almeno, di uno stesso colore politico.
È quello che accade in Puglia, dove due esponenti della sinistra (erano tre fino all’altro giorno) se le danno di santa ragione perché per le elezioni regionali non riescono a trovare un punto di incontro.
Allora, si tirano fuori le vecchie, ma ormai obsolete parole di un tempo: fascismo e comunismo che la storia ha cancellato anche se in Cina ci si pavoneggia ancora mostrando i muscoli e difendendo idee che non hanno più nulla a che fare con la realtà odierna.
In mare aperto la Flotilla, la nave che dovrebbe portare viveri e aiuti alla popolazione di Gaza, procede con a bordo quattro parlamentari italiani. “Gli israeliani non ci fermeranno e non abbiamo nessun timore delle loro minacce. Non siamo terroristi, ma solo gente che non ha dimenticato un sostantivo che si trova in tutti i vocabolari del mondo: umanità”.
Elly Schlein interviene e ci mette il carico da undici. Dice: “Che cosa farà il governo per la sicurezza di quell’equipaggio?”
A Roma, alla festa dell’alleanza Verdi e Sinistra, si continuano a fare le prove di amicizia fra Conte, Schlein, Fratoianni e Bonelli (per Renzi e Calenda le speranze si sono perse per la strada).
Foto, strette di mano, abbracci, sorrisi che durano lo spazio di un mattino perché quando si tratta di rubare voti, tutto finisce a gambe all’aria. Anzi, si cerca di mettere KO l’amico-nemico. Proprio come ha fatto Sinner con Musetti: tre schiaffoni e via.
L'articolo D’Alema in Cina alla corte di Xi, grande polemica, la replica: “Celebro la resistenza cinese contro il Giappone“ proviene da Blitz quotidiano.