Dal Pronto Soccorso del Santa Corona a Facebook: il video che può costare una denuncia
- Postato il 9 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Pietra Ligure. Barelle affiancate nei corridoi, pazienti in carrozzina, volontari delle pubbliche assistenze che si muovono tra la folla, infermieri impegnati a dare indicazioni. In un passaggio, il volto di un’infermiera che si rivolge a un uomo; in un altro, persone distese che si lamentano, in attesa di cure. Sono queste le immagini riprese da una telecamera all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e poi diffuse nel gruppo facebook “Senza pronto soccorso si muore”.
A postare il contenuto sui social è stata una donna, che ha commentato: “Situazione PS Santa Corona giovedì mattina… vedo urgenze ma anche tante situazioni risolvibili al PPI di Albenga… non aggiungo altro”, accompagnando il testo con un’emoji sconsolata. L’intento, dichiarato, era mostrare che molti dei pazienti in attesa avrebbero potuto essere trasferiti o gestiti dal Punto di Primo Intervento dell’ospedale di Albenga, alleggerendo così la pressione sul Santa Corona.
Dal filmato, tuttavia, non emergono situazioni fuori dall’ordinario, ma piuttosto la normale attività di un Pronto Soccorso, come quella a cui sono abituati gli operatori del Santa Corona, specie in questo periodo dell’anno.
Ma quelle stesse immagini, secondo fonti interne, potrebbero ora costarle care: Asl2, visti i presupposti, potrebbe anche valutare una denuncia per violazione della privacy. Riprendere volti di pazienti e personale sanitario senza consenso è infatti vietato, e all’interno di strutture sanitarie la tutela della riservatezza è considerata prioritaria.
L’Azienda Sanitaria savonese, infatti, fa sapere di stare “valutando le opportune azioni anche legali per tutelare i pazienti e gli operatori“.

Il video ha scatenato decine di reazioni indignate sotto al post, anche da parte di molti operatori sanitari del nosocomio pietrese. Marco scrive: “Si rende conto che ha ripreso persone malate e professionisti durante il turno di lavoro divulgando il materiale senza il loro consenso? È gravissimo”. Alessandro rincara: “Video segnalato per gravissima violazione della privacy agli enti preposti”. Per Giada, “Il suo gesto è gravissimo ed è stato segnalato agli enti, violazione della privacy di operatori e pazienti, addirittura al di là delle tende durante l’assistenza e igiene.. a dir poco vergognoso”. Oriana punta il dito anche sul merito: “Oltre la gravità nella pubblicazione di questo video ma lei con quali competenze ha deciso a prescindere quale paziente è meritevole di restare a Pietra e chi ad Albenga? Lo ha triagiato? Lo ha valutato? Lo ha visitato?”.
Paola, infine, scrive un lungo commento: “Di solito non commento su Facebook, perché credo che certe questioni vadano affrontate in sedi più adeguate, dove il confronto può essere serio e rispettoso. Ma questa volta sento il dovere di unirmi alla voce dei colleghi. Girare video all’interno di un ospedale è profondamente sbagliato, qualunque siano le motivazioni. È un gesto fuori luogo, sia dal punto di vista morale che legale. L’ospedale non è uno sfondo neutro, filmare in questi contesti viola la privacy di pazienti e professionisti. A forza di sentirsi tutti giornalisti, si finisce per sconfinare in ambiti che non competono. Informare è una responsabilità seria, che richiede competenza, sensibilità e rispetto delle regole. Non basta avere uno smartphone e un profilo social per arrogarsi il diritto di raccontare tutto, sempre e comunque. Ogni gesto deve essere guidato da etica e responsabilità. Mi auguro che questo episodio serva da occasione per riflettere. Forse le intenzioni erano buone ma le modalità assolutamente sbagliate e in certi ambiti non ci si può permettere leggerezza”.