Dal “DNA Cenerentola” nuove speranze contro il cancro
- Postato il 3 maggio 2025
- Di Panorama
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Potrebbe essere una svolta nella lotta contro il cancro, e arriva da elementi che solo pochi anni fa venivano considerati come materiali genetici inutili. Si tratta del cosiddetto DNA “Cenerentola”, cioè piccole porzioni di genoma, cerchietti di dna esterni ai nostri cromosomi che potrebbero diventare un grimaldello per andare a sviluppare terapie oncologiche sempre più personalizzate ed efficaci e quindi a combattere alcuni tipi di tumori. Il nome, che ovviamente deriva dalla protagonista della fiaba Disney, sta proprio a significare il fatto che per lunghi anni le sue potenzialità sono state trascurate: dal punto di vista scientifico ci si riferisce a tratti di genoma un tempo denominati junk DNA (cioè dna spazzatura) proprio perché – non producendo proteine- erano considerati inutili e marginali. Ora però la storia di questi “cerchietti” potrebbe cambiare per sempre: tre importanti studi pubblicati su Nature, due portati avanti dall’Università americana di Stanford e l’altro dall’istituto britannico Francis Crick, infatti, mettono in risalto il fatto che le porzioni “Cenerentola” potrebbero essere coinvolti in meccanismi fondamentali per lo sviluppo di diverse forme di cancro – tra cui carcinoma alla mammella, tumori del colon-retto e glioblastomi– e hanno scoperto che specifiche regioni di DNA Cenerentola sono attivate in modo anomalo nei pazienti oncologici. Questi risultati, se da una parte mostrano che queste molecole potrebbero essere proprio tra le più rilevanti cause di molte forme di tumore, dall’altra aprono le speranze al fatto che possano essere sfruttate per nuove cure, altamente personalizzate, in grado di colpire le cellule malate. Ci si aspetta quindi che, proseguendo con le ricerche, possa essere possibile in tempo non lontani sia modificare il DNA Cenerentola con tecniche già conosciute come CRISPR, per riportare i geni all’equilibrio, sia bloccare i centri regolatori per impedire lo sviluppo di geni pericolosi, ma anche sviluppare nuovi marcatori tumorali e quindi poter effettuare diagnosi più accurate e più precoci.
Come si sono svolti gli studi
I ricercatori hanno svolto le ricerche su circa 15mila pazienti e 40 forme diverse di tumori, riscontrandolo in più del 17% dei casi. Hanno inoltre rilevato che la presenza di DNA Cenerentola era legato a tassi di sopravvivenza inferiori, maggiore aggressività della malattia e metastasi. Nel caso del tumore alla mammella, la percentuale era altissima, arrivando quasi al 50%.E’ stato però scoperto che Cenerentola presenta un importante “tallone d’Achille”, un punto debole che potrebbe portare a grandi speranze soprattutto nel caso di tumore allo stomaco: infatti, bloccando una proteina di controllo denominata Chk1, si è riuscito a causare la morte delle cellule che contenevano il DNA extrasromosomale ottenendo la regressione del tumore nei topi. A breve si attende l’avvio del trial clinico sugli esseri umani.