Dal 1 ottobre stop alle auto diesel Euro 5, fermi oltre 1 milione di veicoli nel nord Italia

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Il 1 ottobre 2025 segnerà una data cruciale per milioni di automobilisti nel nord Italia. A partire da quel giorno, e fino al 15 aprile 2026, oltre un milione di auto diesel Euro 5 saranno costrette a fermarsi nei Comuni con più di 30 mila abitanti nelle regioni di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Questo drastico provvedimento, sancito dal decreto numero 121 del 2023, è una risposta diretta alle stringenti misure richieste per contrastare l’inquinamento atmosferico nel Bacino Padano, e non da ultimo, alle procedure d’infrazione europee aperte contro l’Italia.

Le auto interessate sono quelle immatricolate tra il 2011 e il 2015. Per verificare la classe ambientale del proprio veicolo, è sufficiente consultare il libretto di circolazione alla voce V.9. In base all’accordo stabilito, già da quest’anno le vetture a gasolio Euro 5 saranno bandite nei giorni feriali, in una fascia oraria ben definita: dalle 8.30 alle 18.30. La situazione è destinata a inasprirsi ulteriormente nel 2026, quando la data di inizio del fermo sarà anticipata al 1° settembre, estendendo di fatto il periodo di restrizione. La portata di questo blocco è enorme: secondo i dati ACI, il Piemonte conta 236 mila veicoli Euro 5 (l’8% del parco auto regionale), il Veneto più di 340 mila, la Lombardia ben 484 mila, e l’Emilia-Romagna circa 270 mila. Città come Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Monza, Alessandria, Novara, Asti, Cuneo e Biella saranno tra le più colpite.

Il parco auto italiano e la reazione del Governo

Il provvedimento evidenzia una problematica più ampia e radicata nel parco auto circolante in Italia. I dati diffusi dall’ACI rivelano una situazione allarmante: le auto nel nostro Paese sono sempre più vecchie, con un’età media pari a ben 13 anni. Ancora più preoccupante è il fatto che le vetture Euro 0-3, con almeno 19 anni di età, rappresentano circa un quarto del totale, ovvero il 24%. Un’analisi del Centro Studi di AutoScout24, basata sui dati ACI e realizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ha rivelato che sulle strade italiane circolano ancora 18,4 milioni di vetture con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore, corrispondenti al 44,5% del totale. Di queste, circa 4,28 milioni sono addirittura Euro 0-1, pari al 10,3%. Questi numeri sottolineano l’urgenza di un rinnovamento del parco veicoli per migliorare la qualità dell’aria.

Di fronte all’imminente blocco, il Governo italiano non è rimasto inerte. Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha apertamente criticato il provvedimento, definendolo una “follia della Commissione von der Leyen” e una “fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal”. Il Governo starebbe lavorando a un emendamento al decreto infrastrutture con l’obiettivo esplicito di “annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel”. Salvini ha enfatizzato il problema sociale che deriverebbe dal blocco: “I cittadini il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli, questi sono i problemi veri. Il consumatore non vuole l’elettrico al momento a decidere deve essere il mercato”, ribadendo una posizione che privilegia la libertà di scelta del cittadino e le dinamiche di mercato rispetto alle imposizioni dall’alto.

La soluzione temporanea: il dispositivo move-in

In attesa di eventuali modifiche da parte del Governo, le Regioni interessate dai divieti hanno già predisposto una soluzione per mitigare l’impatto del blocco sugli automobilisti che non possono permettersi di cambiare veicolo. Si tratta del dispositivo Move-In, un’opzione che offre una deroga chilometrica. Installando questo strumento sul proprio veicolo, i proprietari di auto Euro 5 e di altre classi soggette a restrizioni possono continuare a circolare senza blocchi orari o giornalieri, a patto di non superare un determinato numero di chilometri all’anno.

Il funzionamento è semplice: il dispositivo Move-In include un GPS che monitora gli spostamenti e registra i chilometri percorsi. Una volta superato il limite consentito, il veicolo non potrà più circolare nelle aree soggette a limitazioni fino alla scadenza del periodo di divieto. Questa soluzione mira a bilanciare la necessità di ridurre l’inquinamento con l’esigenza di mobilità dei cittadini, offrendo una flessibilità controllata.

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Blitz

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