Dai cavi sottomarini allo spazio. Proteggere la connettività è una necessità strategica per l’Ue

  • Postato il 6 marzo 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
  • 1 Visualizzazioni

“Eventuali investimenti in difesa dovrebbero concentrarsi anche sulla sicurezza delle infrastrutture energetiche strategiche”. Le parole della viceministra dell’Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava sono essenziali per definire il contorno della riunione odierna del Consiglio europeo — dedicata proprio alla difesa comune e alla sicurezza collettiva dell’Unione (con il test della guerra russa in Ucraina sullo sfondo).

”I gasdotti che attraversano il Mediterraneo, insieme agli oleodotti, ai cavi sottomarini, ai terminali di rigassificazione e alle reti di trasmissione elettrica, rappresentano snodi cruciali per l’’pprovvigionamento energetico e la stabilità economica dell’Italia e dell’Europa, sempre più esposti a minacce, anche cyber”, sottolinea Gava. “Ignorare questo aspetto significherebbe lasciare scoperti punti critici per la tenuta del sistema nazionale ed europeo, con conseguenze potenzialmente gravi per cittadini e imprese”, conclude la viceministra.

Anche la Relazione annuale dell’intelligence pubblicata nei giorni scorsi ha evidenziato come l’attenzione verso le infrastrutture marittime, minacciate da attori stranieri con strategie extra-economiche, sia fondamentale in un momento in cui le stesse infrastrutture sono il valore aggiunto che permette all’Italia non solo di funzionare, ma anche di proiettarsi nella connettività globale che si sta creando terra Med-Atlantico e Indo-Pacifico. Un esempio è il porto di Trieste, recentemente protagonista dell’arrivo simbolico di Nave Vespucci dal “World Tour”, e nelle scorse settimane finito sotto uno dei tanti attacchi di un gruppo di hacker russi — come denunciato dal senatore Marco Dreosto, finito poi (con Formiche) sotto minacce di rappresaglia.

In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, le infrastrutture fisiche dell’Europa, che permettono anche il passaggio della connettività digitale, dai cavi sottomarini alle reti satellitari, sono dunque sempre più esposte a minacce che mettono a rischio la stabilità economica, la sovranità digitale e il mantenimento di un modello di internet aperto e libero.

L’attenzione all’argomento inizia a toccare anche dai think tank: ne è prova l’evento di altro profilo che l’ufficio di Roma dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr), in collaborazione con Formiche, ha organizzato nei giorni scorsi a Varsavia. Un incontro a porte chiuse per analizzare proprio le vulnerabilità delle infrastrutture, con l’attenzione focalizzata su quelle cruciali che permettono il funzionamento di internet. Inserito in un più ampio progetto sulla governance globale della rete, nell’incontro si è esaminato i rischi legati allo spionaggio, al sabotaggio e alla competizione strategica nel settore tecnologico.

Uno dei problemi principali riguarda la sicurezza delle infrastrutture dei cavi sottomarini, essenziali per la connettività globale, e diventati un punto nevralgico delle tensioni geopolitiche. I recenti danneggiamenti di cavi nel Mar Baltico hanno evidenziato la vulnerabilità dell’Europa agli attacchi ibridi, compresi quelli sponsorizzati da attori statali. Tuttavia, la governance internazionale di queste infrastrutture è ancora frammentata e poco strutturata, con una mancanza di coordinamento tra gli Stati europei che ne indebolisce la capacità di risposta a minacce sia cyber che fisiche.

Parallelamente, la corsa globale alla tecnologia sta accelerando, con l’Unione Europea stretta tra le pressioni degli Stati Uniti e della Cina, entrambi impegnati nello sviluppo di nuove infrastrutture digitali, come i sistemi satellitari per la connettività. La crescente competizione tecnologica impone all’Europa di rafforzare la propria sovranità digitale senza rinunciare al modello di internet aperto che ha sempre promosso.

Dall’analisi che policy maker e figure istituzionali hanno prodotto nell’evento della capitale polacca, la protezione dell’ossatura digitale dell’Europa richiede un’azione coordinata che includa il rafforzamento della sorveglianza, come suggerito dalla vice unirà Gavia d’altronde, l’adeguamento dei quadri normativi e una maggiore cooperazione a livello comunitario. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dall’intersezione tra legislazioni nazionali e internazionali: proteggere le infrastrutture non significa solo difendere cavi o satelliti, ma sviluppare un sistema di sicurezza integrato per l’intero ambiente marino e spaziale.

La capacità dell’Ue di garantire la propria connettività dipende dunque dalla capacità di bilanciare sicurezza e apertura, attraverso partnership strategiche, normative più solide e investimenti in innovazione tecnologica.

Un aspetto cruciale emerso anche negli incontri di Varsavia, riguarda il cambiamento del modello di connettività europeo. Se in passato l’asse securitario si sviluppava principalmente secondo una logica orizzontale Est-Ovest, eredità della Guerra Fredda, oggi si sta affermando un modello più verticale, con una crescente interconnessione tra Nord e Sud del continente. Questo nuovo assetto porta a una maggiore condivisione delle problematiche infrastrutturali a livello europeo, richiedendo dunque una risposta più coesa e coordinata.

Con la Presidenza polacca dell’Ue a facilitare il dibattito, e con la consapevolezza che le strutture istituzionali di alcuni Paese — tra cui l’Italia — sembrano aver acquisito, i decisori europei sono chiamati a intensificare gli sforzi per mettere in sicurezza le infrastrutture critiche. Le future strategie politiche si concentreranno probabilmente sul rafforzamento della collaborazione tra settore pubblico e privato (sui cavi sottomarini, l’alleanza tra Fincantieri e Sparkle, e l’intesa di quest’ultima con la Marina, sono importanti esempi), ma anche sull’investimento in sistemi di connettività resilienti e sulla risoluzione delle lacune normative che ancora complicano una governance efficace europea.

Autore
Formiche

Potrebbero anche piacerti