Da sassofonista a imprenditore: come Maxim Berin sta reinventando l’entertainment

  • Postato il 6 ottobre 2025
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  • Di Forbes Italia
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di Mirko Crocoli

Da sassofonista a imprenditore dell’entertainment, soprattutto in Italia. La parabola di Maxim Berin è una di quelle in cui passione e visione strategica si fondono fino a creare un modello di business unico. Nato artisticamente in Germania, dove si specializza in musica classica, Berin trascorre i suoi primi anni calcando i palchi non come organizzatore, ma da musicista. “Ho iniziato come sassofonista fino ai 27-28 anni”, racconta. “Quella è stata la mia prima specializzazione. Poi sentivo che avevo bisogno di qualcosa di più”.

Dal management culturale alla nascita di un impero globale degli eventi

Quel “qualcosa di più” arriva dall’incontro con il mondo del management culturale e dall’influenza del padre (maestro direttore d’orchestra, che ha gettato le basi del suo percorso), con il quale viaggia in tutti i continenti e scopre i retroscena dell’industria artistica. “Vivendo questo genere di vita dall’interno ho compreso come funzionava il meccanismo e ho capito che quella sarebbe stata la mia strada”. Nascono così i primi festival musicali, inizialmente dedicati alla classica, e una rete di contatti che col tempo si amplia fino a includere personaggi della musica jazz, pop e rock. Le collaborazioni spaziano da Carreras a Kissin, fino a grandi star come Will Smith, Andrea e Matteo Bocelli, Eros Ramazzotti. Ma anche leggende del calibro di Elton John e Seal, Robbie Williams, Simply Red, Lionel Richie, Michael Bublé, OneRepublic e Backstreet Boys.

Il passo decisivo è stata la fondazione della Berin Iglesias Holding, oggi con sede a Monaco di Baviera e filiali in tutto il pianeta. L’azienda organizza oltre 200 eventi all’anno e ha dato vita al Big Art Festival, un format capace di trasformare location iconiche – dalle ville private alle piazze storiche – in palcoscenici esclusivi. “Ci piace considerarci la Rolls Royce dell’industria degli eventi, con performance straordinarie dei nostri artisti, in eventi privati ed esclusivi”, afferma Berin. I numeri sembrano confermarlo: i Big Art – per la maggior parte presentatati in varie lingue dall’altoatesino Pietro Polidori, volto internazionale dei ‘sipari’ – si svolgono ogni anno in 12-14 luoghi altamente rappresentativi, puntando molto proprio sull’Italia con Forte dei Marmi e la Costa Smeralda, sempre con l’obiettivo di unire lusso, cultura e intrattenimento di alto profilo.

Eventi unici, squadra e visione internazionale: così Berin Iglesias punta a nuovi mercati

Il successo per Berin non è mai frutto di improvvisazione, ma di serietà e attenzione al dettaglio: dall’esperienza gourmet curata da chef stellati alla selezione di artisti capaci di stupire pubblici diversi, fino all’ambientazione di gala e al dress code raffinato. Non a caso, molti eventi della holding diventano veri e propri happening internazionali, come il Fifa World Cup a New York, capaci di attrarre ospiti da tutto il globo e di generare quell’effetto ‘una volta nella vita’ che li rende memorabili.

Anche le sfide più recenti, come la pandemia, sono diventate un’opportunità per ripensare i format e alzare ulteriormente l’asticella. Dopo due anni e mezzo di stop forzato, la voglia di vivere emozioni autentiche ha alimentato un boom nel settore, portando la Berin Iglesias Holding a consolidarsi in mercati chiave come Dubai e a pianificare espansioni in Asia e Medio Oriente, da Singapore al Qatar, dal Giappone all’Arabia Saudita. “Nelle destinazioni globali quali Singapore, Tokyo, Hong Kong, Marbella, New York, Miami, Mykonos e molte altre, siamo costantemente in evoluzione con i nostri events”, continua.

Ma per Berin, al centro di tutto resta sempre la squadra: “Da solo non potrei fare niente di tutto questo. A volte ho delle idee, ma senza il supporto delle persone fidate attorno a me non potrebbero mai realizzarsi certe serate uniche”. Una filosofia che spiega come dietro l’immagine patinata degli eventi ci sia un lavoro quotidiano fatto di relazioni, logistica e creatività condivisa.

Oggi la sua ambizione guarda lontano: far crescere il Big Art Festival come marchio globale e portare l’eccellenza del ‘modello Berin Iglesias’ in nuovi mercati e con nuove proposte. Perché, come spesso ripete, “chi si ferma è perduto e i nostri sogni sono sempre e solo all’inizio”.

L’articolo Da sassofonista a imprenditore: come Maxim Berin sta reinventando l’entertainment è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

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