“Da quando pratico il grounding non ho più avuto allergie né raffreddori”. Ma la routine mattutina di Luis Enrique ha basi scientifiche?

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Da quando pratico il grounding non ho più avuto allergie né raffreddori. È come una carica di energia pulita”. Lo ha affermato Luis Enrique, allenatore del Paris Saint-Germain, pronunciate in un’intervista al quotidiano spagnolo El País, alla vigilia della finale di Champions League, poi vinta contro l’Inter. L’ex ct della Spagna non ha parlato di moduli o pressing alto, ma della sua nuova routine mattutina: camminare a piedi nudi sull’erba bagnata del giardino di casa, a Parigi. Un gesto semplice, ancestrale, che negli ultimi anni ha trovato un seguito crescente anche tra atleti, celebrità e appassionati di benessere. Il grounding – o radicamento in italiano – punta a ristabilire una connessione diretta con il campo elettrico della terra attraverso il contatto della pelle con superfici naturali. Ma ha sufficienti basi scientifiche?

Gli studi
Negli anni, alcuni studi preliminari hanno mostrato possibili effetti benefici. Un lavoro pubblicato sul Journal of Inflammation Research (2012) osservò una netta riduzione dei marcatori infiammatori in persone che praticavano grounding, suggerendo una modulazione del sistema immunitario. Studi successivi hanno rilevato miglioramenti nella qualità del sonno e tempi di recupero muscolare. C’è anche però chi parla di effetto placebo, banalizzando questo tipo di esperienza. “Ma questo effetto e reale e oggetto di attenzione scientifica soprattutto negli ultimi anni -spiega al FattoQuotidiano.it Daniel Lumera, esperto di fama internazionale nel campo del benessere e profondo conoscitore di approcci che uniscono antiche sapienze millenarie e scienze moderne -. Quando attiviamo processi mentali creativi, agiamo sulla respirazione ed entriamo in contatto fisico con superfici naturali, come un prato, dis-infiammiamo la mente e si attivano meccanismi neurofisiologici che vanno a impattare positivamente con il nostro intero organismo e quindi il sistema immunitario”.

Che cos’è il grounding
“Ci sono diversi tipi di grounding – continua Lumera -. Dalle tecniche che utilizzano il respiro per ancorarsi al presente, ad ascoltarsi e a smettere di avere una mente vagabonda -. Attraverso il grounding si applicano tecniche di visualizzazione, come quella di immaginare di far scendere delle radici attraverso la pianta dei piedi o parti di sé che sono appoggiate al suolo. In altre parole, ci si pensa come un albero dalle radici molto profonde. A piedi nudi, si cammina sulla sabbia o sull’erba e ogni passo ci trasmette la sensazione di ritornare in contatto con la terra. Queste tre principali tecniche – contatto con il suolo, visualizzazioni creative e respirazione consapevole – sono le principali modalità per sperimentare il grounding.

Quali benefici?
“Le ricerche rilevano che in media noi passiamo il 47% del giorno a pensare a ciò che non sta accadendo – continua Lumera -. In pratica utilizziamo un’elevata quantità di energia che servirebbe per fare funzionare la nostra macchina biologica per un’attività mentale inutile e che esaurisce le nostre risorse. Il grounding aiuta a liberarci da questi pensieri”. Un’attività mentale disfunzionale che porta a sviluppare ansia e che quindi questo tipo di attività può contribuire ad alleviare. “Perché l’ansia è la mente che intrappola se stessa – aggiunge Silvia Pasqualini, psicologa e psicoterapeuta, autrice del libro Keep calm. Come fare pace con l’ansia e tornare a vivere liberi e sereni (Rizzoli) -. Per cui negli stati di ansia si produce una proliferazione di pensieri: rimugino su una cosa, a cui si aggiunge un altro pensiero; immagino cosa possa succedere in futuro, domani al lavoro, o a cosa mi è capitato nel passato. E altro ancora. Piano piano la persona si ritrova ad avere la testa occupata e affollata di queste immagini che si traducono fisiologicamente in impulsi elettrici”.

Come spiega Pasqualini, è come se la testa si caricasse spingendo verso l’alto la persona. Dal punto di vista anatomico, tutta quella carica elettrica dal cervello rimbalza lungo i muscoli; la schiena si contrae e i muscoli e le articolazioni si induriscono, come anche le dita dei piedi. “Alla fine della giornata abbiamo le caviglie gonfie, le scarpe diventano scomode: il grounding permette di riportare ‘la persona a terra’ – continua Pasqualini – di ricreare uno stato di rilassamento. E attraverso impulsi biomeccanici, con i muscoli che diventano più rilassati, arriva un messaggio tramite il nervo vago al cervello: ‘Ok puoi lasciare andare, riposati un po’’. Con la psicoterapia si può aiutare la persona ad agire su questi pensieri ansiogeni, a prenderne le distanze e dissipare così tutta questa elettricità generata. “Ma si può anche lavorare sul corpo, con il grounding, proprio a partire dalle ‘radici’” – sottolinea la psicologa.

Come fare il grounding
L’obiettivo è quindi, attraverso il rilassamento e l’ossigenazione del sangue con esercizi di respirazione, di fare arrivare alla testa che “non c’è pericolo, puoi rilassarti”. In termini pratici, “l’esercizio più facile che possiamo fare tutti è camminare nel parco vicino casa o sulla spiaggia, o su una superficie morbida come un tappeto del proprio appartamento – ci suggerisce Pasqualini -. E poi camminare pensando di avere una piccola pallina sotto la pianta del piede. Muoviamo il corpo leggermente come se la pallina dovesse scorrere dal tallone fino all’alluce: da destra a sinistra, avanti e dietro. E bisogna farlo con le ginocchia morbide e caviglie rilassate. Immaginando, come dicevamo prima, di essere un albero e visualizzare il proprio corpo andare giù con i piedi e le radici sprofondare sotto il suolo. E ancora, quando vado a letto, mi infilo il pigiama e mentre lavo i denti per 3-4 minuti, perché questo è il tempo sufficiente da utilizzare ogni giorno, eseguo quel movimento con i piedi imparando a rilassare la muscolatura delle gambe. È come essere un sacchetto di patate che, appoggiato a terra, si sistema ammorbidendosi. All’inizio potrà sembrare difficile, ma dopo poco diventerà una pratica naturale e altamente benefica”.

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