Da quando Baggio non gioca più: la ricetta del Codino per salvare il calcio italiano e la Nazionale
- Postato il 31 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
- 2 Visualizzazioni
Più di Totti, più di Del Piero o Maldini o Baresi: ci fosse un sondaggio Roberto Baggio vincerebbe sicuramente il premio come giocatore più amato in Italia. Lui, che ha giocato con tutte le grandi (Juve, Milan e Inter), che ha fatto sognare la Fiorentina e che ha mandato in Paradiso le piccole (Vicenza, Bologna e Brescia) in realtà nell’immaginario collettivo ha indossato una sola maglia, quella della Nazionale. E nonostante una storia tormentata, dal rigore sbagliato a Pasadena nella finale Mondiale del ’94 all’avversione dei ct (Maldini e Trapattoni), è e sarà per sempre l’immagine più bella del calcio azzurro. Intervistato da Del Piero in occasione del World Sports Summit a Dubai, Emirati Arabi Uniti, il Codino si è confessato a cuore aperto.
Il ritorno dopo lo choc della rapina
Dopo aver smesso di giocare Baggio per decenni ha mantenuto un profilo basso, lontano dai riflettori, zero o quasi interviste. Non è rimasto nel mondo del calcio (salvo una breve parentesi in Figc) nè come allenatore, nè come dirigente, nè come opinionista tv e rivela: “La gente si chiedeva dove fossi finito, ma a fine carriera sentivo l’esigenza di vivere una vita normale vicino alla mia famiglia e di tornare alla mia terra. Poi, di recente, ho vissuto un bruttissimo episodio. Mi riferisco alla rapina in casa a opera di sei malviventi nel 2024: ha cambiato la visione della mia vita, in quei mesi è nato in me il desiderio di mettere al corrente di tante cose la mia famiglia e i miei figli. Dovevano capire chi ero”.
La ricetta per uscire dalla crisi
Anche Baggio soffre nel vedere la Nazionale, la sua Nazionale, fuori dai Mondiali e incapace di uscire dal tunnel. La sua idea per risorgere è questa: “Non c’è spazio per i nostri giocatori e la Nazionale soffre. Nei miei Mondiali c’era un’ossatura di una squadra e vi costruivi intorno il resto. Meno stranieri e più spazio ai giovani, loro sono il futuro. Questo è il mio parere”.
L’esperienza alla Figc
Non ha ancora digerito Baggio quanto accadde 12 anni fa. Proprio per ristrutturare e riformare il calcio italiano fu messo a ricoprire il ruolo di Presidente del Settore Tecnico della FIGC dopo il fallimento ai Mondiali in Sudafrica- primo segnale del declino che poi sarebbe stato confermato in seguito – ma dopo aver presentato un ambizioso piano di 900 pagine si è dimesso nel 2013, allontanandosi poi dal calcio attivo.
“Lascio perché non mi hanno permesso di lavorare. Ho provato a esercitare il ruolo che mi hanno affidato, ma non me l’hanno consentito, non sono disposto più ad andare avanti – disse in un’intervista al Tg1 – Ho lavorato per rinnovare la formazione dalle fondamenta, creare buoni calciatori e buone persone. E’ venuto fuori un programma di 900 pagine, presentato nel dicembre 2011 che per un anno è rimasto lettera morta. Così ho tratto le mie conclusioni, io non amo occupare le poltrone ma fare le cose.
Quando ho presentato il programma ho fatto cinque ore di anticamera per essere ricevuto poco più di 15′ per presentare il progetto al quale avevano lavorato circa cinquanta persone. Nel progetto la Figc aveva anche stanziato 10 milioni di euro ma non ho ricevuto alcun fondo per procedere e tutto è rimasto sulla carta. Per questo a malincuore dico addio. Definitivo? Amo il calcio e il mio Paese, resto a disposizione per qualsiasi iniziativa”. E se fosse un ritorno del Codino il primo regalo del 2026?