Da Putin a Meloni, da Trump a Fratoianni: le liti che dividono il mondo (e l’Italia)

  • Postato il 27 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Putin è impazzito”, grida Trump. “Sta uccidendo tante persone inutilmente”. Parole sacrosante e poi?

Il nulla. Il presidente americano somiglia molto al Gattopardo di Tommaso di Lampedusa: “Cambiare tutto perchè nulla cambi”.

In effetti è proprio così nonostante le buone intenzioni solo apparenti. In Ucraina la Russia avanza ed a Kiev si continuano a fornire armi anche a lunga gittata.

A Gaza, il terrore non ha mai un attimo di tregua: ieri un raid israeliano ha bombardato una scuola uccidendo 36 persone, tra cui 18 bambini.

La pace è lontana: sembra quasi che nessuno la voglia, malgrado l’ottimismo continui a dilagare.

Putin risponde

Da Putin a Meloni, da Trump a Fratoianni: le liti che dividono il mondo (e l’Italia). Nella foto la regione di Kiev bombardata dai russi
Da Putin a Meloni, da Trump a Fratoianni: le liti che dividono il mondo (e l’Italia) (nella foto Ansa, la regione di Kiev bombardata dalla Russia) – Blitz Quotidiano.it

Alle ingiurie di Donald, il Cremlino risponde con due sole parole: “Reazione emotiva”. Dove si vuole arrivare? Possibile che nessuno riesca a fermare questo autentico sterminio?

Leone XIV ogni giorno tenta di far tacere le armi. “Ci vuole coraggio e perseveranza”, sostiene. Già, ma di chi? Roma è ancora la città che potrebbe ospitare l’incontro risolutivo? Il Vaticano lo spera, la Santa Sede è pronta ad offrire i suoi spazi ai grandi del mondo. Vero o falso?

Dalla parte della Chiesa non ci possono essere dubbi perchè da quando è diventato il Vicario di Cristo, papa Prevost ha usato tutti i giorni quella parola di quattro lettere che il mondo sogna: pace.

Un segnale da Genova

Chissà se questo sostantivo è arrivato fino a Palazzo Chigi. Il campanello d’allarme è suonato ieri senza che nessuno possa dire il contrario. Il centro sinistra unito si è ripreso Genova, ha confermato il governo di Ravenna ed anche al ballottaggio di Taranto e Matera è favoritissimo. D’accordo, è un test piccolo, solo due milioni di persone alle urne, non si può dire che siamo alla vigilia di quel ribaltone che la sinistra di Schlein e Conte sognano. Il governo non deve preoccuparsi.

È vero: la crisi è lontana anche se il voto di ieri non è stato favorevole alla destra. Però, è un cenno, anche piccolo se volete, che gli alleati del governo non debbono sottovalutare. È ora di farla finita con le liti e le divisioni interne: Salvini contro Taiani e viceversa con la premier a svolgere quotidianamente il lavoro di paciera.

Il segretario della Lega non può sempre trovare un cavillo che metta in difficoltà Giorgia.

Il suo collega, ministro degli esteri, si deve a volte dissociare dagli eredi di Berlusconi che, in qualche occasione, hanno atteggiamenti che con l’esecutivo non hanno niente a che fare.

Altrimenti al “campo largo” dei progressisti si opporrà uno “spazio stretto” dei conservatori.

La Meloni verifica e studia il da farsi. La sua lunga militanza politica le suggerirà la strada più favorevole per contrastare il passo agli avversari. I quali sono, inutile dirlo, vicino al Paradiso se non dentro. Quattordici regioni su venti sono ancora appannaggio dei partiti che guidano il Paese, ma gli avversari sono convinti che presto toccherà a loro sedersi a Palazzo Chigi.

“Stiamo arrivando”, ripete Elly ricordando un vecchio slogan creato dopo la sua elezione a segretario del Pd. Giuseppe Conte è con lei, per il momento. I gemelli Fratoianni e Bonelli non si lasciano pregare; Matteo Renzi, anche lui nel campo largo, può dire finalmente di aver vinto, almeno una volta.

Francesco Boccia, il capo gruppo dei dem al Senato è convinto che “il Paese vuole cambiare e sceglie persone credibili e preparate”. Gli fa eco Chiara Braga che guida lo stesso gruppo alla Camera: “Vogliamo costruire un’altra idea di Paese più giusto e soprattutto democratico”.

Comunque sia, la vittoria e la sconfitta non hanno placato gli animi: in Parlamento liti continue e urla da cortile. In piazza una manifestazione presto degenerata contro il decreto sicurezza vicinissimo alla definitiva approvazione. Dice la legge: arresti per le donne borseggiatrici in stato interessante;  sgombero per le case occupate abusivamente. Debbono essere liberate in fretta e riconsegnate ai loro legittimi proprietari.

Nemmeno questo va bene all’opposizione. La maggioranza risponde: come si può governare un Paese con l’illegalità?

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Autore
Blitz

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