Da oltre 50 anni, a Ferragosto, un paesino lombardo accoglie artisti madonnari di tutto il mondo
- Postato il 13 agosto 2025
- Street & Urban Art
- Di Artribune
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Il titolo di “antichissima fiera”, la manifestazione di piazza che ogni estate si ripete nel borgo di Grazie di Curtatone l’ha conquistato sul campo. Era il 1425 quando il marchese di Mantova Gianfrancesco Gonzaga, in occasione della Festa dell’Assunta, diede il via alla tradizione prossima a compiere 600 anni.

La storia dell’Antichissima Fiera delle Grazie
Quest’anno, l’Antichissima Fiera delle Grazie si svolgerà dal 14 al 17 agosto 2025, proponendo quattro giorni di concerti, incontri, momenti di celebrazione religiosa e arte, tutt’intorno al cuore spirituale e culturale del piccolo centro del Mantovano circondato dal Parco del Mincio: il Santuario della Beata Vergine delle Grazie edificato da Francesco I Gonzaga nel 1399 come ex voto per la fine della peste.
L’evento, come sanno essere le feste popolari italiane, tiene insieme sacro e profano, e nel 2025 si presenta all’appello con l’importante anniversario con un programma ancora più ricco. Nata come festa religiosa per celebrare l’Assunzione di Maria, il 15 agosto, già nel 1563 la manifestazione mutò fisionomia per volere del duca Guglielmo Gonzaga, che portò le giornate di festeggiamenti da tre a nove, permettendo anche il libero commercio.
Da allora la fiera si ripete attraverso i secoli, salvo in rare occasioni per cause di forza maggiore come epidemie (di recente è stato il caso del Covid) e guerre.


















Il raduno dei madonnari a Grazie di Curtatone
Sul piazzale antistante il Santuario, che in occasione della fiera attira oltre 100mila persone, anche quest’anno si terranno quindi presentazioni di libri e incontri con autori, spettacoli musicali, conferenze e approfondimenti su temi storici e artistici legati al territorio. Ma dal 1973 la festa intreccia la sua storia con un altro curioso evento, che da vicino ha a che vedere con la tradizione artistica sacra: il raduno dei madonnari di tutta Italia (e dal mondo), giunto alla 51esima edizione. Agli esordi, solo dieci artisti parteciparono all’iniziativa, oggi sono più di cento gli artisti del gessetto che si ritrovano in piazza per realizzare le loro opere effimere di ispirazione sacra sul selciato del piazzale, dando vita al più importante evento internazionale dedicato all’arte madonnara.
Nel corso degli anni, la Fiera delle Grazie ha visto la partecipazione di madonnari provenienti da Paesi come Messico, Germania, Olanda, Russia, Stati Uniti, Colombia, Romania, Giappone, Belgio, Ungheria, Venezuela, Cile, Mali e Mongolia. E il raduno ha ispirato eventi simili in diverse parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti, con festival dedicati in California e Florida.

L’arte effimera dei madonnari a Grazie di Curtatone. Dal concorso al museo
Grazie di Curtatone si è fatto capofila di questo movimento con la fondazione del Centro Italiano Madonnari (CIM), nato per occuparsi della conservazione e della promozione della tradizione madonnara. Nel 1994 ha inaugurato in paese anche il Museo dei Madonnari, che conserva ed espone un consistente numero di opere di maestri madonnari insieme a riproduzioni su pannelli e cartoncini di opere eseguite precedentemente in piazza. Una visita al museo permette di approfondire l’evoluzione artistica di quest’arte effimera, dai lavori dei primi madonnari alle sperimentazioni contemporanee fondate sull’abilità tecnica degli artisti, che prendono in prestito espedienti come l’anamorfismo, o si concentrano sull’effetto della tridimensionalità. Non a caso, Grazie vanta anche una Scuola Comunale di Arte Madonnara, che propone corsi per tramandare questa tradizione alle nuove generazioni (la più antica del genere, in Italia, è la Scuola Madoneri di Verona, istituita nel 1979). E un “museo urbano diffuso” con riproduzioni di opere madonnare esposte su edifici pubblici e abitazioni private.

L’arte dei madonnari. Origine e curiosità
Ma l’intuizione di istituire un concorso in concomitanza con la Fiera delle Grazie si deve a Maria Grazia Fringuellini e Gilberto Boschesi, che avviarono la competizione nel’73.
L’origine dell’arte dei madonnari, del resto, si può far risalire al culto mariano nei primi secoli del Cristianesimo. La pratica acquista però una sua fisionomia codificata, e molto diffusa, nell’Europa del Cinquecento, quando diventa consuetudine degli artisti di strada dipingere immagini sacre, soprattutto Madonne, su piazze e sagrati di chiese. Il madonnaro, per eccellenza nomade, si spostava da un paese all’altro in occasione di feste e sagre popolari per ritrarre con gessetti e carboncino momenti o figure caratterizzanti l’evento della tradizione. Il carattere effimero di queste opere non ha permesso di tramandarne testimonianza visiva: sappiamo, però, che anche artisti passati alla storia, El Greco su tutti (nella Venezia delle icone bizantine), si cimentarono col genere.
Dopo un periodo di stasi, alla fine dell’Ottocento, l’arte dei madonnari troverà nuova spinta nel Regno Unito: a Londra, nel 1906, nasce anche un importante festival di pittura di strada. Nel secondo Novecento, invece, sarà proprio Grazie di Curtatone a propiziare la nascita di un movimento artistico moderno che negli ultimi anni alimenta diversi concorsi e festival in tutta la Penisola.

Il concorso dei madonnari: lo spettacolo di Ferragosto
Nel piazzale antistante il Santuario gonzaghesco, però, il carattere performativo dell’evento è particolarmente accentuato, sia per l’alto numero di partecipanti che per il contesto e la longevità della manifestazione. Tutto avviene nell’arco di poco più di 24 ore: il 14 agosto, di primo mattino, si tiene la benedizione dei gessetti; poi gli artisti – quest’anno 118, 28 in arrivo dall’estero – iniziano a disegnare. Andranno avanti, senza interruzione, fino al tramonto del 15 agosto, trasformando la piazza in una galleria d’arte a cielo aperto, sotto gli occhi del pubblico.
Come consuetudine, gli artisti dovranno lavorare su un tema dato, che nel 2025 è “Per Grazia ricevuta. Le Madonne del mondo a Grazie”, con l’idea di trasformare il sagrato del Santuario in un percorso di devozione mariana che attraversa simbolicamente tutti i continenti. A giudicare le opere sarà una giuria di esperti guidata dallo storico e saggista Giordano Bruno Guerri in qualità di presidente onorario, che proclamerà il vincitore nella serata di Ferragosto. Il giorno successivo, infine, sarà il momento del congresso dei madonnari intervenuti. Intanto fuori concorso, in occasione del Giubileo, una squadra di artisti supervisionata dal maestro madonnaro statunitense Kurt Wenner, pioniere della 3D street art prospettica, realizzerà l’opera collettiva Ianua Coeli, pensata per essere attraversata dai pellegrini come una Porta Santa.
Livia Montagnoli
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