Da Montecitorio a Gaza per il selfie perfetto: la crociera social dell’opposizione

  • Postato il 3 settembre 2025
  • Di Panorama
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Quattro parlamentari italiani hanno deciso di mollare Montecitorio, Bruxelles e dintorni per imbarcarsi nella Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza. Nelle intenzioni, si tratterebbe di una missione coraggiosa per rompere l’assedio israeliano e portare aiuti umanitari. Nella realtà, somiglia più a una crociera mediatica low cost con tanto di pacchetto fotografico da esibire al ritorno. A bordo ci sono l’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, la dem Annalisa Corrado, il deputato Pd Arturo Scotto e il senatore 5 Stelle Marco Croatti. Un quartetto improbabile, che in patria non riesce a trovare l’accordo neanche su un ordine del giorno per intitolare un’aula al bidello del Parlamento, ma che in mare si scopre improvvisamente unito e determinato. Sarà l’effetto delle onde, o forse il fascino irresistibile di finire in prima pagina.Gli attivisti parlano di Sumud, cioè resilienza, un concetto nobile che viene però declinato all’italiana: l’addestramento alla non violenza si è svolto in Sicilia, rigorosamente accompagnato da cannoli e granite. Perché da noi anche il martirio deve avere un lato folcloristico. Le immagini dei nostri rappresentanti in ciabatte, intenti a simulare resistenza passiva, sembrano più una parodia di un workshop di yoga che una preparazione a un confronto con la marina israeliana. Ma non importa: ciò che conta è studiare già la posa migliore per la foto al rientro.

In mezzo a questa sceneggiata, spicca la presenza di Emergency, che ha messo a disposizione la nave Life Support. E lì si vede la differenza: mentre i parlamentari recitano la parte dei nuovi “capitani coraggiosi”, gli operatori umanitari lavorano davvero, ricordando che senza un flusso regolare di aiuti Gaza rischia una catastrofe. Dall’altra parte del mare, Gerusalemme non si lascia commuovere. Il ministro della Sicurezza israeliano Ben Gvir ha già promesso che la flottiglia sarà fermata. E non con un brindisi di benvenuto. Per Israele, queste navi non hanno nulla di umanitario, ma sono piuttosto una mossa politica per aggirare il blocco. Tradotto: i nostri eroi rischiano di tornare a casa con più foto che risultati. Il copione è già scritto: qualche giorno in mare, interviste indignate, dichiarazioni solenni contro “l’arroganza di Israele”, un po’ di tensione diplomatica e infine il ritorno in patria con il vero bottino: la visibilità gratuita. Gaza resterà esattamente dov’è, i problemi resteranno intatti, ma la foto in giubbotto di salvataggio farà la sua figura su Instagram e magari frutterà pure un paio di ospitate in talk show.

Al ritorno, non mancherà la passerella. Ad attenderli ci saranno telecamere, flash e titoli a effetto: «Gli eroi del mare sfidano Israele». Interviste indignate, applausi dai salotti televisivi e standing ovation dai follower su Facebook. Qualcuno proporrà persino una mozione per intitolare un’aula parlamentare alla “resilienza mediterranea”. Gaza, nel frattempo, continuerà a vivere sotto assedio, ma volete mettere la soddisfazione di un selfie ben riuscito? Alla fine, la Global Sumud Flotilla sarà ricordata come una gita scolastica di lusso per parlamentari annoiati, un reality politico ambientato in mare aperto. L’unico vero risultato sarà il rafforzamento del loro curriculum social: più follower, più like, più indignazione prêt-à-porter. In fondo, la politica italiana è tutta qui: se non puoi cambiare il mondo, almeno cambia la tua immagine del profilo.

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Panorama

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