Da Milano a Tel Aviv: la rivoluzione vegana di Nadia Ellis

  • Postato il 31 gennaio 2025
  • Di Panorama
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Da Milano a Tel Aviv: la rivoluzione vegana di Nadia Ellis



“Con un cibo così anch’io potrei essere vegana”. Sembra uno slogan, invece è il mantra che ha spinto Nadia Ellis a rimanere in Israele e ad avventurarsi in un’attività imprenditoriale nel settore alimentare vegano. Tutto è cominciato nel 2008, quando Nadia ha lasciato Milano spinta da un amore semplice per poi scoprire,quasi subito la sua vera attrazione: il magnetismo di Tel Aviv.Oggi, a distanza di 16 anni, la Ellis è una docente universitaria, un’imprenditrice vegana di successo, tant’è che i suoi prodotti alimentari si possono trovare su tutti gli scaffali dei supermercati israeliani, ed è anche un personaggio televisivo molto acclamato. Ha scelto di raccontare la sua storia a Panorama.it per farci scoprire le opportunità che offre un Paese meraviglioso comeIsraele.

Lei ha lasciato Milano e poi è diventata un’imprenditrice vegana. Ha cercato un cambiamento importante per dare una trama diversa alla sua vita?

Sono arrivata a Tel Aviv ben 16 anni fa. Non ho mai pensato di venire a vivere in Israele per questioni di radici. Sono ebrea e il cambiamento è stato un caso. Ero al termine del mio dottorato inretorica e analisi del discorso, materia che insegno tuttora all’Università di Tel Aviv. Con il carattere della ricercatrice mi sono ritrovata a lavorare sull’industria alimentare animale e mentre approfondivo il tema rimanevo inorridita. A quel punto, ho scelto di diventare vegana e di uscire dal sistema. E’ così che èpartita una carriera parallela all’università legata a un’ossessione per la cucina vegana che nel tempo si è trasformata in una grande passione.

Come ha capito di avere talento in cucina?

Da milanese vegana mi sono detta: senza la cucina italiana qui a Tel Aviv non resisterò a lungo. E allora mi sono impegnata per recuperare i sapori di casa mia. Ho imparato a cucinare. Eppure, non ho mai pensato di essere brava in cucina, ma ho sempre amato il buon cibo.

Lei all’inizio della sua carriera in cucina ha utilizzato la piattaforma eatwith. Ci spiega come è andata?

Beh eatwith è una piattaforma di grande socialità: ci si incontra a tavola e si fa amicizia mangiando tra sconosciuti. Questo è proprio quello che succedeva a casa mia. L’idea è stata di una mia amica che, a mia insaputa, mi ha iscritta alla piattaforma, dove si prenotaun posto a tavola a casa dello chef. Sono stata la prima italiana e anche la prima vegana a essere iscritta alla piattaforma eatwithquando le selezioni erano davvero dure.

Quanti ospiti riceveva a cena a casa sua?

In 4 anni ho avuto nel mio salotto 4000 persone. Organizzavo cene 3 volte a settimana con tavolate lunghissime fino a 16 persone ogni volta. Mi sono divertita tanto, ma ovviamente era anche faticoso.

Qual è stata la molla che l’ha spinta a entrare con i suoi prodotti nei supermercati?

La molla che mi ha spinto alla fare una mia linea di prodotti vegani è dipeso dal fatto che il mio pubblico non era vegano e alla fine di ogni cena mi sentivo dire “beh con un cibo così anche io potrei essere vegano”. A quel punto è nata la sfida di far assaggiare i miei piatti a un pubblico più vasto. Ed è cominciata un’altra avventura… bellissima!

Secondo lei è complicato essere vegano?

Certo, negli anni il veganesimo si è sviluppato molto in Israele. Si pensi che Israele ha la più alta percentuale di vegani al mondo: il 6 per cento degli israeliani è vegano, mentre 10 è vegetariano, un 34 per cento invece si dichiara flessitariano cioè che due o tre volte a settimana mangia vegano. Le percentuali sono importanti.

Lei è una docente universitaria, un’imprenditrice ma anche un personaggio televisivo…

Quando ho deciso che era giunto il momento di distribuire la mia cucina a più persone e dunque prima di far uscire la mia linea di prodotti vegani, che è su tutti gli scaffali dei supermercati in Israele, ho cercato di farmi conoscere in Televisione. Dal 2020 fino a oggi ho registrato 3 trasmissioni televisive su tre canali: food channel, life style channel e il canale 12 che è il canale principale in Israele. Una trasmissione l’ho girata in Italia per scoprire piatti vegani. L’ultima trasmissione l’ho girata due settimane fa per insegnare a cucinare.

Cosa caratterizza la sua linea di prodotti vegani?

Mi sono lanciata in questa follia di creare una linea di prodotti vegani italiani e di qualità perché volevo e desidero ancora che chiunque assaggi i miei piatti dica ancora “preferisco il raviolo italiano vegano di Nadia piuttosto che quello locale perché non è buono come il suo”.

Dove produce la sua linea di prodotti?

In Italia! Produco in Lombardia, Emialia Romagna e Puglia. Produco a Modena, ma anche a Barletta. In Italia da Sud a Nord. Ho altri prodotti che faccio in loco in Israele. Tutti i prodotti sono sotto il mio brand “Nadia’s”. La proteina di un qualsiasi legume secca e dopo averla reidrata diventa una sorta di carne macinata che mi permette di fare carni rivoluzionarie.

Che cos’è il veganesimo?

Il veganesimo è uno stile di vita molto salutare che consiglierei a chiunque. A Tel Aviv il veganesimo è molto apprezzato e anche oggi quando vado a insegnare all’Università e incontro i miei studenti, che magari la sera prima mi hanno vista in TV, mi sento apprezzata. In Europa chi fa troppe cose, spesso viene definito dispersivo. In Israele, invece, si è apprezzati.

Come vedi il tuo futuro a Tel Aviv?

Aspettiamo qualche mese, il tempo di finire questa guerra e intanto andiamo avanti perché Tel Aviv è sempre Tel Aviv. Il mio futuro è quello straordinario di questa città sempre viva, bellissima, giovane e piena di prospettive.

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Autore
Panorama

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