Da "Lombardo" in Sicilia a "Riva" in Lombardia: tutti i cognomi più strani regione per regione

  • Postato il 7 marzo 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Da "Lombardo" in Sicilia a "Riva" in Lombardia: tutti i cognomi più strani regione per regione

Ogni cognome è un piccolo frammento di storia, un'eredità che racconta da dove proveniamo, chi erano i nostri avi, dove affondano le nostre radici. Oggi siamo abituati a portarli senza troppo pensarci, ma i cognomi che permettono alle istituzioni di censire la popolazione e distinguere le persone tra loro, un tempo erano usati per assegnare loro un ruolo sociale. Lo dimostra uno studio condotto da Preply, che ha analizzato i cognomi più rappresentativi d'Italia, scoprendo come questi si colleghino ai mestieri, alla religione, alla geografia e persino alle caratteristiche fisiche dei nostri antenati.

Già nell'antica Roma esistevano registri in cui i cittadini erano identificati con un praenomen (il nome personale, come Caio), un nomen (che indicava la gens di appartenenza, come Giulia) e, successivamente, un cognomen, che fungeva da soprannome distintivo. Esempi celebri sono Cesare (“colui che ha gli occhi chiari”) o Cicerone (derivato da cicer, ossia “cece”, forse legato al suo aspetto). Con la caduta dell'Impero Romano, la pratica di registrare i nomi cadde in disuso e venne ripristinata solo tra il X e l'XI secolo, quando l'aumento della popolazione rese necessario distinguere le persone in modo più preciso. Tra il Medioevo e il Rinascimento, i cognomi divennero stabili e trasmissibili, fino a diventare obbligatori in Italia nel 1564 per volere del Concilio di Trento, che impose ai parroci di annotare nome e cognome nei registri battesimali.

 

 

 

È proprio per questo che molti cognomi italiani derivano dalla tradizione cristiana, riflettendo il profondo legame tra la società e la fede. Ad esempio Angelis, diffuso nel Lazio, richiama il culto degli angeli; D'Angelo; comune in Abruzzo, deriva dal greco anghelos, “messaggero di Dio”; Romeo, tipico della Calabria, è riferito ai pellegrini in viaggio verso Roma; Santoro, molto diffuso in Puglia è legato alla festività di Ognissanti; e Pace, comune in Basilicata, è associato alla Madonna della Pace e a San Paciano. Anche i mestieri hanno lasciato un'impronta duratura nei cognomi.

Fabbri, stradiffuso in Emilia-Romagna, così come Fabbro in Friuli-Venezia Giulia, derivano dal latino faber, ovvero “artefice, costruttore”. In Piemonte troviamo Ferrero, che significa “lavoratore del ferro”, mentre in Molise spicca Iorio, collegato all'agricoltura (dal greco gheorgòs, “contadino”). Interessante è come uno stesso mestiere abbia generato varianti regionali: il cognome del fabbro è diventato Ferrari, Ferrario, Ferreri in Lombardia, Piemonte ed Emilia, Fabbri e Favero in Toscana e Veneto, Forgione in Campania e Lazio.

Molti cognomi derivano anche da luoghi d'origine. In Sicilia tra i più diffusi c'è Lombardo e questo si spiega col fatto che l'isola, nel corso della sua stori,a non fu mai soggetta ad alcun dominio Longobardo, per cui con l'appellativo “lombardo” venivano indicate tutte le persone provenienti dai tanti territori soggetti a quel dominio e in seguito a tutte le popolazioni del nord. In Lombardia, invece, il cognome più diffuso è Sala, e può riferirsi a un'antica corte longobarda, mentre Riva rimanda ai confini di un'area paludosa, qual era la Pianura Padana.

Molti cognomi, infatti, indicano una caratteristica del luogo dove viveva il capostipite: Valle, tipico della Valle d'Aosta, deriva dal latino valles (“luogo circondato dai monti”). Parodi, comune in Liguria, richiama il toponimo Parodi Ligure (ma secondo alcune teorie deriverebbe dal latino paratus, “preparato”, suggerendo una persona efficiente e predisposta). Marinelli, che abbonda nelle Marche, è legato alle attività marittime. Messina, il cognome più comune in Sicilia, prende il nome dall'antica città fondata dai Greci (Messene), mentre Dalla, frequente in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, indicava l'origine da un luogo o un casato. D'altro canto, a chi una famiglia non l'aveva venivano assegnati cognomi come Innocenti, comune in Toscana, che rimandava agli orfani per evocare purezza e protezione. Proietti, derivato dal latino proiectus, “proiettato, gettato”, è un altro cognome dato ai bimbi abbandonati: è il più diffuso in Umbria e tra i primi tre nel Lazio. Alcuni cognomi nascono invece per descrivere un tratto distintivo del capostipite. Sanna, comune in Sardegna, deriva dal termine sardo per “zanna”, probabilmente riferito a una dentatura pronunciata, mentre in Campania spicca Coppola, derivato dall'omonimo berretto tipico. Dagli angeli ai fabbri, dai contadini ai marinai, i cognomi italiani sono una finestra sulla storia e sulle tradizioni del nostro Paese. Ancora oggi, portiamo con noi tracce di un passato che ci lega ai nostri antenati e che continua a raccontare chi siamo.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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