Da Fondazione Lilly 1,5 milioni per 30 dottorati Il Tirreno
- Postato il 2 luglio 2025
- Di Il Tirreno
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Da Fondazione Lilly 1,5 milioni per 30 dottorati Il Tirreno
Un investimento strategico di oltre 1,5 milioni di euro per formare una nuova generazione di ricercatori in grado di guidare la trasformazione del Servizio sanitario nazionale (SSN). È il cuore del piano decennale con cui la Fondazione Lilly per l'Italia rilancia la propria missione, rafforzando l'impegno nella formazione avanzata e nella costruzione di competenze ad alto impatto per la salute pubblica. Il piano è stato presentato a Roma nella magnifica cornice del Chiostro del Bramante. Il programma, denominato '30x30', prevede il finanziamento di 30 dottorati di ricerca in 30 università italiane nei prossimi dieci anni. I percorsi saranno dedicati a temi strategici: accesso precoce all'innovazione terapeutica, modelli di co-finanziamento, riduzione delle disuguaglianze territoriali, valutazione dell'impatto delle politiche sanitarie, digitalizzazione dei processi e partnership pubblico-private per l'efficienza del sistema. “Il sistema sanitario italiano è sotto pressione - spiega Elias Khalil, presidente della Fondazione Lilly a margine dell’evento - noi abbiamo voluto aiutarlo modernizzandolo e rendendolo più sostenibile, supportando questi 30 dottorati per giovani italiani che andranno in 30 università con un investimento di 1,5 milioni di euro per trovare soluzioni o idee su come portare il sistema ad affrontare i prossimi 50 anni. Per questo - prosegue - noi abbiamo voluto fare la scelta di andare con giovani talenti italiani che rimangano qui nel paese per fare ricerca sul sistema italiano”.
“Un investimento nel talento italiano e nel capitale umano di giovani ricercatori nel campo della ricerca sanitaria - aggiunge Federico Villa, direttore generale della Fondazione Lilly -, dopo oltre 50 anni di supporto alla ricerca indipendente oggi la Fondazione Lilly rilancia un piano di formazione dei giovani ricercatori con l’obiettivo di dare tutti gli strumenti ai migliori talenti per innovare il nostro servizio sanitario rendendolo ancora più equo, sostenibile e accessibile. Esportiamo quindi le migliori pratiche italiane in tutto il mondo e garantiamo una prospettiva di sostenibilità non solo economica ma anche sociale alla nostra sanità pubblica”. “Noi promuoviamo tutto ciò che è made in Italy - ha aggiunto Antonio Tajani, tra gli ospiti d’eccezione della serata insieme alla ministra dell’Università Bernini -. Formare giovani medici significa avere una rete che può rappresentare anche un modello. In altri paesi del mondo dove c’è bisogno di assistenza medica noi possiamo favorire un modello che può aiutare giovani ad esercitarsi nell’arte medica e salvare persone. Lo si può fare e lo faremo con la nostra rete diplomatica che è parte importante del nostro made in Italy”.