Da E.T. a Alien, New York dedica retrospettiva a Carlo Rambaldi

  • Postato il 24 novembre 2025
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Da E.T. a Alien, New York dedica retrospettiva a Carlo Rambaldi

Dal tenero extraterrestre di “E.T.” all’incubo biomeccanico di “Alien”, dall’imponente “King Kong” alle atmosfere inquietanti di “Profondo Rosso”: il Museum of Modern Art di New York celebra Carlo Rambaldi, il genio italiano che ha trasformato gli effetti speciali in arte, imprimendo per sempre la sua firma nell’immaginario del cinema mondiale.


Dal tenero extraterrestre di E.T. al terrore biomeccanico di Alien, passando per l’iconico King Kong fino alle atmosfere inquietanti di Profondo Rosso: il Museum of Modern Art (MoMA) rende omaggio a Carlo Rambaldi, pioniere degli effetti speciali e tre volte premio Oscar, nel centenario della sua nascita. La retrospettiva, intitolata semplicemente Carlo Rambaldi, si svolgerà dal 10 al 24 dicembre e riunirà 15 film in grado di attraversare l’intera parabola creativa dell’artista italiano che ha rivoluzionato per sempre l’immaginario del cinema mondiale.

La rassegna nasce in collaborazione con la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura e con Cinecittà. Sei sono le grandi produzioni hollywoodiane, mentre quattro titoli italiani vengono presentati in versione restaurata 4K. Tra questi, Profondo Rosso (1975) di Dario Argento – scelto come film d’apertura –, Scacco alla regina (1969) di Pasquale Festa Campanile e Frankenstein ’80 (1972) di Mario Mancini, per la prima volta proiettati dal MoMA nelle loro nuove versioni digitali.

Carlo Rambaldi, l’artigiano del fantastico

Nato nel 1925 a Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, Rambaldi si formò come pittore e scultore all’Accademia di Belle Arti di Bologna, prima di avvicinarsi al cinema negli anni Cinquanta. La sua prima grande impresa fu la costruzione di un drago meccanico di sedici metri per Sigfrido (1957), che rivelò immediatamente la sua singolare capacità di unire invenzione e rigore anatomico.

Negli anni Sessanta e Settanta divenne un collaboratore indispensabile per i registi più innovativi del panorama italiano. Con Dario Argento creò effetti meccanici che contribuirono a definire l’immaginario del maestro del brivido. «Ci siamo incontrati al mio primo film – ha ricordato Argento – e da allora abbiamo sempre lavorato insieme. Una collaborazione meravigliosa, un terreno di avventure straordinarie».

A distinguerlo era un approccio visionario ma rigoroso: mentre gran parte dell’industria si affidava a trucchi ottici o miniature, Rambaldi sperimentava sistemi animatronici complessi, fondati su una conoscenza quasi chirurgica dell’anatomia e su soluzioni idrauliche di precisione. La sua era una cura ossessiva del dettaglio fisiologico. Il risultato fu un nuovo tipo di realismo emozionale, capace di rendere credibili creature impossibili.

Tre Oscar e la consacrazione globale

Il talento di Rambaldi non tardò ad attirare l’attenzione di Hollywood, dove conquistò tre Premi Oscar. Nel 1976 ideò un King Kong animatronico a grandezza naturale. Tre anni dopo contribuì a dare corpo e vita all’incubo alieno immaginato da H.R. Giger. Nel 1982 arrivò poi la creatura che avrebbe cambiato definitivamente la percezione del pubblico verso gli effetti speciali: il piccolo, malinconico extraterrestre di Steven Spielberg, destinato a diventare una delle figure più amate della storia del cinema. Il maestro degli effetti speciali si è spento il 10 agosto 2012, a 87 anni, a Lamezia Terme, dove viveva da molti anni. La sua scomparsa ha segnato la fine di una stagione irripetibile del cinema artigianale, ma non della sua influenza, che continua a ispirare generazioni di artisti e tecnici.

«Siamo immensamente orgogliosi dell’entusiasmo straordinario che in Usa accompagna la celebrazione di uno dei più illustri artisti italiani nel centenario della sua nascita. Onorare Carlo Rambaldi attraverso un’iniziativa come questa evidenzia il suo profondo contributo al cinema mondiale», ha dichiarato Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura. Inequivocabile anche l’omaggio del MoMA: «Se il cinema è il regno della magia, gli artisti degli effetti speciali sono i maghi», ha affermato Rajendra Roy, curatore del dipartimento film. «Dall’immenso Kong all’alieno più gentile mai apparso sugli schermi terrestri, Rambaldi ha creato personaggi destinati a vivere per sempre».

Un’eredità che guarda al futuro

Daniela Rambaldi, presidente della Fondazione intitolata al padre, ha espresso gratitudine per la retrospettiva newyorkese: «Per mio padre il cinema non è mai stato solo intrattenimento, ma un ponte tra sogno e realtà… Vedere oggi il suo lavoro celebrato al MoMA è un momento di profondo orgoglio e gratitudine». La Fondazione prosegue il suo impegno nel sostenere giovani talenti e la creatività come strumento di crescita. «L’ignoto è sempre affascinante. È l’alleato naturale della spettacolarità», amava dire Carlo Rambaldi.

Una stella sulla Walk of Fame

L’omaggio newyorkese non sarà l’unico tributo al maestro italiano: nel 2026, Carlo Rambaldi avrà una stella sulla Hollywood Walk of Fame, sigillo definitivo di una carriera che ha reinventato il modo di immaginare il fantastico e lo straordinario.

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