Da domenica almeno 700 morti negli scontri a Goma in Congo

  • Postato il 31 gennaio 2025
  • Di Agi.it
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Da domenica almeno 700 morti negli scontri a Goma in Congo

AGI - Almeno 700 persone sono morte da domenica a causa di intensi combattimenti a Goma, la capitale della provincia del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo. Lo riferisce il portavoce dell'ONU. "L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e i suoi partner hanno condotto una valutazione con il governo" congolese tra domenica e giovedì, ha detto Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite. Dujarric ha detto che, mentre è probabile che il numero dei morti aumenterà, finora sono stati registrati "700 morti e 2.800 feriti".

 

Una settimana di scontri di artiglieria e colpi di arma da fuoco tra l'M23, l'esercito congolese e i rispettivi alleati, hanno gettato Goma nel caos totale con una popolazione di due milioni di abitanti rimasta spesso senza elettricità e acqua potabile. Da ieri - scrive Medici Senza Frontiere - sono stati segnalati diversi casi di colera e si continuano a raccogliere cadaveri ma sara' possibile fare un bilancio delle vittime soltanto quando gli scontri e la violenza urbana cesseranno completamente.

 

"L'obitorio dell'ospedale di Kyeshero al momento è stracolmo di cadaveri, la maggior parte non ancora identificati. Siamo in contatto con il Ministero della sanita' per organizzare sepolture dignitose per queste persone. Anche gli obitori degli altri ospedali di Goma sono sovraccarichi", afferma Virginie Napolitano, coordinatrice dell'emergenza di Medici Senza Frontiere (MSF) a Goma.

 

L'ospedale di Kyeshero, situato nella parte occidentale della città, dove prima dell'offensiva MSF curava i bambini malnutriti provenienti prevalentemente dai campi profughi alla periferia della città, è ora sopraffatto anche dal numero di feriti. Le equipe di MSF, che hanno dovuto riadattare il proprio intervento attuando un piano per la gestione di afflussi massicci di feriti, stanno facendo del loro meglio per curare tutti ma mancano medicine e personale sanitario, soprattutto specializzato in chirurgia. All'inizio i team di MSF hanno ricevuto pazienti feriti da schegge ma poi sono arrivati principalmente feriti da proiettili, spesso vaganti, perché erano in prossimità dei combattimenti senza potersi proteggere o colpiti anche in casa, perché i colpi hanno attraversato le pareti di legno delle abitazioni.

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Agi.it

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