Da Dolce&Gabbana a Munch, come ti faccio Milano blockbuster (e per le Olimpiadi arriva Kiefer)
- Postato il 7 dicembre 2024
- Di Il Foglio
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Da Dolce&Gabbana a Munch, come ti faccio Milano blockbuster (e per le Olimpiadi arriva Kiefer)
E’ arrivata dalla Galleria nazionale delle Marche di Urbino la deliziosa Madonna di San Simone, opera di Federico Barocci (1567) che ora troneggia in tutta la sua maestà di 3 metri per 2 nella Sala Alessi di palazzo Marino. Regalo del Comune ai cittadini, mentre per i “circenses” d’altri tempi la porta è chiusa: non butto un milione per il concerto di Capodanno, ha detto forte e chiaro Beppe Sala. In compenso la Madonna di San Simone la si potrà ammirare, gratis, fino al 12 gennaio, gran regalo per milanesi e turisti di passaggio, ora parecchio indaffarati a fotografare l’albero griffato Dior sotto l’Ottagono. Mentre la Scala, spacchettata la facciata e rivelato il fondo blu del timpano col Carro di Apollo, si apparecchia per la Prima verdiana (rammaricata, a dire il vero, per l’assenza del presidente Mattarella), a Palazzo Marino si fanno i conti con le mostre.
Tutto sommato, un buon bilancio. “Mi aspetto di chiudere con 3 milioni di visitatori totali, tra Palazzo Reale e i musei civici”, annuncia Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura. Numeri in linea con lo scorso anno e tanti ringraziamenti a D&G (la mostra di Dolce & Gabbana a Palazzo Reale, da sola, ha staccato 174 mila biglietti). La vera mostra-star del momento, quella che ha oscurato tutti i concorrenti (Picasso incluso), è però quella su Munch: a Palazzo Reale si registrano code fisse in entrata e la previsione – lo conferma al Foglio Iole Siena, presidente di Arthemisia, che produce la mostra con 100 opere top dal Munch-Museet di Oslo – è di arrivare alla chiusura di fine gennaio con 270 mila biglietti staccati (sarebbe un piccolo grande record per Milano). Per restare sul blockbuster, settimana prossima “Labyrinth”, mostra-spettacolo di Tim Burton, occuperà la Fabbrica del Vapore, ma né il regista né la di lui compagna Monica Bellucci taglieranno il nastro.
A spulciare il programma espositivo 2025, non rileviamo particolari vette, ma vanno appuntati in agenda Felice Casorati a Palazzo Reale a febbraio e Shirin Neshat a marzo al Pac, mentre in autunno “Appiani. Lo splendore di Milano da Parini a Napoleone” pare titolo interessante. Il meglio, par di capire, arriverà nel 2026 con le “mostre olimpiche”: Anselm Kiefer inaugurerà idealmente i Giochi invernali con un’installazione in Sala delle Cariatidi. E al Castello Sforzesco finalmente riaprirà la leonardesca Sala delle Assi.
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