Da Budapest con amore: le manovre degli 007 ungheresi attorno ai funzionari Ue. Bruxelles avvia un’inchiesta

  • Postato il 9 ottobre 2025
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I due si incontravano in un parco di Bruxelles. Da un lato, un alto funzionario della Commissione europea. Dall’altro un “diplomatico” ungherese. Il primo parla di “conversazioni amichevoli” con cadenza mensile; sì, è vero, il suo interlocutore sembrava alla ricerca di “pettegolezzi” sulle attività dei 27, e sì, certo, dopo qualche chiaccherata aveva capito che il “diplomatico” era una spia del governo magiaro di Viktor Orban. Lo era eccome, uno 007 di Budapest, tanto da elaborare un rapporto nel quale assegnava al funzionario della Commisione Ue il titolo di “agente segreto” del Servizio di intelligence estera ungherese, Információs Hivatal (IH).

Oggi, la Commissione europea ha annunciato che è stata aperta una inchiesta per accertare se Orban abbia inviato le sue spie a Bruxelles al fine di raccogliere informazioni sulle attività dell’Unione e arruolare funzionari. Il diretto interessato che aveva partecipato alle chiacchierate nel parco ha precisato di non aver firmato documenti e che l’agente gli aveva offerto denaro in cambio di informazioni, ma aveva rifiutato.

La vicenda è stata svelata da un reportage elaborato da più testate: Der Spiegel (Germania), De Tijd (Belgio), Direkt36 (Ungheria). Il risultato a cui sono giunti i cronisti è questo: agenti dei servizi segreti di Budapest, travestiti da diplomatici, hanno tentato di infiltrarsi nelle istituzioni europee durante il mandato come ambasciatore a Bruxelles di Olivér Várhelyi, attuale commissario europeo nella Commissione per la salute e il benessere degli animali.

Gli incontri nel parco di cui si diceva sono avvenuti tra il 2015 e il 2017: i cronisti ritengono che uno dei due attori era uno 007 magiaro, di cui non è stata svelata l’identità, che come copertura vantava un ruolo presso il Dipartimento per le politiche di coesione dell’Ambasciata ungherese. Il media Politico ha chiesto un commento alle autorità ungheresi e a Olivér Várhelyi, senza ottenerlo.

La questione è delicata. Il portavoce Ue Balazs Ujvari ci tiene a precisare che “la Commissione prende molto sul serio tali accuse e ribadisce il suo impegno a proteggere i funzionari e le reti della Commissione dallo spionaggio illecito”. Il fatto che lo 007 fosse magiaro aumenta la preoccupazione di Bruxelles: non è certo un mistero che il premier ungherese Orban si è messo di traverso più volte in decisioni che riguardavano la reazione dei 27 all’invasione russa in Ucraina. Il 29 settembre, durante le celebrazioni del 130° anniversario del ponte Maria Valeria, sul Danubio, accanto al premier slovacco Robert Fico, Orban ha ribadito: “Come gli imperi del passato che ci hanno paralizzato, l’Ue è ora diventata un progetto di guerra e punta apertamente a sconfiggere Mosca sul fronte Est”.

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