Cybersecurity in Italia: le 6 truffe più comuni
- Postato il 10 settembre 2025
- Cittadini
- Di Quotidiano Piemontese
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In Italia i truffatori digitali sono sempre all’erta. Hanno imparato a cavalcare l’onda del turismo, la digitalizzazione dei servizi e perfino a far leva sulle nostre abitudini quotidiane per raggiungere i loro obiettivi.
Purtroppo, nel 2025 è sufficiente un clic nel posto sbagliato, un link aperto al volo o una rete Wi-Fi gratis usata per subire un furto di dati. Per orientarsi in questa giungla digitale serve un po’ di consapevolezza e qualche strumento concreto: password robuste, buon senso e, sì, anche un alleato tecnologico di cui parleremo in uno dei paragrafi qua sotto.
Phishing ed email ingannevoli
Il phishing, nonostante abbia i suoi “annetti sul groppone”, rimane il trucco più efficace. Arriva spesso via email, con allegati o link pericolosi. Gli hacker si fingono dipendenti di banche, enti pubblici o addirittura colleghi della tua azienda.
Nel solo primo semestre del 2025 sono stati rilevati 1530 URL malevoli collegati a campagne di phishing in Italia, fra cui anche una mirata al settore energetico. Un numero impressionante, che dimostra con forza quanto sia ancora attuale questa tecnica. La regola? Non fidarsi mai di richieste urgenti di credenziali o pagamenti, anche se sembrano arrivare da fonti legittime.
Ransomware e ricatti digitali
La seconda trappola ricorrente è il ransomware. Un file infetto, un allegato apparentemente innocuo e… improvvisamente il tuo computer è bloccato, i dati cifrati, la richiesta di riscatto in bella vista.
Dopo una fase di apparente calma, a maggio 2025 c’è stata una recrudescenza a doppia cifra degli attacchi ransomware in Italia. Questo significa che i gruppi criminali si stanno riorganizzando, puntando soprattutto alla pubblica amministrazione, senza trascurare sanità e università. Mai aprire file sospetti, aggiornare i sistemi e mantenere copie di backup scollegate dal dispositivo principale: sono barriere di base ma decisive.
DDoS e blocchi dei servizi
Un’altra arma dei cybercriminali è il DDoS. Parliamo di un’offensiva orchestrata per sommergere un sito o un servizio online con milioni di richieste fino a bloccarlo. Non parliamo solo di grandi aziende: possono essere colpite anche piattaforme locali, e il risultato è che i cittadini restano senza servizi digitali per ore o giorni.
Nel primo semestre 2025 i DDoS in Italia sono cresciuti del 77%. Qui la difesa deve svilupparsi soprattutto lato infrastruttura, ma l’utente deve imparare a riconoscere i segnali di allarme: mai fornire credenziali o dati se un sito sembra in tilt, perché spesso gli attacchi si accompagnano a pagine fake quasi identiche a quelle ufficiali.
Furto di identità e dati personali
Il 2025 ha visto emergere un caso emblematico: il gruppo criminale “Mydocs” ha violato più hotel italiani rubando oltre 70.000 scansioni di documenti tra passaporti e carte d’identità, poi rivenduti sul dark web. È la dimostrazione di come non si tratti più di ipotesi astratte ma di un mercato criminale concreto, dove i nostri dati diventano merce di scambio.
Ogni volta che consegniamo una copia di un documento, anche in hotel o per prenotare un servizio, dobbiamo chiederci: come verrà custodito? Una VPN non risolve il problema a monte, ma può ridurre l’esposizione durante le prenotazioni online proteggendo il traffico da intercettazioni.
Smishing e vishing
Se le email cominciano a essere riconosciute da molti utenti come possibile vettore di rischio, gli SMS e le chiamate ingannevoli stanno prendendo sempre più piede. Messaggi che imitano corrieri, banche, piattaforme di pagamento, con link abbreviati e toni d’urgenza. Oppure chiamate che sfruttano il VoIP per sembrare provenire da numeri ufficiali. Lo schema è sempre uguale: creare panico, spingere la vittima a cedere dati o codici OTP. Il consiglio: mai cliccare su link ricevuti via SMS, mai fidarsi di chi al telefono chiede credenziali.
Le truffe delle vacanze
Arrivano soprattutto d’estate. Le cosiddette “case fantasma” restano un classico: annunci di alloggi inesistenti, pagamenti richiesti via bonifico diretto, prezzi troppo bassi per essere veri. Spesso il raggiro avviene dopo aver prenotato su portali reali: ti scrivono che c’è un problema e ti invitano a completare la transazione fuori piattaforma. La regola è semplice: non spostarsi mai su canali privati e ricordare che i grandi portali non chiedono mai pagamenti extra via email o messaggi diretti.
Come difendersi
La difesa è un mix di strumenti tecnici e abitudini sane. Password robuste e uniche, aggiornamenti frequenti, backup regolari. Attenzione massima ai messaggi sospetti, che arrivino via email, SMS o social. Evitare le reti Wi-Fi pubbliche per operazioni sensibili e, se non se ne può fare a meno, attivare un VPN client affidabile per ridurre il rischio che un malintenzionato intercetti i dati.
Conclusione
Il panorama italiano dimostra che i criminali digitali non si limitano a colpire aziende o istituzioni, ma puntano dritto anche ai cittadini comuni. Che si tratti di phishing, ransomware, DDoS, smishing o truffe vacanziere, l’obiettivo è sempre lo stesso: soldi e dati personali. Essendo consapevoli che i tentativi aumentano, che gli schemi si evolvono, significa poterli riconoscere e non cadere nella rete. La tecnologia ci espone a diversi rischi ma ci offre anche le soluzioni: impariamo a usarle.
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