Cyberbullismo: quali strumenti contro la violenza?

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Di Focus.it
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Succede spesso nell'indifferenza di molti, un commento sotto una foto, una chat che esclude, un meme che diventa virale. Il cyberbullismo non urla ma colpisce: secondo i dati Unicef, almeno 1 ragazzo su 3 nel mondo ha subito atti di violenza digitale. In Italia, l'Istat stima che più del 22% degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni abbia vissuto episodi di bullismo online. E quasi sempre, senza dirlo a nessuno. Nel giorno dello Stop Cyberbullying Day, Prisma – Il perché delle cose, il podcast giornaliero di Focus, dedica una puntata speciale a una domanda ancora urgente: "Cyberbulli, account per teenager e tasto reset: esistono strumenti davvero efficaci per combattere la violenza social?. Una questione che abbraccia il modo in cui i social vengono vissuti e utilizzati soprattutto dai più giovani e la consapevolezza delle loro azioni anche nello spazio digitale.. GLI STRUMENTI DI DIFESA. Negli ultimi anni alcune piattaforme hanno introdotto specifici strumenti con un duplice obiettivo: prevenire attivamente le dinamiche violente online e allo stesso tempo migliorare la qualità dell'esperienza social, soprattutto per i più giovani.Non si tratta solo di reagire agli episodi di cyberbullismo ma di intervenire in anticipo, lavorando su ciò che può generare disagio, pressione o esposizione a contenuti inadeguati. Prisma ha parlato di alcuni di questi strumenti con Alessio Cimmino, Head of Communication di Meta Italia e Grecia: «Tra le funzioni più visibili introdotte su Instagram c'è quella che riguarda i like, spesso metro di paragone e quindi di possibili ansie e disagi nel confronto con gli altri: la possibilità di nasconderne il numero specifico sotto i post è pensata proprio per ridurre il timore del giudizio. Dare l'opzione di non vederli è un modo per alleggerire la pressione sociale». Ma la prevenzione passa anche dalla personalizzazione dei contenuti. Instagram ha introdotto opzioni come «Non mi interessa», che permettono di modificare i segnali con cui l'algoritmo propone contenuti suggeriti. «È un modo per interrompere flussi potenzialmente disturbanti e rieducare il sistema a rispecchiare i reali bisogni dell'utente», spiega ancora Cimmino. «Instagram non può sapere quando un contenuto, anche inizialmente interessante, diventa superfluo o fastidioso. Possiamo dirglielo in modo da istruire il sistema sulle nostre esigenze. È come fare un piccolo reset del nostro mondo digitale». . GLI ACCOUNT PER TEENAGER. Uno dei progetti più strutturati per la protezione dei più giovani dai rischi online è quello degli account per teenager, pensati per gli utenti tra i 13 e i 17 anni. Attivi dal 2024, si tratta di profili dotati di impostazioni di base più restrittive: gli account sono privati di default, i contenuti sensibili sono filtrati, e dopo 60 minuti di utilizzo l'applicazione invita a prendersi una pausa. L'obiettivo è duplice: da una parte ridurre l'esposizione a contenuti potenzialmente dannosi, dall'altra favorire una gestione più sana del tempo e dell'attenzione. Tra le novità anche le funzionalità pensate per i genitori e la possibilità di collegare il proprio account a quello dei figli: in questo modo potranno accedere a informazioni come il tempo trascorso online, le interazioni più frequenti o il tipo di contenuti visualizzati. «Non si tratta di controllo ma di dialogo. Soprattutto nella fascia 13-15 anni alcune impostazioni si possono modificare solo con l'intervento del genitore. Dal tempo di utilizzo alle conoscenze online, è un modo per facilitare conversazioni più consapevoli e intelligenti in famiglia sull'utilizzo dello strumento e sulle regole interne da stabilire», continua Cimmino.. «UNA MACCHINA POTENTE CHE BISOGNA SAPER GUIDARE». Gli strumenti tecnologici possono aiutare ma da soli non bastano. Ogni filtro, ogni opzione, ogni promemoria ha senso solo se inserito in un contesto educativo. E quel contesto, spesso, è la casa. «Per questo oggi l'altra vera sfida è formare le famiglie: metterle nelle condizioni di conoscere gli strumenti, comprendere i rischi, e soprattutto accompagnare i propri figli nella costruzione della loro identità online», spiega Meta. «Aiutare i genitori a fare quello che sanno fare meglio: essere una guida», continua Cimmino, «farsi presenza anche nella vita digitale dei loro giovani. I social rimangono una potente macchina dalle infinite possibilità di dialogo e condivisione, rimane fondamentale conoscere e imparare gli strumenti giusti per guidarla con coscienza. Un lavoro di squadra oggi sempre più necessario». .
Autore
Focus.it

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