Cucciolo di pochi mesi gravemente ustionato durante un litigio tra mamma e figlia: “È stata lei”. Ma il procuratore non procede per “prove insufficienti’
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Madre e figlia litigano furiosamente, al punto che la figlia, 19 anni, chiama il 911: “Mia mamma è ubriaca e mi sta provocando“. Arrivano gli agenti e mandano la donna a dormire altrove, in un’altra casa, per la notte. Siamo a Detroit e la storia la racconta People. I fatti risalgono allo scorso 21 gennaio. Quando la donna torna a casa, il giorno dopo, trova uno dei suoi cani, un Jack Russell Terrier maschio di nome Gideon di 5 mesi, “ustionato in modo grave, che piangeva”. A quel punto pensa che a ferire il cane in modo così brutale sia stata la figlia e chiama di nuovo la polizia. Secondo il comunicato diffuso il 27 giugno dal procuratore della contea di Wayne, Kym Worthy, il cagnolino era “in profonda sofferenza, con ustioni su zampe e muso. La donna disse di aver chiamato la polizia perché la figlia 19enne aveva buttato il cane in una vasca piena d’acqua bollente. Non era presente al momento dell’accaduto, ma pensava fosse stata la figlia, visto il litigio della sera prima”.
Tra le testimonianze, anche quella della figlia minore che era corsa al piano di sotto dell’abitazione dopo avere sentito il piano del cane: secondo la ragazzina, Gideon era troppo piccolo per entrare nella vasca di acqua bollente da solo ma la figlia maggiore ha negato sin dal primo momento di avercelo messo lei. Oggi il cagnolino – dopo mesi di cure – sta bene. Ma come si sono svolti i fatti? È stato consultato anche un esperto veterinario, il quale ha stabilito che Gideon non era entrato nella vasca da solo: Gideon “è stato molto probabilmente immerso nella vasca prima con le zampe posteriori e poi con quelle anteriori, ed è rimasto nell’acqua per alcuni secondi o minuti prima di essere estratto”. Le lesioni, ha aggiunto il procuratore Worthy, “hanno causato dolori intensi e prolungati, sono state potenzialmente letali e hanno richiesto cure lunghe e costose”. Com’è finita? Gli investigatori hanno concluso che “i fatti e le prove non sono sufficienti per provare, oltre ogni ragionevole dubbio, che la 19enne sia responsabile ed è questa è la soglia legale necessaria per procedere in un caso penale. “È stata quindi raccomandata al procuratore Worthy la chiusura del caso. Non ci sono prove sufficienti per un’azione penale”.
Dopo le tante proteste sui social, il procuratore ha voluto rispondere sotto a un post dell’associazione che si è presa cura di Gideon: “Capisco che molti saranno molto delusi dalla nostra decisione di non procedere con le accuse. Saranno gli stessi che ci hanno criticato per aver impiegato tanto tempo a indagare a fondo. Ma ciò che è giusto è giusto. E ciò che è giusto a volte può deludere. Non possiamo accusare solo quando siamo in grado di provare”.
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